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Tour de France 2011: Un'altra stantia processione - Ottimo Vanendert, bravo SSG, tra gli altri alla fine no contest

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Jelle Vanendert, splendido vincitore di Plateau de Beille © www.omegapharma-lotto.be

Se stamattina chiedevamo ai corridori impegnati nella 14esima tappa del Tour di emozionarci, stasera ci ritroviamo, come troppo spesso dopo i tapponi della Boucle, a fare i conti con l'ennesima delusione. A parte Jelle Vanendert e Samuel Sánchez, già strepitosi attaccanti giovedì verso Luz-Ardiden, capaci di staccare anche oggi tutti e di arrivare primo e secondo, tra gli altri uomini di classifica tutto si risolve con una sorta di no contest, praticamente nessun distacco, a parte Cunego che paga una quarantina di secondi. Resteranno nei ricordi le progressioni tentate da Basso, e la sempre più baldanzosa resistenza di Voeckler in giallo, ma di ricordi sbiaditi presto si tratterà.

La fuga del giorno parte dopo appena 5 km ed è bella corposa: 20 uomini, per la precisione Gerdemann e Voigt (Leopard), Izagirre (Euskaltel), Mollema e Sánchez Gil (Rabobank), Millar (Garmin), Di Gregorio (Astana), Koren (Liquigas), Riblon e Bouet (AG2R), Zandio (Sky), Chavanel (Quickstep), Casar, Delage e Vichot (FDJ), Quinziato (BMC), El Fares (Cofidis), Charteau (Europcar), Silin (Katusha) e Marcato (Vacansoleil); come se non bastasse, altri 7 si mettono alle calcagna dei primi, e sono Malori (Lampre), Pérez Moreno (Euskaltel), Pineau (Quickstep), Iglinskiy (Astana), Ventoso, Rui Costa e Gutiérrez (Movistar).

Con la Europcar della maglia gialla Voeckler che non si spreca troppo a limitare il margine, viene affrontato subito il Portet d'Aspet, sulle cui rampe il secondo gruppetto perde 3 elementi (e restano davanti solo Malori, Pérez, Pineau e, con qualche difficoltà, Rui), e sulla cui vetta Delage va a sprintare per togliere punti a eventuali avversari del suo compagno (in FDJ) Roy, portatore della maglia a pois. Al Gpm i 20 hanno 1'05" di vantaggio sul secondo quartetto, e quasi 5' sul gruppo. Delage ci prende gusto a far volatine, e si aggiudica pure quella del traguardo volante di Orgibet, su Millar.

Tra i 20 di testa non si possono non notare Linus Gerdemann e Jens Voigt, due dei più forti gregari della Leopard: mandati in avanscoperta per fungere da punto d'appoggio in caso di un attacco degli Schleck, o solo per essere a disposizione per tirare il gruppo dei migliori sull'ultima salita? Sta di fatto che anche sulla seconda salita di giornata, il Col de la Core non succede niente di rilevante, se non che il vantaggio dei 20 supera i 6', che poi i 20 diventano 24 visto che rientrano Malori e soci, e che nelle retrovie del gruppo una telecamera resta piazzata a seguire discretamente ma non troppo le mosse di Mark Cavendish, accusato da più parti (principalmente da Rojas e Gilbert, rivali per la maglia verde) di superare le salite attaccato a questa o quella macchina (accuse che peraltro già al Giro vennero mosse all'inglese, ricordiamo Belletti e Ventoso particolarmente indignati).

Sulla discesa del Col de la Core, dopo che Delage è transitato in testa anche su questo Gpm, partono a spron battuto Millar, El Fares e Casar (che tra i 24 è il più vicino in classifica, coi suoi 8'47" di ritardo da Voeckler), e il gruppo lascia fare al punto che il terzetto porta a 9' il suo vantaggio.

Latrape, Agnes, Lers: le fatiche si sommano
Ci si deve mettere la Leopard, in testa sin dall'inizio del Latrape, per ridurre il gap dagli attaccanti di giornata a quote inferiori agli 8'. Al Gpm Casar precede El Fares e Millar, e sulla successiva discesa Riblon rientra sui tre. A inizio Col d'Agnes Millar perde le ruote dei migliori, e viene raggiunto e superato da Silin, fuoriuscito (con Di Gregorio, Charteau, Voigt, Izagirre e Zandio, poi staccati) dal gruppo dei primi inseguitori; ma pochi chilometri più su tutti i citati si riunificano in un drappello di testa, su cui poi rientrano anche Gerdemann e Chavanel (che conquista anche i punti Gpm per il primo, su Charteau). Il gruppo tirato sempre dai Leopard (su tutti Cancellara e O'Grady) vede staccarsi Roche e, in discesa, cadere malamente Ten Dam, mentre il distacco dai primi cala.

Al Gpm del Port de Lers (50 km dalla fine), su cui passa per primo Izagirre (avvantaggiatosi sulla discesa dell'Agnes), il gruppo ha poco più di 5' di ritardo dal battistrada, e sulla successiva discesa Voigt cade per ben due volte (lungo su un tornante, scivolone su un altro). Il basco in testa si rivela un ottimo discesista e guadagna 1'30" sui primi inseguitori, i quali, tra una serie interminabile di attacchi e contrattacchi, si riportano sull'uomo Euskaltel a poco più di 20 km dal traguardo. Tutti sforzi destinati comunque ad essere frustrati sulla salita finale, lungo la quale uno dopo l'altro tutti gli attaccanti del mattino vengono ripresi e staccati dal gruppo.

La salita finale
Chi sperava che i citati Voigt e Gerdemann fossero in avanscoperta per dare un aiuto a un eventuale attacco schleckiano, è destinato a rimanere deluso quando vede che i due tornano più utili a dare qualche trenata in testa al gruppo, una volta ripresi. Casar resta da solo in testa, ma il gruppo (da cui fuoriesce Barredo) si avvicina chilometro dopo chilometro, tirato anche dai Garmin (nella fattispecie da Vande Velde, a beneficio di Danielson).

A 11 km dal traguardo, Andy Schleck rompe infine gli indugi: propone uno scatto che fa subito staccare tutti gli uomini di Contador, riducendo il drappello dei migliori a una quindicina di unità; dopo un'iniziale sofferenza, Basso e Cunego rientrano sul plotoncino. Ai 10 km Andy ci riprova, solo Vanendert lo tiene, ma il lussemburghese si ferma al primo tornante. Il cambio di ritmo fa ancora male sulle prime a Basso e Cunego, mentre Contador fatica più del lecito per prendere le ruote di Andy, Jelle e di Fränk, Evans e Voeckler, che hanno risposto subito al tentativo del minore dei fratelli Schleck.

Ancora una volta Basso riesce a riportare sotto gli altri (alle sue spalle anche Samuel Sánchez, Peraud, Rolland e Uran oltre a Cunego), ma Schleckino propone il terzo scatto in serie, e stavolta a chiudere è Voeckler in prima persona, mentre sembrano pagare dazio Cunego e Peraud, che però rientrano in fretta, visto che il fratellino non dà seguito alle sue azioni.

Idem il fratellone, se è per questo: Fränk ci prova ai 9 km, ma anche lui si ferma subito, e il drappello è sempre composto dai 12 suindicati (gli Schleck, Contador, Basso, Cunego, Voeckler, Rolland, SSG, Peraud, Evans, Uran e Vanendert), mentre Danielson si sfila. Il copione resta sempre lo stesso: gli scattini di Andy (un altro ai 7.5 km) vengono rintuzzati dall'inseguitore di turno (anche Contador), e il gruppetto di quelli meno scattanti (Basso in testa) perde qualche metro per poi rientrare in progressione. Ai 7 km prova a spezzare questa recita Vanendert, sempre più sorprendente in questo Tour: il belga trova un minimo di spazio, e ai 6.5 km prende e stacca Casar, ultimo dei superstiti in fuga.

Gli uomini più propriamente noti come «quelli di classifica» sono invece abbastanza deludenti. Onde evitare nuovi scatti, Basso si mette a fare un buon ritmo in testa al gruppetto, un ritmo che fa male a Cunego che si stacca ai 6 km (anche se non molla), mentre Vanendert tutto solo prende 20" di margine. Il varesino propone un'altra progressione delle sue ai 5.5 km, ma il battistrada va ancora più forte di quelli che lo inseguono, e ai 5 km il suo vantaggio è salito a 29". Ivan ci riprova ancora, ed è di nuovo Voeckler a incaricarsi di chiudere sull'uomo che attacca.

Ai 4.5 ci prova allora Samuel Sánchez, chiuso da Andy; non demorde, l'asturiano, e riparte ai 4 km, e stavolta riesce anche lui a guadagnare qualcosa, mentre anche Rolland si stacca dal gruppetto dei migliori (ma rientra subito dopo).

Ai 2.5 km Basso piazza il suo attacco più feroce, Peraud è il primo a rispondere, poi si riporta sotto Evans che va in contropiede, tenuto da Andy, Voeckler, Contador e un Basso molto in palla. Fränkie si annebbia un attimo, come Peraud, ma entrambi rientrano ai 1700 metri. I due fuorusciti sono comunque ormai imprendibili: Vanendert va a cogliere il successo più bello della sua carriera, Samu Sánchez chiude al secondo posto a 21" dal belga vincitore, mentre la lunga volata del gruppetto dei migliori vede Andy (a 46" da Jelle) anticipare di 2" Evans, Uran, Contador, Voeckler, Fränk, Peraud, Rolland e Basso. Cunego paga circa 40" agli altri uomini di classifica, e la generale che risulta dall'ultima frazione pirenaica vede Voeckler confermatissimo in maglia gialla, con 1'49" su Fränkie, 2'06" su Cadel, 2'15" su Andy, 3'16" su Ivan, 3'44" su SSG, 4' su Contador, 4'01" su Damiano, e poi, a completare la top ten, 5'46" su Danielson e 6'18" su De Weert.

Marco Grassi

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