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Freccia Vallone WE 2011: C'è un muro anche per loro - A Huy le donne prima dei boys. Vos in pole

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Marianne Vos e Emma Johansson, due tra le protagoniste annunciate della Flèche Féminine © BettiniphotoLe chemin des Chapelles: calvario e passione
Huy. Già il nome, nonostante la brevità, dice molto. Da qui la Freccia Vallone prende il via ed in cima all'omonimo Muro, così breve anch'esso eppure dalle pendenze così terribili da farlo apparire eterno, si concluderà. Si tratta di 1,3 km in cui si deve superare un dislivello di 128 metri: la pendenza media è del 9,8% ma si arriva anche a toccare punte del 25%. Sette cappelle - da qui il soprannome Chemin des Chapelles - si incontrano in quest'impennata a forma di esse. Una via crucis in miniatura per chi con le salite non ha gran feeling, una cavalcata in crescendo per coloro che, quando la strada sale, sanno come destreggiarsi.

Luperini, Cooke, Vos: donne da tripletta
L'università di Huy apre al gentil sesso soltanto nel 1998 e la prima a laurearvisi è un'affermata Campionessa, Fabiana Luperini. La scalatrice di Pontedera domerà il Muro altre due volte nella sua carriera (2001 e 2002). Chi le succederà, nel 2003, saprà ripetersi nel 2005 e nel 2006 su rampe ormai divenute familiari: si tratta di Nicole Cooke, che qui ha colto anche un paio di secondi posti (2007 e 2010). Gli olandesi dicono hattrick ed intendono tripletta. Tre volte di seguito prima sul Muro di Huy, è l'ineguagliabile Marianne Vos (2007, 2008 e 2009).

Da Huy a Namur non un metro di pianura
Nella quarta prova di Coppa del Mondo si dovranno percorrere 109,5 km conditi da nove côtes. Dopo la partenza dalla bella cittadina di Huy, costruita sulla pianta dell'antico castrum romano, si viaggia verso Sud, entrando, dopo nemmeno 20 km di gara, nella provincia di Namur; si ritornerà dopo 30 km in quella di Liegi. Pianura da queste parti non se ne vede mentre, dopo meno di 40 km, iniziano le vere e proprie Côtes. La prima, al km 38,5, è la Côte de Peu d'Eau, affrontata all'uscita della città di Andenne; sono 2,7 km al 3,9% di pendenza media. Seguirà la Côte de Haut-Bois, 1600 metri al 4,8%. Siamo davvero alle porte di Namur e dopo 5 km si affronta la Côte de Groynne, 2 km al 3,5%. Tornati in provincia di Liegi, la successione delle Côtes - e con essa il ritmo di gara - si farà più serrata. Le brevi Côte de Bohisseau e Côte de Bousalle sono poste a distanza ravvicinata, mentre si potrà relativamente fiatare prima di affrontare la Côte d'Ahin.

Huy! Huy! Huy! Il primo passaggio sul Muro
Sono stati percorsi sinora 69 km e davanti alle cicliste apparirà una scritta, semplice ma martellante: Huy. Sotto le ruote, sul Muro, le scritte sull'asfalto si presentano a distanza di una bicicletta l'una dall'altra. Servono per incutere timore, per aumentare la concentrazione, per non pensare affatto a dove si è, cosa si fa. Per affermare l'identità di questo totem del ciclismo. La prima scalata del Muro sgranerà il gruppo ma non creerà danni permanenti.

Un breve circuito e ancora il Muro
In cima, al primo ed ultimo passaggio sotto al traguardo, mancheranno 29,5 km all'arrivo, con in mezzo la Côte d'Ereffe. Posta in un circuito più breve rispetto a quello percorso inizialmente, nei suoi 2100 metri, con una pendenza media del 5,9%, potrebbe lanciare l'azione delle più avventurose o, con maggior probabilità, facilitare il gruppo nell'inseguimento delle fuggitive. Poco prima della Côte d'Ereffe, nel 2010, la Cervélo giocò la carta Regina Bruins. L'ottima passista olandese, che domani correrà con la casacca della propria Nazionale, guadagnò subito 45" ma venne ripresa proprio su questa penultima Côte. Nel volgere di undici chilometri il Muro di Huy sarà di nuovo, ed in ultima istanza, sotto le ruote delle superstiti.

La grande assente
Nel 2010 fu Emma Pooley a domare il Muro di Huy; dapprima seguì la ruota di Evelyn Stevens, quindi se ne andò nel tratto più duro, precedendo sul traguardo la connazionale Nicole Cooke ed Emma Johansson. Dodici mesi fa la Campionessa tascabile di Wandsworth era una spanna sopra le avversarie ed aveva appena battuto il primo vero colpo della stagione. Quest'anno ha già dominato a Cittiglio, con una fuga di 69 chilometri. Ha conquistato punti preziosi in ottica Coppa del Mondo persino al Fiandre, corsa a cui non è mai stata particolarmente affezionata. Sarebbe partita da Huy con i favori del pronostico, e probabilmente li avrebbe rispettati, se non ci fosse stata la caduta nell'allenamento di domenica, avvenuta in una pista ciclabile svizzera. Clavicola fratturata, settimane di riposo, sogni infranti e addio Freccia Vallone, almeno per il 2011.

Vos e Cooke in cerca del poker
Spento l'occhio di bue sulla Pooley, la maggior parte delle attenzioni saranno su Marianne Vos. Non si nasconde, la duplice vincitrice dello scorso weekend di Coppa olandese (ha preso parte soltanto a due prove su quattro, ottenendo il massimo risultato). La forma migliora di giorno in giorno, a suo dire, ed è in cerca del quarto successo in carriera alla Freccia Vallone. Nessuna atleta vi è mai riuscita. Un'altra che sa come vincere su questa parete e che cerca la quarta affermazione personale è Nicole Cooke, apparsa, a dire il vero, non molto in palla nelle gare precedenti. La gallese, si sa, aspetta questa corsa, queste pendenze, per dare tutto. La MCipollini-Giambenini ha tra le sue fila anche Marta Bastianelli, il cui miglior risultato qui è un secondo posto nel 2008.

Tante rivali ai piedi del Muro
Tra le altre pretendenti, Emma Johansson ha mostrato una più che discreta gamba alla Ronde van Drenthe, dove si è prodotta in una bella ma sterile accelerazione sul VAM Berg, unica asperità della corsa. In salita è migliorata molto da un anno a questa parte ed ha l'esplosività giusta per essere un ottimo killer nei metri finali. Grace Verbeke, Evelyn Stevens, Judith Arndt, Chantal Blaak e la leader di Coppa Annemiek Van Vleuten saranno osservate speciali.

Guderzo, Patuzzo, Cantele, tocca a voi!
La Guderzo, che avrà in squadra Cooke e Bastianelli, è alla ricerca delle sensazioni migliori; domenica è andata in fuga alla Ronde van Gelderland e chissà che non riesca a migliorare il settimo posto del 2010. La Diadora-Pasta Zara, non potendo contare sulle doti esplosive di Shelley Olds, cercherà nella bavarese Claudia Häusler, la cui forma dei giorni migliori è ancora lontana, e nella veronese di Bovolone, Eleonora Patuzzo, due assi nella manica. In casa Garmin-Cervélo, sfumata l'ipoteca sulla vittoria a causa dell'infortunio della Pooley, si punterà tutto o quasi sulla varesina Noemi Cantele, che vorrà migliorare il quindicesimo posto del 2010 (in appoggio ha pur sempre la concreta britannica Sharon Laws).

Linea verde, nome composto, futuro assicurato
Suscitano curiosità le prove della giovanissima Elisa Longo Borghini (classe '91), autrice di un inizio di stagione fantastico, e di Pauline Ferrand Prevot. La piemontese della Top Girls è in crescita ed alla ricerca dei suoi limiti, che anch'essa ancora non conosce veramente; testarsi in corse come queste le servirà decisamente in ottica futura anche se la ragazza ha già dimostrato di avere un feeling particolare con le gare del Nord Europa. Per quanto riguarda la Ferrand Prevot, 18enne di Reims, al suo esordio tra le élite a Cittiglio ha saputo cogliere un bel nono posto. Il colpo di pedale da biker potrebbe aiutarla non poco su pendenze cui la rémoise è avvezza.

Da tener d'occhio
Elena Berlato, nonostante la giovane età, è una signora scalatrice. A Cittiglio 12esima, al Fiandre 19esima, in entrambe le gare si trovava nel gruppo delle migliori. Sul Muro di Huy ha già colto un sorprendente ottavo posto nel 2010. Alla ricerca della prima vittoria di peso, ha tutte le carte in regola per poter far più che bene. Tra le compagne è soprannominata Pink, se saran rose fioriranno.

Francesco Sulas

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