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Parigi-Nizza 2011: Vento e cadute, poi Henderson - De Gendt resta primo in classifica

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La volata con cui Greg Henderson ha battuto Matthew Goss e Denis Galimzyanov ad Amilly © BettiniphotoChe una corsa si diriga verso il sole, non vuol dire che quel sole non lo possa già incontrare lungo il suo cammino. Il problema è quando, oltre al sole, appunto, ci si mette pure il vento, a sferzare il gruppo ora frontalmente, ora lateralmente, solo a tratti da dietro. È quanto avvenuto precisamente oggi, nella Montfort l'Amaury-Amilly, seconda tappa di una Parigi-Nizza che procede nell'interlocutorietà di questo suo avvio, nell'attesa che già domani l'orografia generale muti volto, con una bella salitella poco prima del traguardo di Nuits-Saint-Georges.

Intanto, come dicevamo, un paio di tavoli da biliardo (altimetricamente parlando). E la lezione impartita dal primo match, vinto dai fuggitivi ai danni di un plotone che si è fatto gabbare ieri, è tornata utile oggi, allorquando in una tappa in cui le distrazioni si sarebbero potute pagar care, il gruppo non ha fatto sconti, presentandosi puntuale all'appuntamento col volatone.

Sin dal primo chilometro ci avevano provato in tre, tutti francesi, ovvero Offredo, Bouet e Gallopin. Dopo 80 km di lotta contro il vento più che contro gli inseguitori, Offredo si è rialzato, lasciando i due compari alla mercè degli eventi: il gruppo, in forte rimonta dopo essere stato a 5' di distacco dopo 40 km, si è quindi rilassato e riparametrato sull'inseguimento a 2 anziché 3 avversari. Cosicché Bouet e Gallopin hanno ripreso fiato, portando il margine a 6'15" al km 100.

Ma mentre i due attaccanti facevano un ritmo costante (pur nel calando generale della loro azione), da dietro si procedeva a strappi: ora la Sky tentava un ventaglio, ora il plotone si riallargava dando nuovo spazio ai battistrada. Quel che era chiaro, era che i due là davanti erano più o meno considerati come fuscelli nel vento. E la conferma di ciò è venuta dal crollo repentino della coppia francese al comando, capace di rimetterci 3' tondi in appena 9 km: dai meno 63 ai meno 54, si è passati da 3'55" a 55" di vantaggio per i primi.

Solo le cadute (prima Grivko, Leipheimer, Ponzi; poi Frank Schleck, brutta schienata; poi Haussler, andato in un fosso senza conseguenze; poi un altro groviglio generale...) hanno frenato parzialmente il gruppo, che tra l'aspettare questo e quello, ha prolungato di fatto l'agonia dei due. Un'agonia imbattutasi anche contro un passaggio a livello chiuso (a 39 dal traguardo): in quel caso, tutti fermi, e fuggitivi che alla riapertura delle sbarre hanno potuto recuperare i 50" che avevano in quel momento. Ma è stata breve gloria, prima Gallopin, infine anche Bouet, hanno gettato la spugna, e a 30 dalla conclusione si era tornati tutti insieme.

Alcune squadre, a questo punto, hanno provato a movimentare le cose con qualche ventaglio: prima la Liquigas, poi la Movistar, infine anche la Astana, a 15 km da Amilly. Ma il gruppo si è sempre ricompattato, del resto non è detto che i velocisti abbiano un'altra chance da qui a Nizza (anzi!), quindi era strettamente necessario per alcuni team monetizzare proprio oggi.

L'ultimo sussulto prima dello sprint l'ha regalato De Gendt, capoclassifica che aveva anche conquistato un secondino d'abbuono su un traguardo volante (Gallopin in fuga ha fatto il pieno: 6" per lui, risalito al quinto posto della generale a 8" dalla maglia gialla): il belga ha provato una sparata, o meglio, l'ha solo accennata ai 1500 metri dallo striscione: ma il gruppo lanciato non gli ha lasciato alcuno spazio, e la Sky, gran cerimoniera (insieme alla HTC) degli ultimi chilometri, ha fatto tutto benissimo, con Geraint Thomas che ha pilotato Greg Henderson fino al rettilineo finale, lanciandolo in una volata in cui il neozelandese ha dovuto stringere i denti come non mai per rimontare Sagan (primo a partire) e respingere il ritorno di Matthew Goss e Denis Galimzyanov. Quarto è stato alla fine Haussler (che ha ben recuperato dal ruzzolone), quinto Sagan.

Henderson, al primo successo stagionale (fin qui un paio di secondi posti tra il Tour Down Under e il campionato nazionale), risale fino al secondo posto della generale, a 4" da De Gendt, il quale ha poi 7" sul terzo (Roy) e 8 su Goss e sul già citato Gallopin. Domani, in ogni caso, tutto dovrebbe essere stravolto nella terza tappa. Occhio ai big, che potrebbero mettere la testa davanti: oggi ci siamo accontentati di vedere un Vinokourov impegnatissimo nel tentativo di forcing dell'Astana nel finale; e anche un Luis León Sánchez costretto a numeri di equilibrismo per pedalare con la ruota posteriore bucata dai -4 (quando ha forato) ai -2.5 (quando si è fermato, all'interno dei 3 km di neutralizzazione del tempo); lo spagnolo, così facendo, non ha perso neanche un secondo in classifica; non ci vuol poi troppa fantasia a immaginare che domani possa passare dalla difesa all'attacco.

Marco Grassi

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