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Trofeo Balestra 2011: Li ha Mazziati tutti quanti - Arrivo solitario per il veronese della Petroli Firenze

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Alessandro Mazzi, vincitore solitario del Trofeo Balestra © Soncini-BettiniphotoLa stanchezza, il freddo, la pioggia di un'inclemente domenica di marzo non deve averle neanche sentite. Chilometro dopo chilometro il traguardo si avvicinava, le amarezze di un 2010 da dimenticare, costellato da problemi fisici come la frattura di una clavicola piano piano scivolavano via e la gioia liberatoria per quel successo ritrovato ha preso il sopravvento su tutto. Questa in sintesi la fotografia di una domenica da ricordare per Alessandro Mazzi, finalmente tornato ad alzare le braccia al cielo e a dimostrare così che il duraccio in grado di infilare un sontuoso filotto tra 2008 e 2009 non si è fatto sopraffare dalla malasorte. Una tappa nella prova di Coppa delle Nazioni di Villes Saguenay, la Piccola Sanremo, la Vicenza-Bionde, il Trofeo Città di San Vendemiano, l'Eroica Espoirs ed ora anche il Trofeo Internazionale Franco Balestra a garantire un palmarès che già mezzo basterebbe per garantirsi quel salto nel professionismo che per il 23enne nato a Villafranca di Verona sembra farsi ancora attendere. Siamo sicuri però che dopo quest'ennesima perla, ottenuta anche in questa occasione con una fuga a lunga gittata e a tratti folle, prima in compagnia di una decina di avventurieri e poi in solitaria, qualcuno stia iniziando a pensare di dare una chanche al corridore approdato proprio in quest'annata alla Petroli Firenze che può così festeggiare alla grande il primo squillo del 2011.

170 chilometri resi impegnativi dalle cinque ascese al Bellavista e dal tradizionale Gandosso hanno fatto da cornice ad una gara divenuta ancor più ostica grazie ai capricci metereologici ed il cui canovaccio è divenuto ben chiaro quando, attorno al cinquantesimo chilometro, sono stati in quattordici a prendere il largo. Che l'azione potesse avere buon esito lo si è capito dai nomi riusciti ad inserirsi nel tentativo: il campione italiano a cronometro Mammini, Di Corrado, Boem, Mazzi, Pozzo, Sinigaglia, Betti, Alfio Locatelli oltre a qualche giovanissimo come Petitto, Tonelli o Tonni con Pacchiardo, Grava, Bruni e il bielorusso Bazhkou a completare il lotto dei fuggitivi. L'accordo è stato ottimale, tanto che dopo 100 chilometri di corsa era di ben 2'30" il vantaggio che il gruppo di testa poteva vantare sul plotone principale, per il quale l'inseguimento si è fatto inevitabilmente molto complicato.

Dopo il susseguirsi di passaggi sul Bellavista e con una quarantina di chilometri ancora da percorrere, Mazzi ha rotto gli indugi e si è lanciato in un temerario tentativo solitario, con un impeto tale da guadagnare ben presto un minuto sugli ex compagni d'avventura. Situazione che quindi si è fatta ardua per gli inseguitori, che nel frattempo hanno iniziato a sfilacciarsi anche a causa di inconvenienti di percorso (come nel caso di Alfio Locatelli, per il quale i sogni di gloria sono finiti con una foratura) e che hanno ricevuto l'impulso principale da un pimpante Mattia Sinigaglia e da Nicola Boem. Mentre Mazzi procedeva spedito verso il Gandosso è stato proprio l'atleta della Trevigiani a tentare il ricongiungimento solitario, seguito ad una ventina di secondi proprio da Boem, nel frattempo raggiunto da Karimov, Zardini e Fichera. Niente da fare però perchè l'azione di Mazzi non ha conosciuto tentennamenti ed è così che nulla ha tolto al veronese una splendida e meritata vittoria; a dir la verità a cercare di guastargli piani c'è stato solo un ottimo Boem, che nel frattempo si era dimostrato il più deciso e concreto dei protagonisti di giornata e la piazza d'onore ottenuta a soli 6" di ritardo aumenta senza dubbio un rammarico per il secondo podio consecutivo nella prestigiosa corsa bresciana (un anno fa fu 3°, con la Zalf anche in quell'occasione sul secondo gradino del podio con Collodel). Rimpianti che probabilmente per la Zalf sono aumentati nel momento in cui il più che costante Colbrelli di quest'inizio stagione ha regolato il gruppo in volata per il terzo posto, precedendo Graziato, Karimov e Serebryakov.

Nulla però ha potuto togliere i giusti meriti ad Alessandro Mazzi che, tra incoscienza e determinazione, ha dimostrato che il possedere l'indole da cavallo pazzo nelle giornate che contano è un qualcosa che sa ancora dare i suoi frutti.

Vivian Ghianni

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