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Parigi-Nizza 2011: Acque pericolose, remò Di Gregorio - Tappa con pioggia e cadute, Martin ancora leader

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Una giornata indimenticabile per Rémy Di Gregorio alla Parigi-Nizza © BettiniphotoBrividi. Sarà la pioggia che cade copiosa, sarà la vittoria, la prima nel palmarès del non più giovanissimo Remy Di Gregorio. Brividi. La prima vittoria tra i professionisti di solito dà queste emozioni ma questa ne porta di maggiori. Di Gregorio, francese di Marsiglia, scatta quando mancano una quindicina di chilometri all'arrivo di Biot. Kroon è appena stato recuperato dal gruppo. L'olandese della BMC era in fuga da 202 km, buona parte di questi pedalati al fianco di Eric Berthou, quindi in assolo, andando alla ricerca della vittoria che non avrebbe cambiato la carriera ma dato morale per il prosieguo della stagione, quello sì. Dietro i Movistar sono attivi in testa al gruppo e non lasciano spazio ai fuggitivi. Da solo Kroon perde quasi tutto il vantaggio guadagnato con Berthou, viene riassorbito, alza bandiera bianca.

Brividi. Li sente, Remy, ed è allora che Di Gregorio scatta, non appena Kroon viene ripreso. Muore un fuggitivo, se ne va un altro. Provano ad andargli dietro prima Arnold Jeannesson, quindi Linus Gerdemann. La pedalata dell'uomo Astana è però buona, i su e giù attorno a Biot sono favorevoli a queste azioni solitarie. Il manto bagnato nasconde mille insidie. Brividi ad ogni curva, nelle discese, con Remy che allarga eccessivamente molte traiettorie per non finire a terra. Brividi ai -5, quando Di Gregorio, guadagnati quei 18" necessari per sognare una vittoria, sbanda paurosamente. Dio solo sa come faccia a non essere disarcionato dal suo cavallo di carbonio. Brividi ancora, pochi istanti dopo, con il compagno Kiserlovski che scivola. Lui in terra ci finisce per davvero, raschia l'asfalto con la pelle e termina la sua corsa sotto un furgone parcheggiato a bordo strada. Tanta paura, poi il croato si rialza ed è un sollievo. La Brignoles - Biot-Sophia Antipolis, frazione più lunga (215,5 km in totale) di questa Parigi-Nizza, era iniziata con la solita fuga e con tanta pioggia.

Dopo scatti e controscatti evadono Laurens Ten Dam, Jurgen Roelandts, Sebastien Minard, Ivan Santaromita e Grega Bole. Il vantaggio sul gruppo guidato dagli uomini di Vinokourov è nell'ordine di una ventina di secondi. Poca gloria, davanti restano solo Ten Dam e Bole, anch'essi presto riassorbiti. Al km 86, ai piedi della Côte de Cabris, Berthou e Kroon tentano la sortita. Ha buon esito e guadagnano progressivamente, fino a raggiungere un vantaggio massimo di 6'50" sul gruppo inseguitore. Per gli amanti delle statistiche, è questo il vantaggio più ampio raggiunto dai fuggitivi in questa Parigi-Nizza. Passano anche il Col du Ferrier, mentre dietro il detentore della maglia a pois, Remy Pauriol, racimola i punti sui Gpm.

Sull'ultima asperità di giornata, la semplice Côte de Gourdon, esce dal gruppo uno degli uomini più in forma del momento, Lieuwe Westra. David López García segue Westra "ut beest", la bestia, com'è soprannominato in gruppo, ma il passista della Vacansoleil lo abbandona presto. Scollina a 2' dai battistrada, che procedono di comune accordo, ma nella discesa il bagnato gli gioca un brutto tiro. Una caduta, nulla di rotto, solo un po' di paura e la voglia di acciuffare la testa della corsa che è ormai smarrita. Così Westra "ut beest" rientra mentre Haussler, in maglia verde, prova un paio di allunghi, con il risultato che fuoriesce dal gruppo per poche centinaia di metri. Il maltempo causa molti ritiri, illusti e non: Sagan, Fränk Schleck, Gallopin, Casar, Maaskant, Capecchi, Lequatre tornano a casa.

Chi resta non ha una giornata facile, sia inseguitore o inseguito. L'inseguito, Karsten Kroon, faccia da bimbo e pedalata ancora buona dopo duecento km di fuga, senza volere si fa dare il cambio a Di Gregorio. L'Astana ha tirato ad inizio tappa, con buona pace e molti ringraziamenti del fresco leader Tony Martin. Vino&Co. vogliono controllare la corsa e, se possibile, trovare la vittoria, la prima del 2011. Di Gregorio cerca la prima tra i pro', per dimostrare che non è la solita eterna promessa del ciclismo francese. Vede Kroon, non aspetta nemmeno di subire il ritmo dei Movistar. Prende e se ne va, salta sui pedali, una, due, tre volte. Guadagna quasi 20", non sono una sicurezza ma ai -10 sono un mezzo sogno di vittoria.

Il finale vede le scivolate, la caduta di Kiserlovski (terminerà la tappa in ultima posizione, a più di 20' dal compagno, ma sano e salvo), la quasi caduta di Di Gregorio, gli ultimi metri in leggera salita. Paura di cadere e paura di vincere, Di Gregorio pare a un certo punto cotto, bloccato, sembra lì lì per essere ripreso dal plotone. E invece per il marsigliese, classe '85, arriva prima il traguardo da davantio che il gruppo da dietro. Sente alle sue spalle la bagarre, con Samuel Sánchez secondo e Rigoberto Urán terzo. Tony Martin amministra su Klöden e chiude 5°, Tondo scivola proprio sul traguardo. Remy gongola, alza le braccia al cielo, tira un gran sospiro di sollievo, i nervi tesi pian piano si rilassano. Quella che sembrava una tappa noiosa e piovosa ci ha regalato un finale dai mille colpi di scena. Da brividi, insomma.

Francesco Sulas

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