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Giro d'Italia 2011: Tappa a Vicioso, ma importa poco - L'attenzione è tutta sul dramma di Weylandt

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La terza tappa ha preso il via poco prima delle 13 da Reggio Emilia, la città che ha dato i natali al Tricolore nel 1797, in compagnia oltreché del ct Paolo Bettini anche del suo collega calcistico Cesare Prandelli: la città emiliana ha accolto la carovana sotto un bel sole e con temperature tipiche primaverili. 173 sono i chilometri che i 207 atleti alla partenza (ancora nessun ritiro a questo Giro d'Italia) dovranno affrontare prima di giungere al traguardo di Rapallo con due asperità: il Passo del Bocco (terza categoria) al km 133 e la Madonne delle Grazie al km 164.

L'andatura di gara è stata subito molto alta con continui tentavi di fuga da parte di diversi corridori tra i quali anche la prima maglia rosa del giro Marco Pinotti (HTC), ma nessuno di questi riesce a prendere il largo: fora subito Vincenzo Nibali, ma rientra dopo poco senza alcun problema. La prima fuga di giornata riesce a prendere il via solamente dopo 32 km di corsa ed è formata dagli italiani Davide Ricci Bitti (Farnese Vini), Gianluca Brambilla (Colnago), Pavel Brutt (Katusha) e Bart De Clerq (Omega Pharma). Il plotone lascia partire la fuga e al passaggo da Felino i quattro attaccanti hanno già guadagnato oltre 2 minuti: la media della prima ora di corsa è elevatissima, quasi 50 km/h.

I fuggitivi raggiungono un vantaggio massimo di circa 6 minuti (al km 43) e poi nelle prime posizioni del gruppo va a portarsi la Lampre-ISD di Petacchi e il gap tende a diminuire: a 100 km dal traguardo è già sceso a 4 minuti. A 70 km dal traguardo un problema alla sella costringe la maglia rosa Mark Cavendish a un cambio di bicicletta e ha un inseguimento non previsto di circa 5 km: perfetto il lavoro dei compagni di squadra che l'hanno guidato fino a riportarlo in testa al gruppo.

Le strade dell'Appennino sono sempre insidiose e a 59 km dall'arrivo cadono sia Tiziano Dall'Antonia (Liquigas) che il forte colombiano Fabio Duarte (Geox): quest'ultimo sembra avere un po' la peggio, ma anche se dolorante, riesce a ripartire (ad inizio tappa erano caduti anche Domenico Pozzovivo, Johnny Hoogerland e Yaroslav Popovych senza alcuna conseguenza). A 51 km dall'arrivo fora anche Manuel Belletti (Colnago), vincitore lo scorso anno nella tappa di Cesenatico e uno dei favoriti dalla tappa odierna, ma anche lui rientra in gruppo senza problemi e senza sprecare troppe energie.

I 4 attaccanti scollinano al Passo del Bocco, salita di 8 km al 4% di media, con 1 minuto di vantaggio e il primo a passare in vetta è Gianluca Brambilla della Colnago grazie ad uno sprint davvero notevole davanti a Pavel Brutt, Bart De Clerq e, leggermente più staccato, Davide Ricci Bitti: il plotone era guidato dagli uomini della Liquigas con il compito di proteggere il capitano Vincenzo Nibali nella discesa abbastanza tecnica; a fare le spese della difficoltà della discesa sono Marco Pinotti e Federico Canuti (Colnago) coinvolti in una caduta.

Tra i tanti scivoloni (che coinvolgono anche Ferrari - vittima poi di una foratura successiva - e altri corridori), il più brutto occorre al belga della Leopard Trek Wouter Weylandt. Chicane in discesa - ai meno 24 km dall'arrivo - con un lastricato laterale, il corridore immobile sulla destra della sede stradale, il sangue che sgorga dal naso. Il dottor Tredici e la sua équipe medica si dannano l'anima per rianimarlo, ma più passa il tempo e più la situazione si fa drammatica.

A 12.5 km dall'arrivo il gruppo - condotto dalla Lampre dopo un forcing in discesa di Farnese Vini e Liquigas - riprende i quattro fuggitivi (con Ricci Bitti che si era riaccodato in testa) e passa sotto il traguardo volante di Chiavari in quest'ordine: Tosatto, Marzano, Contador. 2" d'abbuono quindi per il madrileno che così riduce il distacco da Nibali a 6 secondi. Sulla salita della Madonna delle Grazie il primo è muoversi è Bakelandts (Omega Pharma), molto attivo anche ieri, con Wegmann (Leopard), Kennaugh (Sky), Millar (Garmin) e Lastras (Movistar), ma il gruppo fa buona guardia nonostante la maglia rosa di Cavendish vada in difficoltà praticamente già dai primi metri di ascesa. In cima al Gpm passano Le Mével (Garmin) sullo stesso Lastras, Moreno (Katusha) e Vicioso (Androni), col gruppo ricompattato - almeno nelle posizioni di testa, con Sastre leggermente staccato - a pochi secondi.

Lungo la discesa successiva foratura per Tyler Farrar (Garmin), prontamente aiutato da un compagno di squadra. A 4 km dall'arrivo i quattro battistrada mantengono un vantaggio di circa 10" sul plotoncino sempre piuttosto allungato, soprattutto nelle posizioni di rincalzo, con velocisti come Ferrari e Belletti che stringono i denti per restare agganciati al vagone buono. A 2.5 km anche il britannico Millar si aggancia ai quattro di testa, con la Garmin che può così contare sulla superiorità numerica all'interno del minidrappello.

Le Mével prende in testa l'ultimo chilometro per favorire lo sprint del compagno di squadra, Millar parte lungo e Vicioso lo salta sulla destra. Lo spagnolo dell'Androni Giocattoli-C.I.P.I. precede lo stesso Millar, Lastras, Moreno, con Le Mével poco più staccato; poi Tankink (Rabobank) e Pineau (Quickstep) giungono a 12" ed è infine Modolo (Colnago) a vincere la volata del gruppo - a 21" - prendendosi l'ottava posizione davanti a Taborre (Acqua e Sapone) e Montaguti (AG2R). La maglia rosa Cavendish giunge staccata e quindi il simbolo del primato passa sulle spalle di David Millar, ma oggi importa tutto molto poco. L'attenzione e la speranza è tutta concentrata su Wouter Weylandt.

Laura Grazioli
Mario Casaldi

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