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Tour of Oman 2011: Vittoria solare, dedica speciale - Gesink domina, nel ricordo del padre

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Vittoria e dedica al padre per Robert Gesink © Tourofoman.omRicomincia a vincere da lassù, Robert Gesink. Prima corsa dell'anno, prima vittoria di tappa e conseguente maglia di leader della classifica generale. L'ultima vittoria della passata stagione - era il 9 ottobre - Gesink l'aveva conquistata sul San Luca, finale spaccagambe del Giro dell'Emilia. Oggi, a Jabal Al Akhdhar, traguardo sicuramente meno noto del San Luca ma non per questo meno adatto ai grimpeurs, lo spilungone ha rifilato 47" ad un sorprendente Edvald Boasson Hagen. Ma andiamo con ordine.

Partenza da Sultan Qaboos University, ci si lasciano alle spalle tre tappe in cui hanno prevalso le azioni dei velocisti ed il suffisso '-os': vittoria a Bos, replica di Goss, contro replica di Bos nella terza tappa. Oggi non è tempo per loro, gli scalatori lo sanno. Oggi il gioco si farà duro. Va via la fuga del mattino con all'interno Marko Kump (Geox), Tomas Vaitkus (Astana), Kevin van Impe (Quick Step), Matthieu Ladagnous (FDJ), Koen de Kort (Skil-Shimano), Preben van Hecke (Topsport Vlaanderen) e Mark McNally (An Post-Sean Kelly). I sette guadagnano moderatamente, il loro vantaggio sale sino a tre minuti. Non andrà mai oltre questa soglia.

HTC-Highroad e Katusha su tutte danno il la all'inseguimento. La squadra russa vuole evidentemente testare la gamba di Joaquim Rodríguez, avvezzo alle pendenze a due cifre. Test fallito, quello odierno, visto che al traguardo lo spagnolo pagherà ben 3'28" da Gesink. I fuggitivi perdono terreno sul gruppo fino ad essere riassorbiti all'attacco della salita conclusiva. Il gruppo non è però al completo, ma composto da sole quarantacinque unità. C'è stato infatti un forcing da parte di Sky, Leopard Trek e Garmin-Cérvelo. Il vento ha fatto il resto per sparpagliare il gruppo dei migliori.

Sulle rampe che conducono a Jabal Al Akhdhar ci prova dapprima Vinokourov, subito ripreso da Flecha, con Boasson Hagen a ruota. Gesink è lì, vigile, nelle prime posizioni. Non forza, attende i quattromila metri al 10% per piazzare la sua zampata, da buon arrampicatore. E quando parte nessuno ne ha più per andarlo a riprendere. Tutto va come stabilito dall'uomo di punta della Rabobank, almeno in salita. Robert fa il vuoto, in quei 4 km così tanto all'insù. Tra una modesta folla di pubblico arriva sul traguardo, tutto solo.

Boasson Hagen dietro stringe i denti. Ha fatto lavorare la Sky per lui, vuol ricompensare i compagni. Termina secondo, con 47" di distacco. Devenyns completa il podio, giungendo al traguardo con un ritardo di 51". Due secondi meglio di Giovanni Visconti, quarto assoluto oggi e per adesso migliore degli italiani nella spedizione araba. Il Campione Italiano completa l'ascesa in compagnia dello statunitense Vande Velde. Segue una coppia fiamminga, Van Avermaet e Monfort. Più indietro Albasini e Flecha mentre il vincitore della passata edizione della corsa, Fabian Cancellara, accusa un ritardo di 1'34". In classifica ha 1'44" dal leader, Gesink.
Non moltissimo, considerando che domani c'è una cronometro. Troppo, se si va a notare che la corsa contro il tempo sarà lunga solo 18 km e mezzo. Non Cancellara, né Vande Velde o Devenyns potrebbero essere i favoriti della tappa di domani, quanto Edvald Boasson Hagen. Sorprendentemente pimpante in salita, il norvegese dovrà recuperare 44" a Gesink che, com'è noto, a cronometro non è una cima. Facile dunque il sorpasso dell'uomo Sky ai danni dell'olandese della Rabobank ma per nulla scontato. Rabobank che prosegue il trend positivo di quest'avvio di stagione, confermato dalle cinque vittorie ottenute con quattro uomini diversi. Ed anche i modi come sono giunte mutano. Matthews, in Australia, aveva aperto le danze sull'arrivo in leggera salita di Stirling. Poi Boom aveva fatto suo il prologo del Tour of Qatar. Due volate di Theo Bos, specialità della casa, in Oman erano il preludio della vittoria in una tappa di montagna. E pazienza se la cornice non è una località alpina o il San Luca del Giro dell'Emilia.

Per Robert Gesink l'importanza non cambia ed in mezzo a queste montagne brulle ed aride dell'Oman alza il dito al cielo. Sùbito dopo dedicherà la vittoria al papà Dick, morto il 23 Ottobre scorso in séguito ad una caduta in una gara di MTB. Per stargli vicino nelle ultime ore aveva dovuto rinunciare al Giro di Lombardia, che avrebbe potuto correre da protagonista. Oggi, al primo arrivo in salita che affronta in questa stagione, Robert sul traguardo indica il cielo con le dita, commosso vincitore. E ricomincia a vincere da lassù.

Francesco Sulas

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