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Vattenfall Cyclassics: EBH, laddove H sta per Hamburg - Boasson su Ciolek in volata

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Vittoria numero 7 del 2011 per Edvald Boasson Hagen - Foto Kicker.deNon si vince per caso una Gent - Wevelgem a 22 anni. Soprattutto se sei un giovane talento venuto dal Nord. La Classica di Amburgo, Boasson Hagen, la prende e se la porta via, nella sua Norvegia. È la prima vittoria qui per un norvegese, una settimana dopo aver trionfato all'ENECO Tour, la gara a tappe del Benelux.

La Vattenfall Cyclassics di solito si risolve in una volata compatta. Basta scorrere l'albo d'oro per notare le ultime tre edizioni finite in altri continenti: nel 2008 in Australia grazie a McEwen mentre il 2009 ed il 2010 andarono allo statunitense Tyler Farrar.

Oggi Farrar non c'è - è impegnato a correre la Vuelta - ma le ruote veloci non mancano. Thor Hushovd, altro norvegese, seppur meno giovane di Boasson Hagen, potrebbe vincere in maglia iridata mentre André Greipel, nativo di Rostock, cittadina anseatica come Amburgo, vuol essere profeta in patria, dieci anni dopo Erik Zabel. Era il 2001, di lì in poi solo vittorie straniere in quel di Amburgo.

Classica risoltasi il più delle volte in volata, s'è detto, senza tuttavia riservare sorprese, colpi di mano. Come quello di Ballan nel 2007. Al colpo di mano pensano in quattro e molto presto: se ne vanno infatti il danese Lars Ytting Bak (HTC - Highroad), il russo Pavel Brutt (Katusha), il belga Thomas De Gendt (Vacansoleil) ed il ceco Jan Barta (Team NetApp).

Nei 217 chilometri previsti si percorre un anello in senso antiorario attorno ad Amburgo, quindi il piatto forte della corsa: la non troppo impegnativa asperità del Wasenberg. Al primo passaggio Brutt fa il vuoto, De Gendt e Bak stringono i denti e rientrano in discesa, Barta desiste. Il gruppo è tirato dalla Leopard Trek e scollina con un ritardo esiguo, appena 15" dai battistrada, ormai rimasti in tre.

Cede anche De Gendt mentre Bak e Brutt non mollano. Il gruppo dista solo 30" ma ci pensa l'olandese della Leopard Trek, Tom Stamsnijder, a ridurre sensibilmente il gap. Se ne va da solo all'inseguimento dei due battistrada e dietro il gruppo tenta di ricucire. In questa corsa che pare ad eliminazione anche Bak alza bandiera bianca, il plotone è tirato dalla Vacansoleil.

Marco Marcato, lavorando per il compagno Borut Božič, con due frustate porta via un gruppetto contenente, tra gli altri, Tjallingi, Leukemans, Nocentini, Alan Pérez Lezaun, Stybar, Roelands ed il canadese della Sky, Michael Barry. Tenetelo a mente. Mancano trenta chilometri ed il gruppo dietro sonnecchia.

Ai -10 la Liquigas dà la sveglia e buona parte di coloro rimasti tra gli inseguitori rientrano nel plotone di testa, rimpolpatosi ampliamente. Chi resta tagliato fuori è André Greipel, il Campione del Mondo Thor Hushovd ed il russo della Katusha, Denis Galimzyanov, in ottima luce all'ENECO Tour. Stybar prova l'assolo ai -8 ma capisce presto che la Classica di Amburgo non somiglia per niente ad una gara di ciclocross. La Sky è quella che più lavora davanti, con Flecha a svolgere il lavoro sporco, a dare trenate, a scandire il ritmo. Tutto per il capitano designato, Boasson Hagen.

Quando manca un chilometro all'arrivo Maarten Tjallingii tenta di rovinare la festa agli Sky: esce con una bella sparata e per poco crede di potercela fare. L'inseguimento è però forsennato e Boasson Hagen viene portato sul traguardo della Mönckebergstraße in carrozza. Il resto lo fa il norvegese, una volata di potenza vinta facilmente sul tedesco Gerald Ciolek e sullo sloveno Borut Božič.

Ottimo quarto posto, a pochi centimentri da un podio che sarebbe stato ancor più importante, per il giovane della Liquigas - Cannondale, Simone Ponzi. Manca poco per risultare competitivo sulle grandi distanze e questo è per il nostro Ponzi un piccolo, grande successo. Ma la vera festa è oggi per Boasson Hagen, che a soli 24 anni ha già trovato la via della maturità agonistica, che a 22 anni vinceva la Gent - Wevelgem. E non per caso.

Francesco Sulas

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