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Giro di Sardegna 2011: Un urlo esplode 527 giorni dopo - Cunego vince a Nuoro, finita l'astinenza

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Damiano Cunego precede José Serpa in cima al Monte Ortobene di Nuoro © BettiniphotoL'Ortobene è una montagna nei pressi di Nuoro. Più che una montagna, è un'altura, un'altura granitica di 955 metri. Sulla montagna di Nuoro, sul granito, vince colui che sportivamente granitico non è. Damiano Cunego, a digiuno di trionfi per tutto il 2010, aveva colto l'ultima vittoria il 13 settembre 2009, quattordicesima tappa della Vuelta a España, traguardo anche allora in salita, Sierra de la Pandera.
Cunego si sblocca in terra sarda, dopo aver dimostrato di saper stare con i migliori già al Laigueglia, terminato nel secondo gruppo. Una vittoria importante per l'atleta di Cerro Veronese, che dimostra a chi lo dava per finito, spacciato, scoppiato, che non è affatto così ed anzi, su quegli arrivi all'insù che lo lanciarono tra i Pro', nel lontano Giro 2004, lui sa ancora vincere. Eccome! Tappa e maglia per Cunego, che sopravanza uno che granitico lo è davvero, Peter Sagan, dominatore di ieri, per soli 2".

Si era finito a Porto Cervo ieri, oggi si riparte da un altro Porto, Rotondo. Tanto vento - come se fosse una novità - e cinque in fuga dopo soli otto chilometri: si tratta di Mikhail Ignatiev (Katusha), David Boily (Team Spidertech), Alessandro De Marchi (Androni Giocattoli), Elia Favilli (Farnese Vini-Neri Sottoli) e Alessandro Malaguti (Ora Hotels-Carrera). Il quintetto arriva a guadagnare fino a 7'00" sul gruppo, oltrepassa agevolmente il Gpm di Nule ed arriva al traguardo volante posto a Bitti.
Ignatiev passa per primo, Boily si stacca subito dopo e nell'arco di sei chilometri verrà riassorbito dal gruppo, nelle cui posizioni di testa si possono scorgere le maglie rossonere della BMC di Ballan e quelle della Colnago-CSF Inox di Pozzovivo (che ieri ha perso un minuto). I fuggitivi perdono rapidamente terreno e presto Ignatiev, Malaguti e Favilli danno evidenti segni di cedimento. Davanti resta solo Alessandro De Marchi, classe '86. Originario di San Daniele del Friuli, il ragazzo dimostra ad un gruppo ora tirato dalla Liquigas-Cannondale che cotto non è. Resisterà fino ai -4 all'arrivo.

All'inizio delle rampe del Monte Ortobene (poco più di 5 km al 5%, dunque nulla di trascendentale), con la Liquigas a fare l'andatura, Pirazzi prova l'azione d'anticipo, come avvenuto ieri, lanciandosi in solitaria all'inseguimento di un maestoso De Marchi. E, come ieri, l'atleta di Alatri torna in hotel con un nulla di fatto, anche se la gamba risponde più che bene. Mancano meno di sei chilometri, Pirazzi, raggiunto da Deignan, è vicino alla resa e De Marchi va avanti con forza e disperazione.
Lì accade quello che non ci si aspetterebbe. Sul forcing della Liquigas è proprio il capitano designato alla partenza, Vincenzo Nibali, a perdere le ruote di ieri. Daniel Oss, ieri terzo a Porto Cervo, gli tiene compagnia. A riprova che la selezione è durissima vi è il fatto che davanti restano solo in trenta corridori. Ai -4, ripreso De Marchi, il gruppo è nuovamente compatto. Dura poco, perché decidono di andarsene in cinque: Capecchi (Liquigas-Cannondale), Kiserlovski (Astana), Scarponi (Lampre-Isd), Serpa (Androni Giocattoli) e Sella (Androni Giocattoli). Cunego è nel secondo gruppo, come accaduto al Laigueglia vinto dal compagno Pietropolli. Ha Scarponi davanti, Damiano, ma quest'oggi non c'è posto per i giochi di squadra e così il veneto si riporta sui cinque uomini al comando. Insieme a lui sopraggiungono Hermans (Team Radioshak), Stortoni (Colnago-Csf Inox), Brutt (Katusha), Santambrogio (BMC) ed il leader della classifica generale, Peter Sagan (Liquigas Cannondale).

In vista del traguardo Capecchi lancia Sagan, ma ai 200 metri è Damiano Cunego che si alza sui pedali, sprinta e sorpassa il talento slovacco. La coppia Androni Giocattoli, nell'ordine Serpa Perez e Sella, cerca di tenere le ruote del Lampre, senza fortuna, e si piazza alle sue spalle. L'ex leader della generale, Sagan, è quarto a soli 2" da Cunego. Quel poco che basta al veronese per strappargli la leadership e far più di un pensierino alla classifica finale. «Ho massimo rispetto per i miei avversari ma cercherò di tenere questa maglia fino alla fine», dichiarerà il vincitore. Finalmente, dopo una bella vittoria di tappa, quasi in punta di piedi e 527 giorni dopo quel trionfo a Sierra de la Pandera datato 2009, Damiano Cunego ricomincia a pensare da vincente.

Francesco Sulas

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