Campionati Europei Donne U23 2010: Fumi turchi, oro a Tabak - Guarischi solo 13esima
Cambiano i nomi, ma le olandesi rimangono le indiscusse protagoniste delle rassegne continentali. Dopo la doppietta della Vos e la vittoria, lo scorso anno, della Blaak - inframezzate dal successo lituano della Leleivyte - quest'anno l'orange vincente si chiama Noortje Tabak, ventiduenne atleta della Nederland Bloeit. In un finale incertissimo l'olandese ha avuto la meglio sull'ucraina Lesya Kalitovska e sulla lituana Ausrine Trebaite. Le tre atlete facevano parte di un drappello di nove unità sganciatosi nel corso dell'ottavo dei 9 giri in programma. Purtroppo nessuna italiana è riuscita a inserirsi nel tentativo poi risultato decisivo.
Eppure fino ad allora le ragazze di Salvoldi avevano interpretato bene la gara, malgrado la sfortuna che già al secondo giro si scagliava sulla Berlato e sulla Presti, vittime di una caduta che le tagliava fuori dai giochi. Il gruppo ha sonnecchiato per i primi 4 giri; la corsa è stata accesa infatti dalla campionessa francese Lasueur al termine della quarta tornata. In tre hanno cercato di rispondere all'attacco della transalpina, tra queste la nostra Eleonora Patuzzo, ma nessuno ci ha creduto; per cui la Lesueur ha proseguito da sola per più di due giri, senza però accumulare un vantaggio rassicurante.
Dietro, infatti, Russia e Italia, con Valentina Carretta molto attiva, hanno controllato la gara, mentre le olandesi già mostravano di essere in condizione, visto che nel corso del settimo giro hanno attaccato a ripetizione facendo esaurire la bella azione della campionessa francese su strada. Nel corso del terz'ultimo giro, a poco più di 30 km dall'arrivo, cominciava così un'altra gara: a smuovere subito le acque ci ha pensato la fresca campionessa europea a cronometro, la russa Alexandra Burchenkova, che tutta sola è riuscita a guadagnare fino a 20" sul gruppo. Le olandesi, anche in questa occasione, hanno mostrato di essere più che scalpitanti e dopo aver provato un contrattacco, aiutate dalle lituane, hanno ripreso la russa.
Nella sequenza di scatti e controscatti successivi si è decisa la corsa. Le italiane si sono buttate dentro a diversi tentativi, ma quello giusto lo hanno portato la francese Biannic, la tedesca Kasper e l'olandese Brand. Successivamente si sono accodate due ucraine (Kalitovska e Oshurkova), due russe (Molicheva e Kozonchuk), la lituana Trebaite e ovviamente la Tabak. Colpevolmente, le italiane restavano al palo e nemmeno in seguito riuscivano a organizzare l'inseguimento con le belghe.
Alla campana dell'ultimo giro il distacco era già di 35". La Patuzzo cercava di rientrare da sola, ma ucraine e olandesi erano attentissime a non fare scappare nessuno. Il finale però ha riservato emozioni: mentre davanti l'olandese Brand se ne andava da sola, il gruppo riusciva a recuperare tantissimo. Marta Tagliaferro e Giada Borgato, insieme alle belghe, hanno dato quell'accelerazione che ha quasi riaperto i giochi. Ma al gruppo non è riuscita la miracolosa rimonta, mentre davanti la Brand cedeva di schianto e veniva risucchiata negli ultimi 500 metri dalle otto atlete rimasti a giocarsi l'oro.
La Tabak ne aveva più di tutte e in una volata condotta al limite delle proprie forze è riuscita a piegare l'ucraina Kalitovska e la lituana Ausrine Trebaite (atleta della Safi-Pasta Zara). Poco più attardate le altre fuggitive, mentre la volata del gruppo, giunto a 13", veniva vinta da Rasa Leleivyte su Chantal Blaak, che così legittimava il dominio della nazionale che ha dimostrato di essere davvero la più forte.
Prima delle azzurre, 13esima, Barbara Guarischi, mentre le altre sono arrivate più attardate dopo aver lavorato tantissimo nel finale, ma anche per tutti i 121 km percorsi sotto un sole cocente a quasi 39 km/h di media. Le nostre Under 23 tornano a casa a mani vuote. Se nella prova contro il tempo c'era da aspettrselo, forse oggi si poteva fare di più, almeno migliorare il 10° posto dello scorso anno. Purtroppo nei momenti topici della corsa, vale a dire quando è andata via la fuga decisiva e negli ultimi chilometri, quando il gruppo stava quasi per ricompattarsi, sono mancate le gambe un po' a tutte. In compenso, la gara è stata comunque condotta con autorevolezza. Molti sono stati i tentativi delle azzurre per tutti i 9 giri e spesso in testa al gruppo dominava il colore azzurro. Ma alla fine, anche stavolta, l'arancione è stato il colore più vivo.
