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Giro d'Italia 2011: Bontà Contador, felicità Tiralongo - Alberto stacca ancora tutti e poi cede la vittoria all'amico

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Paolo Tiralongo, a Macugnaga prima vittoria da pro', coi buoni uffici di Alberto Contador © BettiniphotoUna vita da mediano, con qualche lampo di classe (durante la Vuelta 2009, chiusa all'ottavo posto, per esempio), e poi, nella 19esima tappa del Giro, Bergamo-Macugnaga, finalmente la gioia più grande: Paolo Tiralongo vince, coi buoni uffici di un Contador padrone della corsa rosa, e generosissimo nel lasciare strada all'ex compagno di squadra, e tuttora amico. Tutti i rivali, staccati anche se di poco, non possono far altro che ammettere una volta di più la superiorità quasi imbarazzante del madrileno.

Solito avvio con mille tentativi di attacco, poi la fuga prende infine il largo al km 49: ne sono protagonisti solo 3 uomini, ovvero Rabottini, Pineau (già visto in azione ieri) e Bak, ma il terzetto funziona alla grande e già dopo 30 km di azione, la fuga tocca il vantaggio massimo: 12' al km 90, mentre il clima non è decisamente clemente, con tanta pioggia sul percorso.

La Acqua&Sapone non ci sta, Garzelli ha in mente idee bellicose, e così gli uomini di Masciarelli si mettono a tirare pancia a terra prima del Mottarone, col risultato di dimezzare il distacco dai primi nel giro di pochi chilometri. Anche in salita i compagni della maglia verde impongono un buon ritmo (che tra l'altro seleziona il gruppo, dimezzandolo di fatto), propedeutico all'attacco del capitano, che va in scena a poco meno di 2 km dalla vetta: l'obiettivo di Garzelli sono i punti del Gpm, ma pur rosicchiando tutto solo un minuto ai fuggitivi, il varesino manca l'aggancio per pochissimo. In vetta i tre battistrada transitano con appena 11" su Stefano, che rientra su di loro appena iniziata la discesa.

Il gruppo, da cui sono fuoriusciti in vista dello scollinamento Tschopp e Chérel, passa a 1'10" dal terzetto di testa, ma poi fa la discesa con la massima calma (la strada è bagnata, è meglio non rischiare più di tanto), sicché si moltiplicano i rientri da dietro, ma si moltiplica anche il vantaggio dei fuggitivi, che nel frattempo si ricompattano tutti e 6. A poco più di 50 km dal traguardo, il margine del sestetto è di 5', e le chance di riuscita della fuga paiono buone.

Ma stavolta è la Katusha a irrompere in testa al plotone e ad alzare vertiginosamente il ritmo: l'effetto è numericamente spettacolare, il distacco da Garzelli, Tschopp, Chérel, Rabottini, Pineau e Bak si abbatte rapidamente e al traguardo volante di Ornavasso (a 44 km dall'arrivo di Macugnaga) è già dimezzato: appena 2'30" per gli attaccanti. Una caduta a meno di 40 dalla fine coinvolge parecchi corridori (Mazzanti, Ochoa, Dyachenko, Machado, Veuchelen, Craig Lewis, soccorso dall'ambulanza e costretto al ritiro con sospetto di frattura a una gamba, e Marco Pinotti, anch'egli obbligato a lasciare la corsa rosa a causa delle ammaccature al ginocchio ricavate nel ruzzolone) e fraziona il gruppo: la prima parte del plotone ha solo 1' di ritardo dai battistrada a 30 km dalla fine.

A completare il momento nero dell'HTC (squadra sia di Pinotti che di Lewis), Bak è il primo tra i fuggitivi a perdere terreno appena iniziata la salita che porta a Macugnaga. Il destino dei suoi compagni d'azione è comunque segnato, e intorno ai 20 km dalla conclusione Garzelli, Chérel e Tschopp vengono ripresi da un gruppo in cui anche Di Luca lavora per Joaquim Rodríguez, e in cui Rujano rientra non senza fatica dopo il frazionamento precedente. Rabottini e Pineau invece insistono, conservando quei 20-30" che permettono loro di rimanere in testa fino ai -13 km.

La Katusha continua a martellare davanti al gruppo, e sono in molti a soffrire. Ai -10 Garzelli si stacca, ai -8 tocca a Visconti, e anche Rujano perde nuovamente terreno. Ai 7 km scatta a ripetizione Tiralongo, e chi riporta sul siciliano quel che resta del gruppo (ovvero una ventina di uomini)? Un Di Luca oggi magistrale. Che però non può nulla sull'ennesimo allungo del siciliano dell'Astana, ai 5.5 km. Alle spalle di Tiralongo, prova ad emergere il giovane Kruijswijk, ma senza fortuna, e allora sono i compagni di Contador a mettersi a tirare, ma anche i Saxo non riescono a erodere i 15 e poi i 20" che Tiralongo difende coi denti. Ai 3 km il margine sale a 22", e per Paolo sembra quasi fatta, quando Dupont scatta dal gruppetto dei migliori, stimolando il contropiede di Rodríguez.

Il catalano sente una buona gamba, oltre all'obbligo di giustificare il grande lavoro della Katusha, e avvicina pericolosamente Tiralongo: la progressione di JRO dà qualche frutto, e l'inseguimento è appassionante. A mettere ulteriore pepe sul finale, ai 1600 metri scatta nientemeno che Contador. Al madrileno si affiancano Nibali, Scarponi, Gadret e poi Kruijswijk. Gadret parte in contropiede, ma è ancora Contador a fare una nuova sparata: la maglia rosa prende in un attimo prima il francese e poi Rodríguez, e poi si lancia su un Tiralongo che è allo spasimo per difendere i pochissimi secondi rimastigli.

Ai 500 metri l'aggancio è compiuto, Contador si mette davanti al siciliano, prova a guadagnare qualche altro secondo sui rivali, e poi sul rettilineo finale lascia passare l'amico Paolo, che va così a vincere la sua prima corsa da professionista, dopo una vita spesa da gregario (anche per lo stesso Contador, l'anno scorso).

Alberto si accontenta dell'abbuono per il secondo posto e dei pochi secondi presi su tutti gli avversari: 3 su Nibali terzo al traguardo, 6 su Gadret, JRO, Kruijswijk, 8 su Scarponi, 21 su Kreuziger, 1'01" su Menchov. Peggio di tutti nella top ten va a Rujano, che paga 2'20" a Macugnaga e scivola fino alla decima posizione di classifica. Ma domani il venezuelano troverà il "suo" Finestre per provare a risalire ancora.

Marco Grassi

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