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Clásica San Sebastián 2010: La Clásica corsa di LL Sánchez - LuisLe costruisce e finalizza. Secondo Vinokourov | Cicloweb

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Clásica San Sebastián 2010: La Clásica corsa di LL Sánchez - LuisLe costruisce e finalizza. Secondo Vinokourov

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La volata vincente di Luis León Sánchez su Alexandre Vinokourov - Foto www.diariovasco.comUno dei temi più dibattuti quando si parla di ciclismo tra amici è: ma quanto è forte Luis León Sánchez? "Tanto", è la risposta; e oggi abbiamo avuto un'ennesima conferma di questo concetto, in una Classica di San Sebastián che il campione nazionale spagnolo a cronometro ha vinto in maniera alquanto scintillante.

Uscito un po' mogio da un Tour de France in cui non è riuscito a lasciare un segno concreto (leggasi: una vittoria di tappa, centrata peraltro nel 2008 e nel 2009), il murciano-bis del ciclismo spagnolo (viene da Mula, non lontano dalle terre di Valverde), non ha dovuto aspettare troppi giorni per riscattarsi dall'obiettivo non centrato alla Grande Boucle: neanche una settimana, ed eccolo a braccia alzate nei Paesi Baschi, dove ha vinto con piglio padronale la prima classica della sua carriera. A novembre LuisLe compirà 27 anni, diciamo quindi che anche il momento della carriera è di un certo rilievo: arrivato praticamente alla maturità agonistica e tecnica, Sánchez può vedere questa giornata come una pietra angolare del suo pedalare: da qui in poi il capitano della Caisse d'Epargne avrà buon diritto a considerarsi (ed essere considerato) uno dei protagonisti delle grandi corse in linea, dopo essersi fatto un nome nelle brevi corse a tappe e nelle incursioni del Tour: ora che sa come si vincono certe gare, come impedirgli di guardare con bramosia anche a una Liegi, per esempio?

La Clásica (o Klasika, se vogliamo) presentava un percorso in parte rinnovato, con lo Jaizkibel "raddoppiato" per aumentare l'incertezza della prova e limitare le possibilità di volata piuttosto nutrita. La fuga del mattino, con Cazaux, Montenegro e Florencio, era destinata a finire nel nulla (malgrado gli oltre 8' di vantaggio massimo) e così è stato, annullata dall'ingresso in scena dei corridori più quotati. Un ingresso anticipato da un secondo tentativo di comprimari (meno dei primi, però), ovvero Gárate, Verdugo e José Ivan Gutiérrez. I tre, partiti sul primo Jaizkibel, a 80 km dal traguardo, hanno guadagnato solo una quarantina di secondi, poi alla seconda scalata della salita principale della giornata, la corsa è entrata nel vivo e questa fuga ne è uscita.

Tra i primi big a scattare, con Kolobnev e Porte, si è intravisto per un attimo anche Cunego (diventato per la seconda volta papà: auguri!), ma il veronese ha poi perso terreno lasciando il proscenio al forcing di Porte che ha creato una notevole selezione: il ragazzino della Tasmania continua a esibire lampi di una classe ancora tutta da scoprire.

Fatto sta che le legnate di Richie hanno ridotto all'osso il drappello dei migliori: situazione ideale per un contropiede, e infatti il tentativo di allungo c'è stato, orchestrato da Samuel Sánchez che si è portato appresso un Vinokourov non rassegnato al prossimo (ma quanto prossimo? Sarà a fine 2011, per caso?) ritiro, e poi Joaquím Rodríguez e Roche. Anche Sastre è riuscito ad attaccarsi al trenino, con un po' di fatica in più, mentre Porte pagava lo sforzo precedente. La contrarietà di Gesink all'azione in atto, però, ha portato la medesima ad essere annullata a meno di un km dal gpm dello Jaizkibel.

A quel punto, come una scheggia, è stato LL Sánchez a partire con l'obiettivo di mettere a segno il colpo del giorno. Mentre gli altri si riassestavano dopo il ricongiungimento col gruppetto di SSG, gli unici ad avere la prontezza di andare dietro al murciano sono stati Vino e Sastre (una coppia di ferro di questa stagione, spesso gomito a gomito tra Giro e Tour e oggi ancora protagonisti insieme), evidentemente avvantaggiati dal fatto di essere nelle prime posizioni (erano appena stati ripresi).

In discesa lo stagionato duo si è riportato su Sánchez, e da lì in poi i dubbi che i tre potessero essere ripresi (mancavano 35 km al traguardo) hanno progressivamente teso allo 0. I 20" che il terzetto aveva su un gruppetto di 8 (Zubeldia, Roche, SSG, Hesjedal, Porte, Javier Moreno, Gesink e JRO) sono anche raddoppiati, prima che il gran lavoro (ancora) di Gesink sull'Alto de Arkale, ultimo Gpm di giornata a 15 km dalla fine, riportasse il gap a 20" o poco più. Ma se l'azione dell'olandese faceva staccare Moreno e Porte dal suo gruppetto, non permetteva all'uomo Rabobank di sognare un ricongiungimento coi primi: tutti intenzionati ad arrivare il più lontano possibile, dopo la salita Sánchez, Vino e Sastre hanno ripreso un ritmo importante, rimettendo tra sé e il resto del gruppo un margine di garanzia.

In una volata a tre, Sastre sarebbe stato battuto, ma il vincitore del Tour 2008 non ha avuto le gambe per provare un qualche anticipo. Non le ha avute neanche per reagire con prontezza allo scatto di Vinokourov che - lui sì - invece ne aveva al punto da pensare che una volata con Sánchez avrebbe comportato troppi rischi, quindi tanto valeva provare l'assolo (ripensando a Revel, magari): ai 3.5 km il kazako è partito su una salitella (in pratica l'ultimo strappetto di giornata) ed è sembrato fare il vuoto, ma Luis aveva un obiettivo troppo importante davanti ai suoi occhi (la sua prima classica, appunto) per non dare anche l'anima nel tentativo di chiudere sul capitano Astana.

E così, mentre Sastre arrancava, l'uomo Caisse d'Epargne ha ripreso Vino. E talmente erano belli, entrambi, da mettersi a guardarsi, permettendo il ritorno anche a Sastre. Sánchez non si è comunque lasciato intimidire dal fatto di essere il pivellino del trio, e non ha ceduto sul piano dei nervi con lo scafato kazako, alla cui ruota LL si è messo per non uscirne più fino alla volata: Vinokourov, costretto dalle circostanze a stare in testa, ha forse ecceduto in sicurezza di sé, pensando di poter prendere lo sprint in testa e far polpette dei due spagnoli. Sánchez, con grande esperienza, ha aspettato i 150 metri per uscire dalla ruota di Alex e piegarne la strenua resistenza, mentre Sastre restava fuori dai giochi per la vittoria.

Primo Sánchez, quindi, davanti a Vinokourov e Sastre. Poi, staccati di oltre mezzo minuto, Zubeldia e quindi nell'ordine JRO, Hesjedal, Gesink, Roche, SSG e Porte (che era rientrato sul gruppetto inseguitore). Fuori dall'ordine d'arrivo Andy Schleck, che sei giorni fa veniva premiato per il secondo posto al Tour e oggi non è riuscito manco a terminare la gara: non meriterebbe neanche commento, questa schifezza, anche se magari il lussemburghese potrebbe dire che lui almeno era alla partenza, al contrario di un certo Contador.

Ma i fatti di oggi ci convincono ancor più di aver fatto bene ad indicare Vinokourov come il migliore dell'ultima Grande Boucle: Alex questa Clásica forse l'ha pure un po' buttata, sprecando energie nello scatto ai 3.5 km, ma lui, col suo pragmatismo di ferro, ci direbbe che aveva ragione a temere LLS in volata perché infatti alla fine lo spagnolo l'ha battuto. Che poi, in altri termini, sarebbe come dire che fa bene ad attaccare, perché le corse che ha vinto le ha sempre vinte attaccando: e se tutti i big dessero un quinto dello spettacolo che Vino dà sempre, il ciclismo tornerebbe lo sport più seguito, altro che calcio.

Marco Grassi

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