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Trofeo Matteotti 2011: Oscar non gattona ma corre veloce - Gatto batte Rebellin e Rubiano a Pescara

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Oscar Gatto primo a Pescara nel Trofeo Matteotti © www.trofeomatteotti.comForse è davvero un altro corridore Oscar Gatto. Il plurivittorioso dei dilettanti che dopo le prime esperienze professionistiche in maglia Gerolsteiner rischiava di perdersi definitivamente ha probabilmente trovato la sua vera dimensione: non più (o meglio non solo) volate di gruppo, ma capacità di far valere il proprio spunto in sprint ristretti, dopo percorsi selettivi, addirittura cercando la stoccata spettacolare come magistralmente gli è riuscito al Giro sul traguardo di Tropea in maggio.

Proprio quella splendida vittoria, mettendosi alle spalle niente meno che Contador, potrebbe aver segnato il definitivo sblocco del veneto di Caselle di Altivole che quest'oggi, sfruttando ottimamente la chanche offertagli dalla Farnese - Neri, ha sfornato la terza perla stagionale a Pescara per far suo il Trofeo Matteotti, giunto alla sua 65esima edizione. Una volata tra poco meno di venti corridori in cui Gatto si è alla fine preso un altro prezioso scalpo dopo quello del fuoriclasse di Pinto: quello di Davide Rebellin, uno dei primi "maestri" di Oscar al debutto tra i professionisti nonché compagno di tanti allenamenti, che seppur sia stato costretto a rinviare il ritorno al successo, ha confermato la più che buona condizione già mostrata alla Route du Sud e al Brixia Tour (senza tralasciare il podio nel Nobili Rubinetterie di Arona). Tornando a Gatto poi non si può trascurare l'importanza di questa vittoria in chiave azzurra, sotto lo sguardo attento del CT Paolo Bettini che comunque gli darà già un primo assaggio azzurro il prossimo 14 agosto, in cui il trevigiano farà parte della selezione azzurra in gara alla preolimpica di Londra. Continuando di questo passo però non ci si stupirebbe affatto se tra poche settimane per lui ci dovesse essere un bel biglietto d'andata, destinazione Copenaghen, per esser parte della nazionale italiana che andrà a giocarsi le sue chanche per l'iride (tema, tuttavia, quantomai d'attualità, vista la ridda di nomi a disposizione dell'ex Grillo livornese, compresi i possibili leader).

La gara ha visto al via 116 atleti sul classico percorso distribuito su 13 impegnative tornate (con il chilometraggio totale che per quest'edizione è stato di 195 chilometri, per via di 500 metri supplementari rispetto ai tradizionali 14,5 chilometri del tracciato). Dopo le prime schermaglie iniziali il primo momento clou si ha al diciassettesimo chilometro, quando parte una fuga ben assortita, composta da 19 atleti: in testa si ritrovano due Farnese (Favilli e l'atleta di casa Rabottini), due Androni (Sella e Monsalve), due Acqua&Sapone (Donati, altro autoctono, e il tunisino Chtioui), due Colnago (Stortoni e Frapporti), due De Rosa (Borchi e Laganà), due Ora Hotels (Malaguti e Proch), due Miche (Randazzo e Pinizzotto), due Amore & Vita (Colex e Grechyn) oltre a Kump (Geox), Gnezda (Adria Mobil) e Campagnaro (D'Angelo&Antenucci). Con un una simile varietà, essendo quasi tutte le squadre rappresentate, la fuga prende subito un buon margine, tanto da toccare i 2'15" già al 23esimo chilometro, obbligando alla reazione il gruppo. Il compito di ricucire se lo prende la D'Angelo&Antenucci che, nonostante la presenza di Campagnaro nel gruppo principale, comincia a fare un ritmo importante e già nella terza tornata il gruppo rischia di tornare compatto (soli 20" di margine), prima di tornare a salire nuovamente nella tornata successiva (si va oltre il minuto). In questa fase le ascese verso Colle Caprino e Montesilvano cominciano ad operare una certa selezione, tanto che in testa rimangono inizialmente in 11 (Sella, Donati, Monsalve, Favilli, Stortoni, Randazzo, Rabottini, Pinizzotto, Colex, Proch e Campagnaro) mentre dal gruppo iniziano a rimescolarsi le carte: dapprima esce in avanscoperta Pirazzi (che aveva già tentato la sortita nei primissimi chilometri), poi anche Ratto e Schöffmann rientrano in testa, finché non si forma un gruppo di 16 atleti che anima al comando le due tornate successive.

L'andatura continua ad essere elevata e la bagarre produce ulteriori cambiamenti: il gruppo di testa vede infatti salire il proprio vantaggio oltre il minuto mentre una prima parte del gruppo viaggia addirittura con 2 minuti di ritardo e la situazione rischia di divenire realmente delicata quando in testa vengono a ritrovarsi dapprima in ventinove e poi in una quarantina (con tutti i big presenti ad eccezione di Garzelli, Visconti, Pozzovivo e Baliani), prima di assistere ad una reazione da dietro (sotto l'impulso della Colnago e della D'Angelo&Antenucci) che avviene ed anche in maniera veemente. Si giunge così al chilometro 107 (-88 al termine) dove il plotone torna finalmente compatto. Dura però poco l'armonia, giacché dopo 2-3 chilometri, nel momento in cui la strada torna decisamente a salire verso i colli pescaresi, il campione croato Durasek della Loborika esce in avascoperta, dapprima in solitaria per tutta l'ottava tornata (vantaggio massimo 20"), poi in compagnia di un attivissimo Monsalve, di Donati (decisissimo a far bene di fronte al suo pubblico) oltre al tunisino Chtioui e a Muraglia. Situazione ancora ideale quindi per formazioni come l'Acqua&Sapone (ben due corridori in testa), l'Androni (Monsalve ha già avuto modo di mostrare, specie in Malesia, le sue interessanti doti) e la D'Angelo&Antenucci (che gettando nella mischia Muraglia si sgrava finalmente dal lavoro d'inseguimento). Da dietro poi cercano di riportarsi sulla testa anche un sempre battagliero Pirazzi (terzo tentativo di giornata per lui) che per un pò rimane solitario all'inseguimento, prima di essere raggiunto dal moldavo Berdos (De Rosa) e dal russo Borisov (Amore&Vita). Per un pò la situazione è decisamente favorevole ai battistrada (1'54" sui più immediati inseguitori, ben 2'49" invece sul gruppo) dove l'inseguimento è tutto nelle mani dei Farnese Vini, che intanto cominciano a mostrare in avanguardia anche il campione italiano Visconti, che in salita comincia a fare l'andatura dopo essersi mantenuto pressoché nelle retrovie fino a quel momento. Il vantaggio del quintetto di testa si mantiene sempre buono (1'30" circa, prima di scendere al minuto), Monsalve sempre deciso a scandire il passo nei tratti di salita e Chtioui che mostra di non digerire troppo le ascese, facendo più di una volta l'elastico.

Il duro lavoro dei Farnese (molto attivi sia Favilli, nonostante avesse speso già molte energie in fuga, che Ricci Bitti) dà i suoi frutti nel corso della penultima tornata, quando in testa ormai il drappello si sfalda (cedono in maniera netta Chtioui e Durasek) e da dietro sono in altri a provare la sortita: i più decisi sono Stortoni (ancora una volta) e l'altro abruzzese dell'Acqua&Sapone Di Paolo, che raggiungono Muraglia e Donati, leggermente sfilati, e con essi si riportano con Monsalve. L'ultimo giro è palpitante, col quintetto ancora deciso a non mollare e con Monsalve ancora una volta tra i più brillanti in salita, tanto che nonostante l'inseguimento operato senza soste dai Farnese, il vantaggio resta ancora attorno alla trentina di secondi. La sorte dell'azione però è segnata e a 10 chilometri dal traguardo, prima dell'ultima ascesa verso Montesilvano, il gruppo (forte di una trentina di unità) si ricompatta. A questo punto chi ne ha prova l'allungo che potrebbe risultare decisivo: tentano Torosantucci, Sella, Rebellin ma senza riuscire a guardagnare quel margine di sicurezza necessario, anche grazie al controllo dei Farnese che iniziano a pensare ad una soluzione allo sprint con Mazzanti pronto a sacrificarsi in favore di Gatto. In fondo alla discesa si ritrovano così circa in una ventina, tentare l'allungo in prossimità del triangolo rosso sembra impresa proibitiva e così si giunge alla soluzione in volata (la più affollata delle ultime edizioni): Oscar Gatto non sbaglia nulla, parte deciso e vince con buon margine, relegando così alla piazza d'onore Davide Rebellin. Terzo posto invece per il secondo anno consecutivo per il colombiano Rubiano Chávez (lo scorso anno vestiva la maglia della Meridiana-Kamen) che, approfittando anche delle non ottimali condizioni di Fortunato Baliani (comunque 6° al traguardo), è riuscito a far valere le sue comunque buone doti velocistiche, derivatagli dall'aver praticato pista in gioventù prima di approdare nel nostro Paese. Sicuramente un pizzico di rammarico resta invece a Fabio Taborre, altro atleta pescarese al via, che resta per poco fuori dal podio, concludendo in quarta posizione davanti ad un Ginanni che invece torna a farsi vedere nelle posizioni buone dell'ordine d'arrivo. De Maria, Canuti, Girardi e Muraglia completano le posizioni dalla settima alla decima (fanno parte del primo gruppo anche Sella e Pozzovivo) mentre il gruppo comprendente tra gli altri Serpa, Garzelli e Colli giunge distanziato di 15".

È così calato il sipario su questa 65esima edizione di un Trofeo Matteotti che manifesta ancora una volta la voglia di continuare a proporsi tra le più importanti classiche estive del calendario italiano, nonostante l'annuncio dell'ormai imminente addio del presidente Renato Ricci, che dopo 16 anni al timone dell'organizzazione ha palesato la volontà di farsi da parte. Di sicuro occorrerà studiare al meglio la collocazione della gara, onde evitare concomitanze che porterebbero varie formazioni che potrebbero risultare protagoniste a disertare nuovamente l'appuntamento; soprattutto però bisognerà ripartire dalla volontà di andare avanti per evitare annate come il 2009 in cui il Matteotti non venne disputato.

Chiosa finale per il Commissario Tecnico Paolo Bettini che ha sottolineato «l'importanza dell'avvicinamento al mondiale, dove tutti coloro che faranno parte della spedizione, nonché i componenti del gruppo di lavoro creato con la nazionale, hanno un ruolo importante». Tra questi anche Oscar Gatto «che- continua il livornese due volte iridato da corridore- sa tenere bene su percorsi esigenti come quello del Matteotti e fa assolutamente parte dei corridori sotto osservazione ed i tanti i nomi in ballo sono un segnale che l'azzurro piace ancora molto», anche se naturalmente per il commissario tecnico è ancora assai presto per sbilanciarsi su un'eventuale convocazione del corridore veneto. Ultima importante annotazione sulla pista: «È un'occasione utile a professionisti per crescere nonché frutto di collaborazione tra i vari tecnici e gli ultimi risultati costituiscono un segnale importante (il riferimento è ai recenti successi di Viviani e Cimolai in Portogallo, ndr)».

Vivian Ghianni

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