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Vuelta a España 2010: Nibali, è un cabolavoro! - Vincenzo resiste al furioso attacco di Mosquera: la Vuelta è sua

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Vincenzo Nibali in azione a Bola del Mundo - Foto lavuelta.esIl gran giorno di Vincenzo Nibali finalmente è arrivato e con oggi si va probabilmente a chiudere il processo di maturazione che ha portato questo 25enne messinese ad essere uno dei corridori più forti e completi per quanto riguarda le grandi corse a tappe. Già quando era dilettante si vedeva in Vincenzo un grandissimo potenziale e un talento di quelli che fanno ben sperare per il futuro ma nel corso degli anni ne abbiamo visto più d'uno perdersi appena fatto il salto di categoria: Nibali no, ha impiegato più tempo di altri per arrivare al top ma la sua crescita è stata sempre costanto e ogni anno ha spostato l'asticella degli obiettivi sempre più in alto.

Adesso Nibali è una splendida realtà, talmente bella che in questo 2010 è stato l'unico corridore in grado non solo di far classifica ma addirittura di salita sul podio in due grandi giri: a maggio il terzo posto al Giro correndo in appoggio a Basso, ora il trionfo alla Vuelta da capitano, da favorito e con tutte le pressioni possibili addosso. In più Vincenzo è andato a trionfare in una corsa che non sorrideva ai colori italiani addirittura dal 1990: quell'anno s'impose Marco Giovannetti davanti Pedro Delgado e nelle successive 19 edizioni nessun azzurro riuscì a salire sul podio.

L'impresa dello Squalo dello Stretto assume ancora più spessore grazie alla splendida battaglia che hanno inscenato oggi lui e Mosquera sulle durissime rampe della Bola del Mundo: questa fiera lotta tra i primi due della generale ha fatto passare in secondo piano tutto quello che era avvenuto in precedenza e tutto ciò che invece stava accadendo alle loro spalle, compresi i giochi per il podio e le prime posizioni. Negli ultimi quattro chilometro Nibali e Mosquera hanno veramente lasciato anche l'anima sulle proprie biciclette e, viste anche le pendenze, tutto è rimasto in bilico fino praticamente agli ultimi 100 metri quando Vincenzo è riuscito a riprendere la ruota di Mosquera e, svuotato di energie fisiche e mentali, ha lasciato al galiziano la meritata vittoria di tappa.

La 20a frazione era iniziata subito con un grande lavoro da parte degli uomini della Liquigas: appena dopo il via da San Martín de Valdeiglesias sono iniziati gli attacchi, prima con un gruppo di 15 uomini, poi con uno di 27 e addirittura con uno di 30. Alla Liquigas una fuga stava anche bene ma sicuramente non di queste proporzioni e soprattutto senza uomini pericolosi: alla fine hanno ricevuto il via libera 18 uomini con Gusev e Plaza come meglio piazzanti in classifica, rispettivamente a 12 e 14 minuti di ritardo. Oltre ai due già citati il gruppo dei battistrada era composto anche da Bakelants, Peraud, Gilbert, Hoste (tutti e quattro dell'Omega Pharma), Oroz (Euskaltel), Cuesta (Cervélo), Gallopin (Cofidis), Jerome, Tschopp (entrambi Bouygues), Hondo (Lampre), Toribio (Andalucia), Kabri (AG2R), Siutsou (HTC), César Veloso (Xacobeo), Cheula (Footon) e Arroyo (Caisse d'Epargne). La presenza di due uomini della Caisse (Arroyo e Plaza) contro uno solo della Katusha (Gusev) ha fatto sì che la squadra russa non lasciasse troppo margine ai battistrada perché, oltre al possibile successo di tappa di Purito Rodríguez, c'era in ballo anche la classifica a squadre: il vantaggio della fuga quindi non è decollato e ha toccato un massimo di 4'48" intorno al km 55 di gara.

Sul Puerto del León, cima di prima categoria, non è successo nulla ma le acque si sono agitate al primo passaggio sul Puerto de Navacerrada quando l'Euskaltel ha riproposto la stessa tattica attuata verso Cotobello con Txurruka e Nieve che si sono lanciati all'inseguimento dei fuggitivi dove c'era il loro compagno Oroz come punto d'appoggio. Alla ruota dei due corridori baschi si sono portati anche David Moncoutie, Mikael Cherel, David López e Alexander Kolobnev. Nel lungo tratto in pianura dopo il Gpm un lavoro incredibile di Oroz ha tenuto il gruppo dei favoriti a distanza ma nella prima parte, quasi in falsopiano, della salita finale l'inseguimento degli uomini della Xacobeo Galicia ha portato i suoi frutti e a circa dieci chilometri dall'arrivo tutti i fuggitivi sono stati riassorbiti.

Primo successo alla Vuelta per Mosquera a Bola del Mundo © LaVuelta.comIl gruppo dei migliori è salita ad un ritmo molto regolare e neanche tanto elevato fino ai meno cinque quando Frank Schleck ha effettuato un bel forcing che ha fatto staccare molta gente ma non i primi della generale. Appena il corridore della Saxo Bank s'è rialzato è partito Mosquera e qui è iniziato il vero spettacolo: Nibali in un primo momento ha risposto, poi ha dovuto cedere una manciata di secondi ma poco prima della svolta verso Bola del Mundo è riuscito a riportarsi sul corridore della Xacobeo con una progressione potentissima. All'inizio della stradina in cemento verso la Bola in due avevano già fatto il vuoto rispetto agli altri e, in mezzo a due ali di folla, è nuovamente Mosquera ad allungare. Stavolta l'attacco sembrava quello buono ed in breve in divario tra i due è salito fino a 15": considerando gli 8" di differenza per gli abbuoni ad Nibali ne rimanevano comunque 27.

Gli ultimi 3000 metri sono sembrati veramente infiniti e più si saliva più i volti dei corridori si caricavano di fatica e sofferenza: in alcuni tratti Nibali riusciva a riavvicinarsi, altri invece erano favorevoli a Mosquera e questo tira e molla è continuato praticamente fino alla fine. A differenza di altre tappe oggi Nibali si è gestito benissimo e negli ultimi 500 metri ha iniziato ad rimontare quasi a vista d'occhio. Alla fine, come detto, l'aggancio avviene proprio agli ultimi cento metri e nonostante un Mosquera in grossa crisi Nibali lascia la meritata vittoria al rivale visto che ormai era riuscito ad ottenere il proprio obiettivo. A 23" è arrivato Rodríguez, a 35" Frank Schleck, a 39" Tondo mentre Velits ha perso qualcosa proprio all'ultimo chilometro è riuscito a difendere bene la sua terza posizione nella generale.

Javier Guillén, il direttore della Vuelta, difficilmente si sarebbe potuto aspettare una corsa così emozionante e spettacolare fino al finale: un bel percorso, poche tappe scontate e la scommessa vinta della Bola del Mundo, un arrivo che siamo certi che sarà ripetuto più volte negli anni a venire. Quello che più ci preme sottolineare, però, è la risposta del pubblico e degli appassionati spagnoli: negli ultimi anni mai avevamo vinto così tanta gente sulle strade della Vuelta e oggi, sul Navacerrada prima e sulla Bola poi, in termini di quantità c'era ben poco da invidiare ai tapponi di Giro e Tour.

Sebastiano Cipriani

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