Tour of Britain 2010: Bozic spezza l'incantesimo - Lo sloveno vince a Colchester
Chi la dura la vince. Dopo due secondi posti, Borut Bozic alza finalmente le braccia al cielo sulle strade del Tour of Britain, aggiudicandosi allo sprint la settima tappa con traguardo posto a Colchester. Per il 30enne sloveno in forza alla Vacansoleil si tratta del terzo centro stagionale dopo le due affermazioni, datate inizio febbraio, all'Etoile de Bessèges.
La penultima recita va in scena su un percorso misto, 152 chilometri con via dato da Bury St Edmunds. In vista della passerella sulle strade londinesi, i tre Gpm (tutti di terza categoria) sommati ad altrettanti sprint intermedi rappresentano l'ultimo duello rusticano per la conquista delle maglie che fanno da cornice a quella gialla di leader, saldamente sulle spalle di Albasini per il quarto giorno consecutivo. Neanche a dirlo, l'avvio avviene con la fionda e nella prima ora di corsa sono ben 48 i chilometri divorati. I tentativi di fuga operati in serie hanno la meglio sulla volontà della Sky di tenere cucita la corsa almeno fino allo scollinamento di Foxearth, dove Hoogerland (Vacansoleil) anticipa Hayman e congela definitivamente la leadership di miglior scalatore.
Davanti, intanto, qualcosa è già successo. La prima sortita è condotta da quattro elementi: Travis Meyer (Garmin), Jonathan Tiernan-Locke (Rapha Condor) Ronan McLoughlin (An Post-Sean Kelly), Liam Holohan (Team Raleigh) arrivano a guadagnare fino a 15'' ma si rialzano ben presto ed in contropiede ci prova allora l'altro Meyer - Cameron - protagonista già ieri verso Great Yarmouth. Quando anche per il secondo alfiere della Garmin il destino appare segnato, ecco andar via l'azione giusta, sponsorizzata da Thomas Murray (Sigma Sport) e Pieter Jacobs (Topsport Vlaanderen) in concomitanza con gli abbandoni in rapida successione di Favilli (ISD-Neri), Alex Rasmussen (Saxo Bank) e Lighart (Vacansoleil) che anticipano la brutta caduta di Dan Craven della Rapha Condor, per il quale si sospetta una frattura del polso.
Il palmares dei due battistrada permette al plotone di dormire sonni tranquilli, ed il vantaggio oscilla costantemente tra i due ed i tre minuti. A condurre le operazioni è sempre la Sky che, non appena il gap tende a dilatarsi, impone variazioni di ritmo predisponendo la fila indiana. L'accordo tra Jacobs e Murray si rompe poco prima del traguardo volante di Tiptree, con l'attacco del primo che non trova la pronta risposta del portacolori della Sigma Sport, raggiunto nel volgere di poche pedalate dalla furia di un gruppo condotto alternativamente da Sky e HTC. Con il margine assottigliato a 15'' a diecimila metri dalla linea di meta, il piatto è stato apparecchiato per il più classico degli arrivi a ranghi compatti.
L'apparizione della sagoma inconfondibile di Greipel in coda al serpentone, ormai sgranato, all'approssimarsi della flame rouge, ha ammantato di inconsueto interesse lo sforzo decisivo, grazie al quale Bozic ha saputo dare conferma dello stato di grazia palesato nell'arco di tutta la settimana, mettendo in fila Greg Henderson e consolidando la piazza d'onore alle spalle di Albasini, oggi giunto staccato di 11" dal vincitore e di 8 da Richie Porte, terzo di tappa e nella generale. Il portacolori dell'HTC dovrà difendere un vantaggio di 65 secondi sull'indiavolato Bozic, che da par suo precede di 9'' l'australiano, autentica sorpresa del Giro d'Italia dello scorso maggio.
Saranno le vie di Londra a fare da cornice alla frazione conclusiva in programma domani. Start e linea d'arrivo posti in Royal Albert Way, centro di gravità di un tracciato (100 i chilometri da percorrere) che tra due anni incoronerà l'erede di Samuel Sánchez nella prova olimpica in linea. Ma allora le vedettes - c'è da scommetterci - saranno ben altre.