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Giro del Trentino WE 2011: Johansson, colpo di classe a Cles - Tappa a Emma, generale a Judith Arndt

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Emma Johansson vittoriosa a Cles nell'ultima tappa del Giro del Trentino © Ufficio StampaC'è Emma di Svezia, una che non appare ma è sempre presente, una che se fosse tanto vincente quanto bella potrebbe vantare un palmarès di prim'ordine. Una che senza la Vos tra le ruote avrebbe vinto molto più che un argento olimpico ed un bronzo ai Mondiali di Melbourne. Una che si è sposata a Gennaio con il suo ds, Martin Vestby, perché lavorare in famiglia è meno stressante.

Si è conquistata, col tempo, la fama di eterna piazzata. Eppure talvolta tira fuori dal cilindro una vittoria. Era capitato sabato scorso, nella seconda semitappa dell'Emakumeen Bira con arrivo a Deba; è accaduto nuovamente oggi, nell'ultima frazione di un Giro del Trentino che finisce nella bacheca di Judith Arndt. La tedesca, dopo la vittoria di ieri a Termon di Campodenno, aveva mandato un segnale piuttosto forte e deciso a tutto il gruppo: qui comando io.

Si parte da Castel Thun, davanti 72 chilometri da percorrere verso Cles, sopra ai caschetti delle donzelle pedalanti finalmente il sole fa bella mostra di sé, dopo due giornate uggiose e piovose. Al primo ed unico Gpm di giornata Svetlana Bubnenkova mette al sicuro la sua maglia verde, transitando per prima a Cavareno. 

La corsa non è affatto decisa, Judith Arndt ha solo 10" sulla Guderzo e 12" sulla Pooley. Difficile che l'HTC-Highroad lasci spazio ad attacchi pericolosi ma tentar non nuoce. Lo scatto che fa male arriva da Malo, provincia di Vicenza, ed è opera di Elena Berlato, una che scatta, lotta, appare, è concreta e cerca sempre la vittoria, la prima tra le élite. In classifica l'orsetta non si trova proprio a ridosso delle prime ma dimostra, se ce ne fosse stato bisogno, che la gamba per il Giro gira eccome. Guadagna poco, la Berlato, non più di 30" in questa su a sortita spettacolare. Il tempo di uscire da Cles e viene ripresa dal gruppo. Brava, peccato, sarà per un'altra volta.

Il pericolo per la Arndt arriva nel finale e di nome fa Emma, di cognome Pooley (la precisazione è d'obbligo, viste le generalità di chi ha vinto la tappa). Scatta come solo lei è capace di fare, con quelle gambe che mulinano velocemente e guadagnano terreno in un attimo. Se non la riprendi subito non la riprendi più. Questo dev'essere il succo del discorso di Arndt a Ina-Yoko Teutenberg, che con prontezza stoppa l'affondo della Campionessa britannica.

La vincitrice della prima tappa del Giro del Trentino riporta il gruppo sulla Pooley, quindi si mette a completa disposizione della sua capitana. Sul traguardo di Cles si presentano così in ventinove, la contesa si risolverà allo sprint, è lapalissiano. La più veloce è la Johansson, che pure era stata battuta in volata dalla seconda di oggi, Judith Arndt, nel fine settimana di gare in Lussemburgo. Due volate perse su due per Emma di Svezia.

Oggi le parti s'invertono, Judith non ha bisogno di vincere per portare a casa la corsa e probabilmente vorrà tenersi qualche buon colpo per il Giro, in cui sarà tra le favorite per la vittoria. «Oggi la prima che voglio ringraziare è Ina-Yoko Teutenberg - dirà la Arndt a fine gara. Ha svolto un ottimo lavoro e si è messa a disposizione per tirarmi la volata. Ora l’obiettivo principale è il Giro, so che è molto duro ma mi son preparata bene. Avremo una squadra forte e competitiva. Evelyn Stevens sarà la compagna che in salita mi starà vicina. Non ho visionato il percorso, ad ogni modo preferisco le salite non troppo lunghe. Insomma, son sicura di poter dire la mia».

Dietro a Johansson ed Arndt ecco Malgorzata Jasinska, Campionessa Nazionale polacca che corre per Brunello Fanini. Sempre più brava Rasa Leleiyvite, settima, che, dopo le vittorie a Cornaredo ad ai Muri Fermani, s'è dimostrata atleta per tutti i terreni: tiene su salite non troppo lunghe ed ha la forza esplosiva delle migliori velociste. In futuro potrà dire la sua in molte corse di prestigio.

La prima italiana al traguardo è l'altoatesina Eva Lechner, quinta, seguita da Rossella Callovi. Miglior giovane, Rossella, (sesta nella generale), nativa di Cles, ha patito un po' questa frazione e punta ai Campionati Italiani («Nella corsa tricolore, spero di essere davanti fino alla fine per giocarmi le mie carte»), quindi al Giro. Da segnalare il nono posto della giovane della Gauss, Susanna Zorzi, attesa nelle prossime settimane dall'Esame di maturità. La maturità ciclistica non è ancora raggiunta ma la strada imboccata pare essere quella giusta. La generale vede Arndt davanti alla vincitrice odierna, Emma Johansson, e Tatiana Guderzo in terza posizione.

In ottica Giro questa tre giorni trentina ci consegna una Arndt solida e solita, forte quando si dev'esser forti e capace di azioni concrete anche se non spettacolari. La Johansson ha tenuto bene in salita e su percorsi misti è una delle più temibili e la Pooley ha giocato un po' a vincere, un po' a scattare, un po' a nascondersi. Subirà una marcatura a uomo, questo è certo.

Per i colori italiani Tatiana Guderzo fa capire che al Giro potrà aiutare - o essere aiutata - da Fabiana Luperini, praticamente non pervenuta in tre giorni di gare. C'è poi la Berlato, che con tante salite non ha che da chiudere gli occhi e scegliere una tappa a caso, ché al Giro di salita ce ne sarà tanta, per alcune anche troppa.

E ci saranno le giovani in grado di stupirci, capitanate dalla brava Callovi («Al Giro sarà importante sapersi gestire bene e recuperare») e con Scandolara e Longo Borghini (12esima in classifica al Trentino nonostante una lieve influenza) in grado di stupire.

C'erano tutte le prossime protagoniste del Giro, in Trentino. Tutte meno la Bronzini e la Vos, per fare due nomi. La prima ha colto tre vittorie al Nature Valley Grand Prix, corsa a tappe statunitense, la seconda ha ottenuto due vittorie di tappa e la classifica generale della RaboSter Zeeuwsche Eilanden, corsa a tappe olandese.

Si dice che le assenti abbiano sempre torto. Con questi numeri, con questi nomi, con tante e tali vittorie, la regola è sempre valida?

Francesco Sulas

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