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Tour de San Luis 2011: Arriagada orgoglio del Cile - A lui la corsa. Ultima tappa all'uruguayano Aguilar | Cicloweb

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Tour de San Luis 2011: Arriagada orgoglio del Cile - A lui la corsa. Ultima tappa all'uruguayano Aguilar

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José Serpa e Marco Arriagada, secondo e primo del Tour de San Luis 2011 © BettiniphotoUn'edizione del Tour de San Luis che era nata sotto strepitosi auspici per i colori italiani (tripletta Androni nelle prime tre tappe con doppio Ferrari e Serpa a complemento; e Capecchi ben presente nelle prime posizioni di classifica), si chiude in un trionfo tutto latino, visto che nelle ultime tre frazioni, dopo la crono vincente di Tondo alla quarta, si è verificato un vero e proprio dominio degli atleti provenienti dalle nazioni sudamericane: Messineo (unico argentino a timbrare un successo in questa edizione) in fuga verso il Mirador del Sol poteva pure essere un caso; ma di sicuro non lo è stato il colpo doppio di ieri, col colombiano Rubiano a far sua la tappa e il cileno Marco Arriagada - 35enne forse indeciso se essere all'apice o al canto del cigno di una lunga carriera - a strappare il simbolo del primato a Tondo.

E oggi, l'apoteosi finale di una selezione cilena che si è limitata a controllare la corsa e a coccolare il suo capitano (che si è imposto anche davanti a parecchi professionisti europei, ciò va ricordato e rimarcato, e l'ha fatto approfittando sì di una clamorosa defaillance fisico-nervosa di Tondo, ma anche esibendo una superiorità in salita che è parsa indiscutibile). Un'apoteosi che, per essere completa, aveva bisogno di un altro eroe della zona. E l'ha trovato - siccome l'Uruguay non aveva ancora messo a segno vittorie - in Héctor Aguilar, 26enne velocista che dopo un paio di stagioni in Portogallo (2008 e 2009 con la Rota dos Móveis), è dall'anno scorso in forza alla Funvic-Pindamonhangaba (e così anche il Brasile - paese di affiliazione del team - partecipa alla festa).

La frazione conclusiva del Tour de San Luis, che pure avrebbe potuto offrire, visto il tracciato, degli spunti tecnici anche interessanti, ha però tradito la sua essenza di corsa di inizio stagione: ovvero una corsa in cui un direttore sportivo professionistico (e ci riferiamo a quelli di Androni e Liquigas, con Serpa e Capecchi in classifica) sa che non vale la pena di sfiancare una squadra per un risultato che, se viene fa contentezza, ma se non viene non verrà poi troppo rimpianto.

E così è stata volata, coi nostri che però stavolta hanno lasciato il proscenio, come detto, agli atleti della zona: primo Aguilar, secondo e terzo due argentini: Marco Crespo (anche lui della Funvic), e Mauro Richeze, vecchia conoscenza che vanta un passato nelle file della vecchia CSF (la squadra di Reverberi). Al quarto posto si è piazzato il primo italiano, Bernardo Riccio (D'Angelo&Antenucci), che ha preceduto Roberto Ferrari e Maxi Richeze, fratello maggiore di Mauro (e anch'egli con anni di carriera spesi nel nostro paese).

Il podio finale, ai lati del trionfatore Arriagada, vede Serpa e il giovane argentino Moyano, che per il terzo gradino del podio ha avuto ragione della concorrenza di Eros Capecchi anche grazie a un piccolo aiuto degli amici della giuria (vedi tappa di ieri). Ora i sudamericani continueranno a darsi battaglia nel loro circuito continentale, e gli europei torneranno a pedalare su strade a loro più note. Qualcuno, come l'infaticabile Gianni Savio (team manager dell'Androni), continuerà il suo personale giro del mondo, raggiungendo il team impegnato nel Tour de Langkawi in Malesia. Uomini che non conoscono il significato della parola jet-lag...

Marco Grassi

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