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Strade Bianche 2011: Gilbert, applausi a Siena aperta - Philippe si impone su Ballan e Cunego

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Philippe Gilbert © BettiniphotoDi sicuro non potremo dire che la Strade Bianche (ex Eroica) sia una corsa provinciale: inventata per far sensazione, ha dalla sua nascita (5 anni fa) a oggi visto esultare sempre e soltanto corridori venuti dall'estero: dopo Kolobnev, Cancellara, Lövkvist e Iglinskiy, tocca a Philippe Gilbert fissare il proprio nome nel giovane albo d'oro della competizione.

La corsa ha visto un breve tentativo di De Marchi e Posthuma in apertura, dopodiché si sono mossi in 10 al km 43, sul primo degli otto tratti in sterrato: Ermeti, Kohler, Rocchetti, Ricci Bitti, Brandle, Velits, Longo Borghini, Peterson, Van Avermaet e O'Grady (si sono poi aggiunti Sinkewitz e Hansen, a formare un gruppetto di 12): alcuni di loro sono poi stati protagonisti fino alla fine o quasi.

Tardivo il tentativo di Caccia, Buts e Marangoni, di rientrare sugli attaccanti sul terzo settore di sterrato (a poco meno di 100 km dal traguardo): il vantaggio dei 12 (3'12" al massimo sul gruppo, mai meno di 2'15" sui contrattaccanti) garantiva una situazione cristallizzata fino al quinto tratto di sterrato, quello tra Asciano e Torre a Castello, il più duro della giornata: è lì che, a circa 55 km dalla conclusione, il plotone si è frazionato, dividendosi in tanti drappelli.

L'avanguardia del gruppo, con tutti i più forti, non ha tardato a riportare il gap dai primi al di sotto del minuto. E anche in testa, a dire la verità, quel quinto tratto ha cambiato la morfologia della situazione: tanto che Van Avermaet e O'Grady hanno posto le basi, con un primo attacco ai compagni di fuga, per il loro successivo vero allungo, poco prima dello sterrato numero 6.

A 25 km dalla fine, l'australiano e il belga si predisponevano a difendere poco più di 40" sul gruppo dei più forti (composto da non più di un paio di decine di unità), ridotti a 20" quando, a 15 km da Siena, si approcciava l'ottavo e ultimo tratto in sterrato: il ricongiungimento era imminente, e infatti è avvenuto ai 12 dal traguardo.

La Lampre di un Cunego che si era già messo in luce sugli ultimi settori di sterrato, ha preso in mano le redini del gruppetto, nel periodo precedente l'ingresso nella splendida Siena. Ma quella rampa verso il centro pulsante della città toscana (Piazza del Campo) non prevedeva grossi giochi di squadra, vista la durezza: 600 metri da prendere con tutta la potenza a disposizione, e quando si parla di potenza, di classiche (in realtà la Strade Bianche è ancora allo stato di "progetto di classica"), di sprint ristretti, di vittorie in corse molto dure, qualsiasi apprendista detective capirebbe che tutti gli indizi portano a un solo nome: Philippe Gilbert.

Il vincitore degli ultimi due Giri di Lombardia ha confermato il suo amore per le gare italiane, e impostando in maniera perfetta la sfilacciata volata conclusiva, con tanto di traiettoria ideale (interna) nell'ultima curva del tracciato, ha anticipato nettamente l'accoppiata che fece sognare l'Italia ai Mondiali di Varese 2008: Alessandro Ballan e Damiano Cunego.

E se il veronese, oltre a confermare un buon momento di forma (Damiano ha già vinto in Sardegna), ribadisce la sua attitudine per questi percorsi (nella mitica tappa di Montalcino al Giro visse la sua giornata sportivamente più bella del 2010), l'ex iridato di Castelfranco Veneto lascia presagire possibili ritorni in auge nelle corse più belle del calendario, quelle del pavé franco-belga, che ci avvinceranno giusto tra un mese.

Nell'inevitabile parallelo che si lancia tra la Strade Bianche e le classiche fiamminghe (anche se Gilbert spiega che c'è una grande differenza: «Lì ci vuole più forza, qui più controllo del mezzo»), è impossibile non notare poi il quinto posto di Fabian Cancellara, preceduto dallo sloveno Kocjan (che attraversa una buona fase), e davanti a Vicioso, Gatto, Visconti, Van Avermaet (bravo a centrare la top ten dopo la fuga) e, al decimo posto, Wegmann.

Marco Grassi

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