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Tour de France 2011: Andy, impresa superba! - Attacco sull'Izoard, volano i minuti. Contador out, Voeckler salvo per 15" | Cicloweb

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Tour de France 2011: Andy, impresa superba! - Attacco sull'Izoard, volano i minuti. Contador out, Voeckler salvo per 15"

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Andy Schleck, autore dell'impresa dell'anno nella tappa del Galibier © Bettiniphoto

L'Andy Schleck che non ti aspetti compie un'impresa strepitosa, attacca sull'Izoard a 62 km dal traguardo, guadagna sul Lautaret quasi 5' sul gruppo della maglia gialla e va a vincere nella tappa forse più dura del Tour, quella dei tre mostri alpini (Agnello, Izoard e Galibier), quella dell'arrivo più alto della storia della Grande Boucle (a quota 2645 metri s.l.m.), quella in cui o la andava o la spaccava, a patto di osare. Andy ha osato, è tornato finalmente il corridore che avevamo ammirato al Giro 2007, al Tour 2008, alla Liegi 2009... quel corridore che pareva essersi perso in mille remore mentali, e che invece oggi è esploso in tutta la sua forza e bellezza. Un'impresa fantastica, che resterà nella memoria, e che conferma quanto il ciclismo senza coraggio non vale nulla, mentre invece col coraggio è lo spettacolo più bello del mondo.

Al giorno perfetto (o quasi, perché la maglia gialla viene eroicamente difesa da Voeckler per appena 15") di Andy, ora secondo nella generale, fa da contraltare il crollo verticale di Alberto Contador: dopo le ultime due tappe, il madrileno era atteso come colui che avrebbe ribaltato il Tour, invece ha traccheggiato per tutto il giorno, per poi andare in crisi nera sul durissimo finale del Galibier, rimbalzando così indietro in classifica: per il capitano della Saxo Bank si profila la prima sconfitta in un GT dopo sei vittorie consecutive: anche questo dato ci dice quanto questa Pinerolo-Serre Chevalier resterà negli annali.

La prima fuga, il Colle dell'Agnello senza sussulti, il progetto Leopard
A un km dal traguardo volante di Verzuolo, dopo un inizio a ritmi vertiginosi (50 km/h per la prima ora di gara), parte la fuga del mattino. Dapprima sono in 7, poi 16, poi 19, e andiamo a elencarli: Duque (Cofidis), Posthuma e Monfort (Leopard), Delaplace (Saur), Devenyns (Quickstep), Tjallingii (Rabobank), Bookwalter e Burghardt (BMC), Pérez Moreno e Urtasun (Euskaltel), Irizar (RadioShack), Erviti (Movistar), Hondo (Lampre), Navardauskas (Garmin), Iglinskiy (Astana), Roche (AG2R), Delage (FDJ) e Silin (Katusha). Interessante vedere come la Leopard degli Schleck mandi due uomini in avanscoperta (idem la BMC di Evans), mentre fa sensazione l'assenza di uomini Saxo Bank (per Contador) e Liquigas (per Basso).

La fuga supera i 9' di vantaggio, ma il destino degli attaccanti è comunque segnato: già sul Colle dell'Agnello, sotto l'impulso dei due Leopard, il gruppetto si fraziona, al Gpm passa per primo Iglinskiy (che allunga in discesa) davanti a Hoogerland e Devenyns, e il plotone (anch'esso tirato dai Leopard, in particolare O'Grady) ha un distacco sceso a 5'20". In anticipo rispetto al gruppo dei migliori, un drappello con grandi delusi delle prime due settimane di gara come Gesink e Leipheimer, con una coppia Astana formata da Di Gregorio e Zeits, e poi con Moncoutié, Westra, Arroyo e Jeannesson (interessato alla lotta per la maglia bianca).

Della lotta tra big sperata sul primo dei tre over 2000 di giornata, neanche l'ombra; al contrario, Contador, l'uomo più atteso, se n'è stato tranquillo in coda al gruppo; Basso e Cunego, non pervenuti.

La picchiata dall'Agnello vede un tentativo di Gilbert (che a dire il vero ci aveva già provato, senza fortuna, sulla salita): il vallone apre la strada a Vanendert, si accodano anche De Weert e - udite udite! - Voeckler, il quartetto guadagna qualcosina ma nel corso della discesa il gruppo riprende tutti, anche il drappello di Gesink: tutto da rifare. A inizio Izoard (a circa 65 km dal traguardo) dal plotone scatta Bouet (verrà ripreso), mentre continua il doppio forcing dei Leopard, coi due fuggitivi davanti e Voigt e O'Grady dietro a scandire il ritmo. E il tutto ha un senso, e ne abbiamo la riprova quando, ai -62 (a 7 dalla vetta dell'Izoard), parte Andy Schleck.

Andy solo sull'Izoard, un momento atteso per anni
Rolland, uomo di fiducia di Voeckler, prova a tenere il lussemburghese, ma capisce subito che sarà il caso di non sfinirsi per stare con Andy. Contador mette subito un uomo in testa (Navarro) e si porta anche lui dalle ultime alle prime posizioni del gruppo maglia gialla. Schleck in un lampo guadagna comunque un minuto, e Evans conviene che anche lui deve spendere i gregari: lo fa con Bookwalter e poi Burghardt, "raccattati" strada facendo (erano tra i fuggitivi del mattino). Ma sia i luogotenenti BMC, sia Posthuma, trovato da Schleck a 3 km dal Gpm, non durano che lo spazio di un respiro. La lotta è già in gran parte tra i capitani.

Ciò non vale per Basso e Contador, che possono chiedere a Szmyd e Navarro di fare il ritmo in testa al gruppo. In ogni caso Schleck junior va più forte di tutti: al Gpm dell'Izoard, dove Iglinskiy (ancora solo in testa) scollina con 1'15" su Roche e qualcosa in più su Monfort, Devenyns e Silin (sono gli unici superstiti della fuga del mattino), Andy ha 2'14" sul gruppo maglia gialla (dal quale, degli uomini ben messi in classifica, manca solo Urán). Un vantaggio di tutto rispetto per il lussemburghese, che vive una giornata che i suoi tifosi hanno atteso per anni (un attacco serio sulle montagne, that's cycling!), e che appena iniziata la discesa trova anche Monfort, che gli dà una grande mano sulla picchiata (coi due Leopard ci sono sempre Devenyns e Silin), tanto che viene presto raggiunto anche Roche.

Le notizie dal gruppo dicono di una caduta di Urán (che stava per rientrare sui migliori) e di un tentativo d'allungo di Vanendert, presto ripreso. A Briançon, 38 km dal traguardo, il gruppetto Schleck, sempre trainato da Monfort, è a 1' da Iglinskiy e ha quasi 3' di vantaggio su Voeckler e soci. Contador cambia bici al volo prima del Lautaret, e nel drappello dei big appare chiarissima un'alleanza tra Alberto (che ha accanto il solo Navarro) e Samuel Sánchez, che invece ha a disposizione ancora tre uomini, ovvero Verdugo, Egoi Martínez e Urtasun.

Lautaret, siamo vento nel vento
Il primo a capirlo, e a scontrarcisi con tutta la faccia, è Maxim Iglinskiy: appena preso l'immondo (ci si perdoni il termine forte) stradone che porta al Lautaret, il kazako dell'Astana, preso a schiaffi dalle folate, opta per un più diplomatico rialzarsi e attendere il trenino Leopard che sopraggiunge da dietro col massimo vantaggio toccato sul gruppo (3'15") e con Andy Schleck saldamente vestito di giallo virtuale. I primi 2 km di pseudosalita sono però tremendi per gli attaccanti, che perdono rapidamente 30" sull'impulso degli Euskaltel, dietro. Però quando anche Devenyns decide di collaborare con Monfort, il margine torna a salire: a 20 km dal traguardo il vantaggio è fissato a 3'40", un'enormità, su un gruppo formato da circa 40 uomini eppure incapace di recuperare sui coraggiosi di giornata.

I fuggitivi guadagnano ancora fino ai -18 (si toccano i 3'50"), poi Monfort esaurisce di botto la benzina e si ferma. Si incarica direttamente Andy di fare il lavorone in testa (perde via via dalla sua scia anche Devenyns e Silin), e tiene gli avversari a una distanza di sicurezza, anzi a tratti riguadagna pure terreno (arrivando a +4'), finché, a 15 km dalla fine, Contador deve mettercisi da sé, in testa al gruppo per provare a recuperare qualcosa. Evans arriva alla stessa conclusione, e collabora con Alberto. Ma ugualmente si procede a strappi, non c'è peraltro aiuto da parte di altri uomini di classifica (Sánchez, Basso, i Garmin, men che meno Voeckler con Rolland), il margine di Schleck raggiunge e supera i 4'10", mentre dietro va in scena il balletto dei pecoroni.

Ai -12 (con un gap ormai vicino ai 4'20") Contador rimette Navarro in testa, ma non serve a niente: là davanti Andy continua a danzare sulla sua bici e a guadagnare: quasi 4'30" ai -11 km dalla vetta del Galibier, eppure Iglinskiy e Roche, in fuga dal mattino, continuano a resistere agganciati al lussemburghese, quindi il ritmo non è del tutto asfissiante, eppure il vantaggio aumenta: segno che il gruppo non va proprio avanti.

Il Galibier e la resa dei conti: il crollo di Contador
Non va avanti, il gruppo, e così in effetti non sì può andare avanti. Evans reagisce all'immobilismo e scatta agli 11 km; il suo attacco fa male prima al gruppo maglia gialla (riducendolo parecchio; tra gli altri, Samuel Sánchez deve impegnarsi, dopo un guaio meccanico, per non farsi staccare dagli altri uomini di classifica), ma anche a Andy, che intanto ai -10 stacca Roche e ai -8 anche Iglinskiy. Ma il lussemburghese inizia a perdere sensibilmente: proprio ai -8, all'imbocco del Galibier, il margine rispetto a uno scatenato Evans (e a quelli che tengono la ruota di Cadel) è sceso a 3'30".

Tra i big, Sánchez è quello che soffre di più, per un po' fa l'elastico sotto i colpi di Evans, e poi ai 7 km salta definitivamente. Ai 6 km molla Danielson; ai 5.5 si stacca Taaramäe; ai 5 Vanendert scoppia e fa il buco a Contador (che, con Fränk sulla ruota, deve fare uno scattino per rientrare su Evans, Basso, Cunego, Voeckler e Rolland). Il margine di Andy è stabile sui 3'10", e ciò va benissimo al corridore lussemburghese, che fino ai 3 km è sempre maglia gialla virtuale.

Proprio lì, ai 3 km, accade l'impensabile: Alberto Contador, che in precedenza (sull'Izoard) si era fatto dare un'occhiata dal medico di corsa, va in piena sofferenza e si stacca. Prova a dar fondo alle energie per rientrare sul gruppetto sempre tirato da Evans, ma salta del tutto anche lui. Negli ultimi 2 km Rolland dà finalmente un cambio (ma uno solo) a Evans, e ai 1500 metri tocca a Cunego avere un momento di appannamento (si stacca poi all'ultimo km).

Intanto Andy va a coronare la sua magica giornata vincendo a braccia alzate a Serre Chevalier, e iniziando a contare i secondi che passeranno fino al passaggio dei primi inseguitori, per capire se potrà prendere anche la maglia gialla. Evans, inesauribile, è sempre davanti, e con Rolland che finisce anche lui la benzina, nel drappello restano in 4: con Cadel ci sono solo Fränk Schleck, Basso e Voeckler.

Sulle ultime, durissime rampe del Galibier, Fränk va a prendersi il secondo posto di giornata, per una doppietta memorabile dei fratelli Schleck. Il maggiore dei due paga al minore 2'07"; a 2'15" passa Evans, a 2'18" Basso, a 2'21" un Voeckler strepitoso, che riesce a difendere coi denti e con la lingua di fuori quella maglia gialla che in questi ultimi 20 anni solo Indurain, Armstrong e Cancellara hanno vestito per più giorni rispetto a lui, il piccolo grande alsaziano.

Rolland, degno compagno di T-Blanc, transita a 2'27", poi Cunego a 2'33": niente da dire, continua il bel Tour del veronese. Gli sconfitti si chiamano Danielson (nono a 3'25"), Vanendert (14esimo a 3'50"), soprattutto Contador (15esimo a 3'50"), e poi Sánchez (18esimo a 4'42") e Urán (27esimo a 7'31", persa la maglia bianca a beneficio di Taaramäe).

La classifica è apertissima: Voeckler in giallo precede di soli 15" Andy, di 1'08" Fränk, di 1'12" Evans. Poi un bel salto fino a Cunego, quinto a 3'46" con lo stesso tempo di Basso sesto. Contador è ora settimo a 4'44", SSG ottavo a 5'20", Danielson nono a 7'08" e Peraud (uno dei più regolari) decimo a 9'27". Il Tour, dopo aver sonnecchiato sui Pirenei, si è infiammato alla grande sulle Alpi. Domani, all'Alpe d'Huez, una tappa cortissima e decisiva: a questo punto, non vediamo l'ora di continuare a godere dello spettacolo.

Marco Grassi

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