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Ritorni vincenti - Se 46 anni vi paion pochi - Mitico Alcalá, nuovo campione messicano a cronometro | Cicloweb

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Ritorni vincenti - Se 46 anni vi paion pochi - Mitico Alcalá, nuovo campione messicano a cronometro

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Raúl Alcalá ai bei tempi del Tour de France, 20 anni fa - Foto blogs.20minutos.esNel girodivagare di ruote e pedali intorno al globo, ci si imbatte a volte in notizie del tutto inattese. Quella di turno oggi riguarda il mitico Raúl Alcalá, ovvero l'uomo che impose il ciclismo a una nazione, il Messico, praticamente digiuna di questo sport fino agli anni '80, e poi subito pronta a festeggiare i successi del suo figliolo nientemeno che al Tour de France.

Alcalá fu infatti il primo (e ultimo) rappresentante del paesone centroamericano a lasciare dei segni alla Grande Boucle: maglia bianca di miglior giovane nel 1987, due ottavi posti nell'89 e nel '90, accompagnati da due vittorie di tappa (una per anno), poi ultimi fuochi di carriera con una Classica di San Sebastián (nel '92) e tappe varie tra Paesi Baschi, Delfinato, Settimana Catalana e Vuelta a Burgos. Una carriera, che in tanti pagherebbero per ripercorrere con tali risultati, chiusa poi nel 1994, a soli 30 anni. Forse troppo presto, se è vero che poi 4 anni dopo il buon Raúl volle tornare a correre, la Vuelta a México: ma non fu che una parentesi.

Dopodiché il corridore che aveva militato in squadre come la 7-Eleven o la PDM si dedicò anima e corpo all'azienda alimentare che aveva messo su coi soldi guadagnati pedalando, e per anni il ciclismo è rimasto niente più che un hobby, anche se praticato da ottimo amatore che si tiene in forma.

L'anno scorso, l'illuminazione, sulla scorta del clamoroso rientro alle gare di Lance Armstrong. Alcalá si mise in testa di voler fare pure lui il Tour de France: un progetto vieppiù ambizioso, e destinato a non decollare, così come non decollò il secondo ritorno di Raúl alle corse: al via della Vuelta a Chihuahua, l'antico campione si ritirò dopo appena due tappe a causa di una caduta: l'unico parallelo con Armstrong, forse, quello di una certa difficoltà a restare in piedi (la lucidità dei 20-30 anni non può essere la stessa dei 45, età del messicano - classe '64 - al suo ritorno).

Molto meglio, allora, rispolverare un antico amore, quello per le cronometro: in fondo, uno dei due successi alla Boucle fu centrato proprio in una prova contro il tempo. Eccolo ancora lì, quindi, Raúl, a misurarsi con se stesso (a 46 anni) e con un parterre di rivali che, con due decenni in meno sulle spalle, dimostra di non poter far altro che, ancora!, lustrare le scarpe di Alcalá: probabilmente non una gran soddisfazione per chi regge le sorti odierne del pedale messicano (è il discorso che siamo soliti fare in questi anni per Jeannie Longo: possibile che non vengano fuori ciclisti o cicliste in grado di battere atleti quinquagenari?). Ma una storia a suo modo strepitosa.

Ieri - veniamo alla notizia - Alcalá ha conquistato il campionato nazionale a cronometro. Su una distanza di 30 km, il 46enne di Monterrey ha rifilato 1'01" a Ignacio Sarabia, 1'29" a Carlos López e 1'30" a Florencio Ramos. Distacci importanti per un corridore che, a quelle latitudini, rappresenta un monumento semovente. Sta facendo di tutto, dice Raúl, per appassionare al ciclismo il figlio 18enne: amor di padre, tanto si sta sacrificando nell'esercizio, che gliene viene in tasca addirittura un nuovo titolo: chi se l'aspettava più? Chi immaginava che un corridore di fatto fermo da oltre 15 anni potesse far segnare una media superiore ai 50 orari in una crono professionistica?

Ora che ha preso questa maglia tricolore, non c'è dubbio che il veteranissimo Raúl vorrà esibirla con tutta la pompa del caso: magari a quella Vuelta a México che ai suoi tempi vinse 3 volte, e che sarebbe senz'altro onorata di riavere ai nastri di partenza questo signore di mezza età che non si accontenta di aver fatto la storia del ciclismo del suo paese, e che ha scoperto di poter segnare ancora pagine memorabili. Appuntamento ad aprile 2011, quindi (mese in cui dovrebbe corrersi il giro nazionale); o prima, ad ottobre in Chihuahua. Oppure dopo, al Tour de France?...

Marco Grassi

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