«Mi piace il Giro, è una corsa dal fascino speciale, ho un ricordo incredibile del 2008, forse il migliore di tutte le grande corse a tappe che abbia mai disputato: per questo sono molto felice di essere qui; devo ringraziare il pubblico perché rispetto al 2008 io mi sento un po' più vecchio, mi sento però anche più preparato, ma devo dire che i tifosi non sono cambiati, mi fanno sentire come se fossi a casa. La tappa di ieri è stata complicata, difficile perché non siamo abituati a correre sullo sterrato, il rischio di cadute è alto e proprio per questo è una frazione da rispettare assolutamente: la polemica però è meglio lasciare da parte, non ci sono stati grandi problemi e andiamo avanti con la corsa; certo, il Giro d'Italia è una corsa che si può perdere praticamente ogni giorno perché ci sono sempre delle insidie ma ieri ci sono state troppe cadute. La prima settimana del Giro è diversa da quella del Tour: in Francia è più difficile, ci sono più pensioni ma qui è veramente dura stare davanti perché ogni giorno c'è una salita o uno strappo o un punto insidioso. Paura di Nibali e Scarponi? No, loro sono due rivali, li rispetto ma la paura la tengo per altre cose. Saranno difficili da battere, sono pericolosi e la chiave sarà non fare errori: con Nibali ci siamo già scontrati al Tour 2009, ricordo che fece una grande scalata sul Ventoux, ora ha trovato più regolarità ed è un favorito; credo che ognuno faccia la propria corsa e difenda in propri interessi però negli ultimi giri che ho fatto avevo sempre tutti contro di me, stavo molto attento, quindi non è una pressione che mi preoccupa. Domani è una tappa in cui può succedere qualcosa, probabilmente però arriverà un gruppetto di 15 corridori a giocarsi lo sprint: piuttosto sarebbe un peccato, soprattutto per il pubblico, non disputare la tappa dell'Etna, il primo giorno di vera salita si capisce sempre chi non sta bene. Le tre tappe decisive saranno quelle in Austria, il Gardeccia e lo Zoncolan, fossi stato a casa mi sarei organizzato per non perdermele in tv: la mia salita preferita è senza dubbio lo Zoncolan, è durissimo, forse solo l'Angliru si avvicina tra le salite che conosco. Il mio obiettivo, ovviamente, è di vincere il Giro quindi non so se riuscirò a vincere una tappa: le due cose però possono essere in relazione e si possono ottenere entrambe se le circostante lo permetteranno. Nella mia situazione ho preso molte precauzioni sul cibo che mangio, adesso tutto è della squadra; è un po' diverso anche il modo di correre ma bisogna essere sempre concentrati al 100% e io lo sono perché ho grande fiducia nelle persone che mi giudicheranno. Al momento penso solo al Giro e al 29 maggio, siamo appena al sesto giorno e già si sente la fatica: per ora non è nei miei piani ma in futuro chissà, potrei veramente provare a vincere Giro, Tour e Vuelta nello stesso anno. Il giorno che siamo arrivati a Rapallo è stato terribile perché quando abbiamo avuto la notizia abbiamo provato tutti sentimenti indescrivibili, in quel momento di andava molto veloci e forse c'erano poche precauzioni: di sicuro non dimenticheremo mai Wouter, era un gran corridore, era giovane ma era già riuscito a vincere sia al Giro che alla Vuelta e la gente lo terrà per sempre nel cuore.». |