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Brixia Tour 2010: Una corsa che guarda in alto - Il percorso chiama gli scalatori

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L'esultanza di Giampaolo Caruso al Brixia Tour 2009 - Foto Roberto BettiniContro il logorio del Tour moderno, chissà se il Brixia che inizia domani riuscirà a regalarci qualche momento di gioia ciclistica: dopo aver visto i Pirenei della Grande Boucle, ne avremmo particolarmente bisogno. Il Brixia Tour è una corsa che nacque dieci anni fa quasi in sordina (forse presa poco in considerazione anche per via di quel nome esotico?), vide un triennio di dominio straniero (nientemeno che un giovane Cadel Evans vinse la prima edizione, poi Igor Astarloa e Martin Derganc), poi negli anni si è sostanziata come valido appuntamento alternativo al Tour, principalmente per i corridori italiani non presenti in Francia (un gruppo che negli anni si è parecchio infoltito, col diminuire dei top team del nostro paese e con l'aumentare dell'arbitrio negli inviti alle squadre per i GT).

Non è un caso, infatti, che dal 2004 solo italiani abbiano vinto il Brixia: Di Luca, poi Sella, quindi la bella doppietta di Rebellin nel 2006 e nel 2007, infine Anzà nel 2008 e Giampaolo Caruso un anno fa. Quest'anno gli organizzatori, vedendoci parecchio lontano, avevano indurito il percorso, pregustando la presenza di un Riccardo Riccò che sicuramente non facendo il Tour sarebbe stato al via della corsa lombarda. E allora, dopo la cronosquadre d'apertura a Palazzolo sull'Oglio, ecco una salita breve (6 km) e durissima come arrivo della seconda tappa (a Poffe); ed ecco che al terzo giorno era stata prevista una semitappa serale con cronoscalata alla Madonna della Stella: una prova poi bocciata dall'Uci a causa di un percorso (anche su sterrato) non sicurissimo, per cui si è ovviato allungando la facile tappa di Pisogne. Sabato poi l'arrivo in quota più classico del Brixia Tour, al Passo Maniva, prima della conclusione (per velocisti) a Orzinuovi domenica.

Un tracciato, pur senza cronoscalata, particolarmente selettivo, che chiamava all'impresa appunto Riccò. Poi purtroppo ci si è messo l'incidente di due sabati fa in Austria per tarpare le ali al modenese che quest'anno, giocoforza, sta facendo una sorta di giro delle sette chiese attraverso le corse minori; e così il corridore della Flaminia, ancora alle prese coi postumi dello scontro con la moto, non ci sarà. Così come non ci saranno Stefano Garzelli, né un Vincenzo Nibali che dopo l'ottimo Giro d'Italia e un giugno corso fino in fondo, sta rifiatando in vista della Vuelta a España (e la Liquigas non è comunque al via).

Il listino dei presenti (e dei favoriti) non è comunque male, visto che potremo quantificare (e qualificare) i progressi del fresco neocampione italiano Visconti (ISD) nelle brevi corse a tappe (quest'anno ha vinto il Presidency Tour in Turchia e si è arreso al solo Nibali in Slovenia); e potremo sperare che Pozzovivo (Colnago) riesca a concretizzare qualcosa del suo talento che sta un po' andando sprecato tra una caduta e un'incertezza, in una carriera in cui il lucano non è finora riuscito nemmeno a correre molte delle corse più importanti del calendario.

Giampaolo Caruso, da parte sua, difenderà (in maglia Katusha) la vittoria di 12 mesi fa, mentre la squadra faro della corsa rischia di essere la Androni-Diquigiovanni, con Scarponi primo favorito per il successo finale. A insidiare il marchigiano, oltre ai già citati Visconti e Caruso, ci saranno senz'altro un Carrara molto motivato (con la sua Vacansoleil), un Francesco Masciarelli (Acqua&Sapone) che deve riscattarsi dopo un brutto Giro, e possiamo aspettarci sorprese anche da una Miche esperta e ben messa in salita, con Niemiec e Baliani. Curiosità per l'esordio di Kashechkin in una Lampre in cui Pietropolli potrà far bene, e per come Anzà (già vincitore del Brixia) saprà ereditare i gradi di capitano da Riccò, in Flaminia. Completano il roster delle squadre presenti tre formazioni Pro Tour internazionali (Caisse d'Epargne, Garmin e Sky), la De Rosa e un gruppetto di Continental di matrice più o meno italiana (CDC, Meridiana, Tecnofilm, Kalev).

Marco Grassi

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