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Giro dell'Emilia 2010: Gesink fa prove di Lombardia - L'olandese precede Daniel Martin e Scarponi

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Il grido di Gesink sul San Luca per il secondo successo al Giro dell'Emilia © BettiniphotoÈ l'olandese Robert Gesink il vincitore del Giro dell'Emilia 2010. Il corridore della Rabobank ha preceduto sul traguardo del San Luca l'irlandese Daniel Martin, Michele Scarponi, il russo Alexandr Kolobnev, Vincenzo Nibali e Domenico Pozzovivo, cogliendo così il suo secondo successo (perdipiù consecutivo) nella città bolognese.

A dispetto della Coppa Sabatini di giovedì, nella quale solo 12 squadre e 91 partenti hanno dato vita alla corsa pisana, il Giro dell'Emilia presenta al via ben 24 squadre, con parecchi reduci dal Mondiale australiano di Melbourne. Ci si aspetta una sfida tra Nibali e Riccò, e soprattutto la Vacansoleil non si nasconde affatto quando al km 30 parte la fuga composta da Fournet Fayard, Margaliot ed Eugenio Loria. I corridori di Carmiooro, Footon (il barbuto israeliano è uno stagista, in realtà) e CDC percorrono più di 100 km di fuga, raggiungendo il vantaggio massimo di 10'55" al km 57, col francese ad arrendersi per ultimo al km 135.

Sono quindi Cattaneo e Huzarski a provare la sortita, ma i portacolori di De Rosa e ISD non riescono ad impensierire il gruppo, tant'è che già lungo il primo passaggio sul San Luca è l'olandese Hoogerland ad accendere veramente la miccia in gruppo. Dietro all'uomo della Vacansoleil - lanciato per sgravare la squadra di Riccò da costanti e dispendiosi inseguimenti - si attivano subito Fuglsang e Gesink, poi durante la seconda ascesa ancora l'olandese riesce a sganciare un gruppetto comprendente Caruso, Pujol, Muto, Turpin, Stortoni e Brambilla, con gli uomini Liquigas determinati a non lasciare troppo margine ad un'azione comunque abbastanza numerosa, e con Fuglsang che in discesa riesce a riportarsi sul gruppetto di testa da poco formatosi, scremandolo - sempre insieme ad Hoogerland - durante il terzo passaggio: con il danese e l'olandese rimane soltanto la coppia della Colnago composta da Stortoni e Brambilla, mentre gli altri devono arrendersi al ritorno del plotone principale.

Hoogerland e Fuglsang percorrono praticamente da soli anche la quarta ascesa, con Stortoni che alza bandiera bianca e il neopro' Brambilla che riesce in qualche modo ad accodarsi al gruppo dei migliori. Sono Nibali e Pozzovivo a darsi più da fare per chiudere il buco con la testa della corsa, ed il dispendio di energie lo han pagato quando Daniel Martin ha dato una trenata che ha mandato a gambe all'aria parecchi dei contendenti della vigilia.

Scarponi ha preso in mano le redini della corsa sul tratto in minore pendenza, ma è stato sempre Martin l'uomo decisivo affinché i tre (Gesink, lo stesso Martin e il già citato Scarponi) arrivassero con un leggero margine su Kolobnev, Nibali e Pozzovivo, che si trovavano a circa 20 metri dai battistrada quando il marchigiano dell'Andorni ha lanciato lunghissimo la propria volata. «Speravo che gli altri fossero morti», dirà all'arrivo Scarponi, che sotto il traguardo deve accontenarsi del 3° posto alle spalle dell'olandesone Gesink, che bissa il successo dello scorso anno - ottenuto in maniera più o meno analoga riprendendo un allungo di Evans e sorpassando Fuglsang e Lövkvist prima della curva finale - entrando a pieno titolo nella storia di questo Giro dell'Emilia che, tra percorso e scenario, si conferma come una delle classiche più belle del panorama internazionale.

Mario Casaldi

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