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Tour de France 2011: Evans-Contador, son già scintille - Cadel al fotofinish. Distacchi minimi, Hushovd resta in giallo

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Contador esulta, ma è Evans che ha vinto a Mûr-de-Bretagne. Alle loro spalle Vinokourov, terzo © Bettiniphoto

Un'attesa lunga un giorno per assistere a un primo scontro col coltello tra i denti tra i big della classifica, sul Mûr-de-Bretagne. In classifica non cambia chissacché (men che meno la maglia gialla, rimasta sulle spalle di Thor Hushovd), son pochi i secondi che ballano, ma vedere Evans e Contador lottare per il successo di giornata, con l'australiano a imporsi sullo spagnolo, è già un bello spettacolo.

Dopo tre giorni di sole, la pioggia irrompe sulla corsa e regala scenari da classiche belghe. Del resto è un clima coerente col fatto che si arrivi su un Mûr. Prima ancora della partenza reale (da Lorient), Damiano Cunego cade e riporta qualche contusione, comunque nulla di grave. La fuga del giorno parte dopo 9 dei 172 km totali, ed è animata da 5 corridori: Johnny Hoogerland (Vacansoleil), Gorka Izagirre (Euskaltel), Imanol Erviti (Movistar), Jérémy Roy (FDJ, già in fuga il primo giorno) e Biel Kadri (AG2R). Il quintetto guadagna fino a 4'15", ma il traguardo su quello strappetto fa gola ad almeno due corridori: uno è Philippe Gilbert, ovvio favorito di giornata; l'altro è Cadel Evans, che oltre a poter far molto bene sulla rampa d'arrivo, è anche in odore di maglia gialla. Ergo, Omega Pharma e BMC si mettono in testa e impediscono ai fuggitivi di prendere il largo, riportandoli a un margine che balla sempre tra i due e i tre minuti.

Pochi dettagli di cronaca per tutto il giorno: Hoogerland vince sia il Gpm di Côte de Laz, sia il traguardo volante di Spézet, mentre i velocisti del gruppo oggi non si scapicollano come avevano fatto ieri allo sprint intermedio: è Farrar ad aggiudicarsi il sesto posto davanti a Rojas, comunque la classifica a punti resta uno dei temi caldi di questo avvio di Tour. Qualche foratura tra i 60 e i 50 km dalla fine (Wiggins e Luis León Sánchez, ma anche uno dei fuggitivi, Izagirre), poi ai -40 la Liquigas affianca BMC e Omega Pharma in testa, col chiaro intento di tenere Basso lontano dai guai: troppo caldo il ricordo del ventaglio di ieri sul Pont de Saint-Nazaire, in occasione del quale Ivan aveva perso le ruote dei migliori.

Quando anche la Garmin si aggiunge ai team in testa al plotone, il margine degli attaccanti inizia a scendere progressivamente: a 20 dal traguardo (quando una foratura crea qualche grattacapo a Evans, che però recupera presto) il distacco è di 1'30", ai 10 km è ormai inferiore al minuto, ma a quel punto un po' tutte le squadre dei più forti della classifica cercano di tenere le posizioni di vertice del gruppo, sicché il recupero sui battistrada è praticamente fisiologico.

Se ne rendono conto, i cinque, e allora Izagirre tenta l'assolo a meno di 8 km dal traguardo: Hoogerland fiuta la preda e non la molla, e i due restano da soli al comando, ma non hanno evidentemente le forze per proseguire a lungo, tanto che nel giro di 2 km gli altri tre li riprendono. In ogni caso il gruppo è ormai vicino, e ai -4 l'avventura dei fuggitivi finisce; nello stesso momento, inizia un'altra tappa, quella che culminerà sul Mûr-de-Bretagne; e quest'altra tappa inizia con Cancellara e i Leopard davanti, ma Fabian fa in tutto e per tutto il gregario a beneficio della famiglia Schleck, e si stacca appena la strada sale ai 3.5 km.

I BMC rilevano perciò i Leopard davanti, con grande impegno di Hincapie che tira per quasi 2 km, ma gli occhi di tutti sono puntati inevitabilmente su Gilbert. E invece, ai 1500 metri, è nientemeno che Alberto Contador a dar fuoco alle polveri, rispondendo così più che altro a se stesso e alle titubanze che ne hanno caratterizzato questo avvio di Tour. Alla ruota dello spagnolo si pone subito lo stesso Gilbert, e a seguire poi un gruppetto con Evans, Fränk Schleck, Devenyns (che prova pure un allungo), Vinokourov, Uran e un Hushovd strepitoso, in tutto deciso a difendere la maglia gialla dall'assalto di Evans. Uran prova lui uno scatto, ma Vinokourov lo stoppa.

Van den Broeck prova a tenere alto il ritmo nel chilometro finale a beneficio di un Gilbert a cui però manca qualcosa rispetto alla prima tappa: l'atteso scatto del vallone non arriva, a meno di non voler considerare tale uno scattino telefonato ai 500 metri. Arriva invece la volata, lanciata ai 350 metri da Contador. Ma Alberto non fa un bellissimo sprint (e tiene le mani alte sul manubrio, tra l'altro); Evans invece sì, lestissimo a prendere la ruota del madrileno, a metterglisi davanti e a resistere con le ultime energie al ritorno del capitano della Saxo Bank.

Per pochi centimetri l'australiano vince la tappa (malgrado Contador, autoingannandosi, accenni un gesto di esultanza), ma non riesce ad accoppiarla alla maglia gialla, visto che Hushovd chiude nel gruppetto dei primi 10 e salva il primo posto in classifica: tra lui e Cadel c'è sempre il solito secondo. Terzo di giornata Vinokourov, poi con lo stesso tempo Uran, Gilbert, Hushovd, Fränkie, Samuel Sánchez, Van den Broeck e Klöden.

Tra gli uomini di classifica, 6" li pagano Wiggins e Basso (anche meglio rispetto alle attese, il varesino), 8" Cunego (sempre se è un uomo di classifica), Kreuziger, Horner, Gesink, Hesjedal, Leipheimer, un Andy Schleck un po' appannato sulle pendenze più dure del muro, e Brajkovic. Domani da Carhaix a Cap Fréhel tappa non troppo lunga (164 km) e adatta ai velocisti, anche se il percorso sarà tutto un piccolo saliscendi: e chissà che qualche contropiede nel finale non possa anticipare lo sprint generale.

Marco Grassi

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