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Muri Fermani 2011: Una Fermo abbraccio per Marina - Vittoria con dedica di Rasa Leleivyte

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Dopo Cornaredo la lituana Leleivyte vince anche a Fermo © Davide RonconiCi sono muri che ad abbatterli sono serviti fiumi di sangue e lacrime. Muri che dividevano zone e univano speranze. E poi altri ancora, ai quali affidare le proprie preghiere in un semplice pezzo di carta. Muri pieni di rabbia colorata che si trasforma in arte e muri imponenti ben nascosti in qualche angolo della mente o del corpo. Ci sono altri muri sui quali serve solo abbracciarsi, più forte che si può, per dire tutto quello che dalle parole non può passare, e sentire tutto quello che il cuore ancora vuol sentire.

Rasa Leleivyte chiede sangue alle sue gambe per superare quei metri che la dividono dall'abbattere quel muro. Forse c'è anche rabbia, ci sono state lacrime e non sono mancate le preghiere, ma oggi scalando l'erta della "Costa del ferro" si è tutto condensato in un unico grande abbraccio con Marina Romoli. Loro che un anno fa erano unite dagli stessi colori sulla maglietta, si ritrovano ancora unite in un abbraccio sincero, dove non esistono né confini cromatici, né di altro genere. Forza Marina si pronuncia ovunque con la stessa convinzione.

Marina Romoli un anno e un mese fa lottava a suon di fuorisoglia sulle pendenze aspre della Costa del Ferro. Un anno fa si scontrava col tragico destino perdendo l'uso delle gambe. Ma non la voglia di lottare, no, quella mai. Ed infatti oggi, nelle sue Marche, era lì a dare il via alle sue amiche e colleghe, con al bandierina bianca e nera. C'era oltre l'ultimo metro e pure nel nome della gara stessa: "Muri Fermani – Le Nostre Fiandre – Gianmarco Lorenzi Forza Marina". Di Fiandre, non ce ne vogliano gli organizzatori, ce ne sono state sicuramente poche nella gara dell’entroterra marchigiano. In compenso però di Marina c'era molto, e molti c'erano per lei.

Per la seconda edizione dei "Muri Fermani" si sono date appuntamento in 83 al via da Fermo. I chilometri da percorrere erano 121 e i muri da scalare, a dispetto del nome della manifestazione, uno soltanto. Il percorso infatti prevedeva un primo circuito pianeggiante da ripetere 7 volte, ed un altro di 15 km, ugualmente senza nessuna asperità, da ripetere per 4 volte. Il tratto più impegnativo altro non consisteva che in una stretta strada di campagna con impercettibile pendenza all'insù, ma nulla di davvero preoccupante. In definitiva, a creare più di un pensiero alle atlete in gara, è stato il muro finale: una rampa di un km con pendenza massima del 18% che terminava a 1.5 km dall'arrivo fino al quale comunque la salita, seppur più facile, non concedeva tregua.

Dopo il via ufficiale dato a Campiglione di Fermo, si sono susseguiti numerosi tentativi, tutti di breve durata. L'unico allungo degno di cronaca è quello della Pauliukaite (Colavita Forno D'Asolo) che arriva a guadagnare 40’". Su di lei si riporta Luisa Tamanini (Gauss Rdz Ormu Unico1), ma l'accordo viene a mancare e il gruppo si riporta su di loro. Seguono poi altri effimeri tentativi, ma la corsa è ben controllata dalla stessa Gauss, la Diadora Pasta Zara e la Top Girls.

A 30 km dal traguardo Claudia Häusler e Alona Andruk, entrambe portacolori della Diadora Pasta Zara, provano ad uscire dal gruppo, ma rimangono davanti solo per pochi chilometri. A gruppo compatto si arriva quindi ai piedi del muro finale, e dopo pochi metri all'insù il plotone è già esploso e libero da geometrie: ognuna pensa per se, ad arrivare in cima. Sulla testa della corsa si forma un drappello di sei, composto da Elisa Longo Borghini (Top Girls Fassa Bortolo), Rachel Neylan (Safi Pasta Zara), Sylwia Kapusta della Gauss Rdz Ormu Unico1, Rasa Leleivyte del Vaiano Tepso Solaristech e due atlete della MCipollini Giambenini Giordana: Nicole Cooke e Rossella Callovi. È proprio la trentina di Cles a scandire il ritmo per la campionessa olimpica Nicole Cooke, che ai -400 decide di partire secca. La Leleivyte risponde portandosi in scia, seguita a sua volta dall'ottima Callovi, non ancora alla frutta nonostante il grande lavoro per la gallese.

Gli ultimi metri della gara sono impegnativi però, in particolare gli ultimi 50, e proprio su questi la campionessa del mondo di Varese 2008 si pianta. La Leleivyte riesce a superarla e va a vincere ed abbracciare la ex compagna Marina Romoli, che attendeva le amiche poco oltre la linea del traguardo. In seconda posizione si piazza la Cooke, mentre la Callovi fa terza. La quarta posizione è per Rachel Neylan e la sempre più "piazzata" Elisa Longo Borghini completa il quadro delle prime cinque arrivate.

Dopo l'affermazione, a sorpresa se vogliamo, della Bronzini lo scorso anno è stata ancora un'altra sorpresa a metà veder trionfare la lituana su un arrivo del genere. Atleta di indubbio spessore, avevamo già vista la Leleivyte vincente sul traguardo per velociste di Cornaredo appena dieci giorni fa. Non solo arrivi facili per lei quindi, che con questa vittoria (la seconda stagionale) si mette ulteriormente in luce quale atleta competitiva su più fronti. «Sono davvero contenta. Ci tenevo molto per dedicare la vittoria a Marina, e così è andata. Adesso andrò a Livigno per preparare bene il Giro d'Italia, passando dal Trentino» ha dichiarato subito dopo il traguardo.

Soddisfatta anche la Callovi: «Ci tenevamo molto per Marina, anche se la vittoria non è arrivata purtroppo. Ho portato davanti Nicole (Cooke, ndr) nelle fasi finali e l'ho aiutata in salita, ma mi è mancato qualcosa». Sulla stessa linea Nicole Cooke: «Bella gara, aperta tatticamente. Noi eravamo solo in quattro e ci interessava solo stare al coperto. Abbiamo lavorato bene, soprattutto Rossella in salita. Io sono partita troppo presto poi e mi sono piantata. Comunque una bella prova di squadra».

Infine, non possiamo che chiudere con le sempre belle e incoraggianti parole di Marina, che più che semplici dichiarazioni sono proprio lezioni di vita. «Sono molto contenta... Dopo un anno esatto sono di nuovo a casa! Questa gara sta crescendo e acquistando importanza. Non posso far altro che ringraziare le mie compagne della Diadora - Pasta Zara, che mi sono sempre vicine. A me ci vorrà più del previsto, ma continuo a crederci. E per tutte quelle persone che mi sostengono, non posso assolutamente mollare». Forza Marina!

Fabio Botrini

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