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Giro d'Italia 2011: Più che d'Italia, è Unità di Spagna - Gardeccia, festa per Nieve e gli iberici | Cicloweb

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Giro d'Italia 2011: Più che d'Italia, è Unità di Spagna - Gardeccia, festa per Nieve e gli iberici

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Per Mikel Nieve sul Gardeccia un successo indimenticabile © BettiniphotoNon avevano mai vinto tappe al Giro, i baschi dell'Euskaltel. Si sono rifatti con gli interessi in questo fine settimana, in soli due giorni, conquistando due delle tre tappe chiave della corsa rosa. Ieri Igor Antón era stato il primo straniero a domare lo Zoncolan, oggi il Rifugio Gardeccia ha visto arrivare per primo sul traguardo un altro uomo arancione, Mikel Nieve. Due scalatori mai veramente esplosi, mai davvero alla ribalta, che all'improvviso conquistano un paio di traguardi importantissimi. E se Antón poteva vantare, rispetto al collega, cinque giorni in maglia roja all'ultima Vuelta, Nieve era solo un ottimo gregario, nulla di più.

In salita lancia l'amico Igor Antón, essendone l'ultimo uomo. Se la squadra gli concede un giorno di libertà Mikel ci prova, come tutti. A volte ci riesce. Le vittorie, sino allo scorso 13 settembre, non erano dalla sua, anzi, non erano proprio. Quindi ci fu il tappone della Vuelta, 181 chilometri da Gijón a Cotobello, con tre scalate e l'arrivo in salita. La tappa regina, insomma.

Nieve, navarro come Indurain ma che con Miguelon ha in comune poco o nulla, va in fuga sin dal mattino insieme ad un gruppo ben nutrito. Sull'inedito arrivo dell'Alto de Cotobello saluta tutti e trionfa in solitaria. Non male come prima vittoria da professionista. Cambia la scena, non il copione. Giro d'Italia, freddo e pioggia anziché sole ed afa, maggio, non settembre. Siamo sempre agli estremi dell'estate.

La tappa regina del Giro non arriva su una salita inedita ma quasi, essendo giunti al Gardeccia soltanto una volta in precedenza, nel 1976. Va subito via la fuga e Nieve risponde presente. Più il gruppo evaso si scioglie sotto i colpi degli Hoogerland e dei Garzelli, più Nieve si fa trovare pronto, sempre nelle posizioni avanzate della corsa.

Il gregario di lusso che si esalta nei tapponi dei GT insegue senza arrendersi, anche quando le immagini lo mostrano fiaccato, sul punto di cedere dinanzi ad un Garzelli solo in testa e che si avvia a vincere. Il varesino riceverà dall'ostinato Nieve una brutta sorpresa; raggiunto dal basco ai piedi della salita che porta alle Torri di Vajolet, viene staccato nei primi chilometri, tutti con pendenze a doppia cifra.

Arriverà stremato al traguardo, Mikel, ma amministrando saggiamente il vantaggio accumulato potrà portare a casa anche questa tappa micidiale, dopo quella di Cotobello. Fortuna? La fortuna bisogna andarsela a cercare, Nieve l'ha fatto. Già sulle rampe del Grossglockner era stato lui ad alzare il ritmo per il proprio capitano. Che poi fossero scattati Rujano e Contador è un altro paio di maniche. Sullo Zoncolan Nieve non s'era visto, al contrario dell'Antón vittorioso.

Oggi questo ragazzotto che tra quattro giorni compirà 27 anni si regala un sacco di primi piani. Bravo a non cedere alla tentazione di mollare tutto sapendo di un tal Contador in rimonta dietro di lui e di un Garzelli sino a Canazei così vicino eppure così imprendibile. Vittoria di testa, quella di Nieve, e se il ragazzo continua così non sarà neppure l'ultima.

Nella tre giorni che consegna probabilmente il Giro a Contador abbiamo tre vincitori ispanici: un venezuelano, José Rujano, e due spagnoli - ma per favore, chiamateli baschi - come Antón e Nieve. Gran bottino per l'Euskaltel, che avrebbe voluto portare a casa anche la tappa del Grossglockner. Quel giorno gli arancioni di Gorka Gerrikagoitia avevano tirato per ricucire sulla fuga in atto, facendo un favore, indirettamente o meno, alla Saxo Bank. Figurarsi, quel volpone di Riis; avendo visto un'altra squadra a tirare al posto della sua non aveva fatto certo i complimenti ai baschi.

«Alberto ha tanti amici in gruppo - dirà nel finale Riis - e molti di questi sono spagnoli». Le chiama "amicizie", il team manager danese. Noi le definiremo alleanze, tirando in mezzo sia i baschi, cui la tirata del Grossglockner è fruttata una vittoria sullo Zoncolan ed una seconda oggi, al Gardeccia. E ci sono tutti gli altri iberici a portare acqua al mulino del Campione.

Un momento a caso nella tappa di oggi: il passo Giau. Mancano più di 50 km al traguardo, con il Fedaia in mezzo ed il Gardeccia come gran finale. Contador è solo, senza squadra. Nibali pure, avendo fatto lavorare i suoi in precedenza, ma dalla sua ha la discesa. Il messinese se ne va, Alberto indugia, scende con prudenza, perde secondi. Non prende rischi, com'è giusto che sia, ma trova un alleato.

In quelle condizioni chi trova un apripista trova un tesoro. Arroyo, novello stilista, disegna traiettorie rassicuranti per la maglia rosa, sia sul bagnato che sull'asciutto. Così va fino alla fine della discesa del Giau. In pianura è Lastras, sempre Movistar, a tirare il gruppo di un Contador rimasto ormai senza gregari ed all'inseguimento di Nibali.

Sul Fedaia se ne va Arroyo. Scatto senza pretese che anticipa quello di Contador, piazzato nel tratto più maligno della salita. Alberto, con il fido Rujano ed il giovane Kruijswijk, raggiunge Arroyo in un amen e con un palese gesto della mano gli suggerisce di mettersi a ruota. Il Campione non ha bisogno di favori, le sue gambe fanno tutto da sole sin troppo bene.

Lo criticavano per non avere una squadra all'altezza e non erano critiche infondate. La Saxo Bank non è forte abbastanza ma a ciò suppliscono le amicizie, o alleanze, di Alberto. Contador contro Nibali e Scarponi diventa così Italia contro Spagna. Vince nettamente ed in modo schiacciante la seconda, naturalmente. «Ho cercato di gestire gli interessi dell'uno e dell'altro corridore», affermerà la maglia rosa al Rifugio Gardeccia.

Che le si chiami alleanze, amicizie in gruppo o in altro modo questi accordi strada facendo sono sempre esistiti e sempre esisteranno. Il più forte, il Campione, accontenta questo o quello in cambio di un favore in più, un aiuto qua, una tirata là. Dov'è la novità?

Francesco Sulas

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