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Inviti 2011: UCI-Grandi Giri, accordo vicino - Manca solo il sì di Zomegnan

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Il gruppo al Giro 2010 © BettiniphotoLa resa dei conti sembra vicina. I nemici del ciclismo moderno, UCI e grandi organizzatori, dovranno chiarire - e il momento non potrà essere troppo lontano - quali saranno i criteri per gli inviti alle corse del World Calendar definite "Historic", in parole povere i Grandi Giri e, con loro, le classiche o brevi corse a tappe sotto l'egida di ASO e RCS. 

È d'obbligo un riepilogo delle vicende passate per aiutare lo scrivente e il lettore a schiarire le proprie idee sulla questione. Tutto nasce col Pro Tour, nel 2005. La regola è semplice, le corse (e quindi anche i Grandi Giri) che fanno parte del circuito hanno l'obbligo di invitare le 20 squadre che hanno ottenuto la licenza per lo status maximo. E le squadre hanno il dovere di parteciparvi. In poche parole, per i GT, 20 inviti su 22 (o addirittura 21 in certi casi) sono già scritti e l'organizzatore ha pochissime possibilità di "manovra" ed è costretto ad accogliere obtorto collo squadre straniere che varcano i confini italici con organici di seconda o terza fascia e a lasciare a casa la Professional di casa di turno che potrebbe onorare al meglio la corsa. E quindi - guardando alla nostro GT - nel 2005 tocca all'Acqua&Sapone di Nocentini e Marzoli, alla Naturino di Fischer - stagione strepitosa la sua - e Casagrande (che vide spezzato il suo sogno rosa e appese la bici al chiodo) e la LPR di Napolitano e Tonkov, a vantaggio della Panaria e della Selle Italia che comunque ben figurano. Ci sono invece le svogliate Bouygues Telecom (nessuna top-10 parziale) e Française des Jeux che nulla aggiungono al valore della corsa. Stesso copione l'anno dopo, sempre Reverberi e Savio dentro, e ancora Acqua&Sapone (Nocentini, Tonti e Soler) & co. fuori. Il nono posto di Saltara di Lefèvre rimarrà il miglior risultato del biennio rosa della Bouygues.

Nel 2007 le cose cambiano, gli organizzatori alzano la voce e chiedono all'UCI che siano solo 18 le squadre Pro Tour da dover invitare obbligatoriamente. Aigle risponde picche, promettendo che le cose cambieranno solo dal 2009 e, di comune accordo, quegli altri replicano che avrebbero invitato solo le 18 squadre che in quel momento avevano già ottenuto la licenza. Infatti era dicembre e mancavano ancora all'appello Astana, che disputò Giro e Tour come wild card, saltando la Vuelta (ufficialmente per il caso Vinokourov scoppiato alla Boucle), e Unibet.com che effettivamente, pur con un organico non disprezzabile, salta a pie' pari tutte le grandi corse storiche. 

Il 2008 è l'anno dello strappo definitivo, con ASO e RCS che rivendicano con forza il loro diritto ad invitare chi pare loro. La lista iniziale di Zomegnan esclude ben 4 ProTour su 18 (poi verranno reintegrate Columbia e Astana), Prudhomme, forte della grandeur delle sue corse, sfida McQuaid a escluderlo dal circuito, cosa che puntualmente avviene e le squadre, invitate da Pat a schierarsi dalla sua parte alla vigilia della Parigi-Nizza, scelgono invece la corsa francese, a cui non viene invitata l'Astana, che salterà anche il Tour. Alla Vuelta invece non parteciperanno Scott, travolta dallo scandalo Riccò, e Columbia.

A fine anno si arriva ad una tregua. L'accordo di Varese prevede che nei due anni successivi le squadre in quel momento in possesso di una licenza ProTour abbiano il diritto di essere invitate - ma non il dovere di partecipare - alle corse dell'Historical Calendar. E così è. Chi vorrebbe contravvenire alle regole (ad esempio Zomegnan vs Fuji-Servetto) è costretto a rispettarle dal CAS.

E arriviamo così ai giorni nostri. Il patto di Varese è scaduto e urgono nuove regole per regolamentare questi benedetti inviti. Dall'alto del suo scranno, McQuaid ha già fatto sapere a più riprese che le squadre ProTour avranno il diritto-dovere di partecipare a tutti gli eventi del World Calendar, grandi giri compresi. Dopo qualche timida polemica iniziale, Jean-François Pescheux, braccio destro di Prudhomme, ha fatto sapere, in un'intervista al sito belga Dhnet.be di essere sostanzialmente in accordo con la proposta dell'UCI. «A meno di ripartire con una guerra, che è la cosa che meno di tutte vogliamo, abbiamo due possibilità. Prima: noi organizzatori sigliamo un nuovo accordo con l'Unione Ciclistica Internazionale per il quale siamo obbligati ad invitare le 18 ProTour e in tal caso a noi resterebbero quattro inviti. Seconda: riprendiamo in mano l'accordo di Varese che diceva che, dopo il biennio appena trascorso, avrebbero avuto il diritto di essere invitate le prime 17 squadre del ranking del World Calendar. Ad oggi la più plausibile mi pare la prima, che in qualche modo fa prevalere il potenziale futuro della squadra». Una presa di posizione abbastanza conciliante e che di fatto, sul fronte ASO, mette la parola fine sulla querelle.

Dunque, sbilanciandoci, ma nemmeno troppo, potremmo già dare l'elenco delle 22 invitate alla Grande Boucle: le 18 ProTour più FDJ, Europcar, Cofidis e Geox. La quinta francese - Bretagne o Saur, con l'AG2R già invitata di diritto - difficilmente potrebbe sperare di prendere il posto della compagine di Menchov e Sastre, non avendo un organico paragonabile. 

A questo punto è anche difficile immaginare che Zomegnan, viste anche le ultime dichiarazioni del collega spagnolo Guillén a Biciciclismo che seguono la falsa riga di Pescheux, continui la sua battaglia da solo. È probabile che anche lui chinerà il capo a McQuaid e sarà costretto a limitare a quattro le sue possibilità di invito. Anzi tre, visto che un posto spetta di diritto all'Androni Giocattoli, vincitrice del Campionato Italiano a Squadre e un altro - già c'è stato anticipato - andrà alla Farnese Vini di Visconti. Ne rimarrebbero quindi un paio da assegnare verosimilmente a due tra Geox (il ds Matxin ha già fatto sapere di essere intenzionato a schierare entrambi i suoi assi sia al Giro che al Tour, quindi le speranze lievitano), Colnago e Acqua & Sapone (più improbabili le candidature di De Rosa-Flaminia, Pegasus Sport e Team Type 1) con quest'ultima, già esclusa tre volte negli ultimi sei anni, che ci sembra la più probabile candidata al ruolo di vittima sacrificale.

Giuseppe Cristiano

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