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Giro del Veneto 2010: Osstrega quanta pioggia! - Maxicaduta all'ultimo km, Daniel s'invola

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Le corna per esultare alla prima vittoria pro' da parte di Daniel Oss davanti al compagno Peter Sagan - Foto Roberto BettiniCertamente la gioia di Daniel Oss sarà grandissima, stasera, quando ripenserà al fatto di aver conquistato la prima vittoria da professionista; ma forse il bravo trentino non sarà al 100% soddisfatto per aver vinto in maniera così singolare il Giro del Veneto, oggi a Castelfranco.

Le piogge tropicali che hanno inondato Padova e dintorni hanno infatti avuto una grande influenza nel momento decisivo della gara: a un chilometro dal traguardo è stata infatti una caduta sull'asfalto bagnato a lanciare la coppia Liquigas che poi è andata a prendersi primo e secondo posto in parata.

Dopo un'interessante ma mai seriamente decollata fuga a 13 (che coinvolgeva personaggi del calibro di Pozzovivo, Gavazzi, Scarponi, Paolini, Chiarini e lo stesso Oss), l'acqua scesa giù a catinelle sul percorso ha in un certo senso bloccato la gara. E mentre gli attaccanti vedevano erodersi il piccolo margine su un gruppo sempre più decimato (buon lavoro della Liquigas a ricucire), Chiarini e Brambilla hanno insistito da soli (erano nella fuga) fin praticamente al penultimo giro del breve circuito finale, intorno a Castelfranco Veneto.

Ripreso l'ultimo degli irriducibili (Chiarini rimasto poi da solo), abbiamo assistito a un tentativo del giovane Boaro (impegnato in uno stage nella Carmiooro e già in evidenza alla Bernocchi), surrogato poi da Ballan (che correva praticamente in casa e non poteva esimersi dal mettersi in evidenza), e quindi dal rientrante Alessandro Proni (in maglia Acqua&Sapone). Ma la Liquigas (un po' aiutata anche da Agnoli in maglia azzurra) aveva tutte le intenzioni di tenere la corsa cucita, a beneficio di uno degli stoccatori buoni per un finale insidioso come quello sul pavé bagnato di Castelfranco.

Il nome che veniva in mente, naturalmente, era quello di Peter Sagan; un corridore che dava ampie garanzie e giustificava il lavoro della squadra guidata oggi in ammiraglia da Paolo Slongo (con lo stato maggiore dislocato in terra di Spagna). A 2 km dalla fine, era il turno di Daniel Oss in testa al plotone: Sagan sempre nelle prime file, solo appena più indietro. La trenata del trentino metteva il gruppo in fila, ma certo il 23enne in maglia verde non immaginava che il premio per il suo gran lavoro sarebbe stato tanto dolce.

Così come invece lo snodo dell'ultimo chilometro è stato amaro per chi è finito per terra: curva a sinistra, Oss davanti passava tranquillo, Ginanni in seconda ruota scivolava invece sulle strisce pedonali, innescando gli impauriti derapage che hanno buttato per terra anche Fischer in terza ruota e via via molti altri dei corridori che erano nelle posizioni di testa. Sagan, che al momento della caduta era più o meno in sesta ruota, ha fatto un miracolo di equilibrismo per evitare Ginanni e Fischer nella curva, è passato in uno spazio risicatissimo sganciando opportunamente il pedale sinistro, e riagganciandolo poi immediatamente dopo, mentre uscendo dalla curva stava già rilanciando l'azione per raggiungere il compagno di squadra Oss.

La sparata di Sagan ha permesso ai due Liquigas di ricompattarsi senza perdere troppo tempo (Oss ha comunque atteso il coequipier), e di involarsi verso il traguardo. La volata a due non c'è stata, sostituita dalla giusta ricompensa riconosciuta dalla squadra a Daniel, uno dei ragazzi giovani che maggiormente hanno impressionato quest'anno.

Al terzo posto, a qualche secondo di distanza dai primi due, Sacha Modolo (che dà continuità ai suoi risultati della stagione), quindi Luca Paolini, lo svizzero Nicolas Schnyder (23enne della continental Price-Custom, anch'essa svizzera), e al sesto posto Sagan. Piazzato due volte il forte Peter? No, questo si chiama Juraj, è al primo piazzamento rilevante da quando è approdato (anch'egli) in Liquigas, ha solo 21 anni (almeno fino al 23 dicembre) e sì, è fratello di Peter: se le premesse sono queste, vivremo nei prossimi anni dei bei periodi di diarchia slovacca, una diarchia tutta interna alla stessa famiglia.

La selezione nazionale schierata dal ct Paolo Bettini alla partenza del Giro del Veneto - Foto Roberto BettiniIn attesa che tale profezia si avveri, possiamo anche spendere due parole per la bella iniziativa del ct Bettini, che per la prima volta ha schierato una selezione nazionale, dando spazio a corridori in cerca di amalgama col gruppo azzurro (o che possano quantomeno respirare l'odore di Nazionale in prospettiva futura). Un'idea che permette di vedere le maglie azzurre in gara non solo nell'appuntamento iridato (o, quadriennalmente, in quello olimpico), e che consente a diversi giovani di familiarizzare con tali maglie. E intanto cresce il "gruppo azzurro". Naturalmente non tutti, tra Agnoli, Ballan, Chiarini (il più convincente della selezione), Gatto, Marangoni, Marcato (7° all'arrivo), Ongarato, Santambrogio, Tonti e Ulissi (i convocati di Bettini per il Giro del Veneto), andranno a Melbourne: ma il ct ha avuto modo di lavorare in maniera diretta con alcuni degli uomini che guiderà al Mondiale, e ciò è senz'altro positivo: la speranza è che questa iniziativa non finisca così.

Marco Grassi

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