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Tour de France 2010: Con Thor ridono Andy ed Evans - Tappa a Hushovd, Gialla a Cancellara

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Il sorriso di Hushovd ad Arenberg - Foto Daylife.com © APTutto quello che poteva succedere, e non è successo, ieri, ce lo siamo ripresi con gli interessi quest'oggi. Uno spettacolo assoluto quello offerto dalla quarta tappa del Tour de France, con i 13 e rotti chilometri sul pavé della Parigi-Roubaix (l'ultima volta era stato nel 2004, con 3.9 km totali) che hanno premiato il campione norvegese Thor Hushovd e che fanno sorridere anche Cancellara, Andy Schleck e Cadel Evans.

E dire che fino a 40 km dall'arrivo ci pareva addirittura una tappa noiosa: nessuna mancanza di rispetto nei confronti dei vari Kluge, Rolland, Augé, Erviti, Brutt, Cummings e Hesjedal, fuggitivi di giornata partiti a scaglioni tra i km 8 e 11 di corsa ed arrivati a toccare un vantaggio massimo di 4'50" al km 53.
Non poteva sembrarci interessante una foratura di Petacchi, né la caduta che ha costretto al ritiro il francese Le Lay ed ha coinvolto - tra gli altri - i vari Vorganov, Kolobnev, Moreno e Pérez Moreno. È anche vero che si era a circa 100 km dal traguardo e a 60 km dai tratti di pavé importanti, quelli francesi, quelli della "Rubé".

Primo tratto di pavé, in terra belga, ad Ormeignies: 85 km all'arrivo e 2 minuti tondi di distanza tra i sette fuggitivi ed il gruppo maglia gialla condotto dalla Quick Step; Chavanel è difatti un buon interprete di questo tipo di classiche (ha nel palmarès una Freccia del Brabante ed una top ten a Roubaix) e la squadra belga non intende abidcare. Ai meno 44 km - tratto di Hollain - il distacco è calato a 1'22" ed è il Team Saxo Bank, con Breschel in testa, a fare l'andatura. Ai meno 41 - tratto di Rongy - Hesjedal da davanti capisce che per combinare qualcosa di buono è giunto il momento di accelerare, mentre dietro (all'uscita del terzo tratto lastricato) Malori, Wegelius, Bellotti e Cunego sono tra i coinvolti in una caduta che manda più di qualche corridore al di là di una siepe.

A 35 km dall'arrivo subentra la Cervélo ed il gruppo diventa allungatissimo: fiutato il pericolo, Armstrong e Chavanel risalgono posizioni. Tra Sars-et-Rosières e Tilloy-lez-Marchiennes - due settori da 4.9 km di pavé totale in 6.5 km di strada - succede però il finimondo: Fränk Schleck si tocca con un corridore della Garmin e picchia violentemente a terra con la spalla sinistra: il suo Tour de France finisce su quel lembo d'erba accanto ai sampietrini. Nella stessa caduta, coinvolti - pur senza toccare le pietre - anche la maglia gialla Chavanel e la maglia bianca Martin, mentre davanti Fabian "Spartacus" Cancellara ha acceso la bocca di fuoco e sta relegando ogni corridore ad ogni angolo di strada.

In dieci chilometri, la situazione si stravolge. Siamo ai meno 22 km dall'arrivo e Hesjedal è sempre al comando della corsa con 37" su un quintetto composto da Cancellara, Andy Schleck, Thomas, Hushovd ed Evans (diventato poi sestetto con l'ex fuggitivo Cummings, che si lascerà staccare nel finale), 1'01" sul gruppo di Armstrong (che comprende Van den Broeck, Vansummeren, Popovych e Roelandts, tra gli altri) e 1'41" sul gruppo di Contador (con Wiggins, Ballan, Petacchi, Samuel Sánchez e Chavanel), mentre Basso sembra navigare in acque peggiori.

Contador capisce che non è il caso di scherzarci su, ed attua un bel forcing per riportarsi su Armstrong e compagnia. Il ricongiungimento avviene ai meno 16.5 km, proprio nel momento in cui Armstrong fora la ruota anteriore. Il texano, nella sfortuna, ha comunque accanto Popovych, ma da quel momento in poi il gruppetto di Contador - forte della presenza di Menchov, Vinokourov, Wiggins, Roche, Vansummeren e Van den Broeck - gira alla perfezione ed il texano può al massimo riportarsi sul gruppo di Petacchi, Cavendish e SSG.
Dice decisamente peggio a Chavanel, che fora un paio di chilometri dopo Armstrong e poi fora di nuovo a 10 km dalla conclusione: per lui 3'58" da Hushovd e soci all'arrivo, ed addio alla maglia gialla ottenuta ieri.

Fränk Schleck dopo la caduta sul pavé - Foto Daylife.com © Getty ImagesDavanti Cancellara prova l'allungo ai meno 13, poi - saggiamente - capisce che è più conveniente lavorare per Andy Schleck e torna nei ranghi, anche perché Hushovd e Thomas non sembravano molto d'accordo con il suo tentativo d'evasione. Ai meno 10 - nel momento del secondo "dramma" di Chavanel - il gruppetto di Cancellara è a 20" dalla testa della corsa, con 19" sul gruppetto di Contador e 1'22" su quello di Armstrong. A 6000 metri da Arenberg, il sogno del canadese Hesjedal - una delle più belle sorprese di oggi - svanisce per mano della locomotiva svizzera, che continua imperterrita la sua strepitosa marcia.
A 2 km dalla conclusione, i secondi su Contador sono diventati 56, mentre Armstrong è distante 2 minuti. 3'36", invece, la distanza da Chavanel, del cui distacco finale vi abbiamo già dato conto.

Hesjedal prova l'anticipo sul rettilineo finale e lo stesso fa Andy Schleck, ma Hushovd è troppo più forte e più veloce degli altri per pensare di poterlo impensierire. Il podio - con la maglia di campione norvegese davanti a quella di campione britannico, col campione del mondo al terzo posto - recita Hushovd, Thomas, Evans, con l'australiano e Schleck junior che rifilano 53" a Menchov, Wiggins, Van den Broeck e Vinokourov, 1'13" a Contador (rallentato nel finale da un problema alla ruota posteriore), 1'46" su Luís León Sánchez e Kreuziger, 2'08" su Armstrong, 2'25" su Basso (ripresosi nel finale), Gesink, Joaquím Rodríguez, Martin e Sastre. Non doveva fare classifica, ma balza agli occhi il quart'ultimo posto di Cunego (a 17'03"), per il quale speriamo di non dover registrare brutte conseguenze dopo la caduta.

In classifica, è ovvia la rivoluzione, con Cancellara che torna in giallo con 23" su Thomas e 39" su Evans, con Chavanel 5° a 1'01" e Schleck jr 6° a 1'09". Vinokourov e Contador sono 8° e 9° rispettivamente a 1'31" e 1'40" dallo svizzero ed anche Menchov (a 1'49") non ha di che lamentarsi. Va un po' peggio ad Armstrong (18esimo a 2'30") e va molto peggio a Samuel Sánchez (32esimo a 3'04"), Sastre e Basso (48 e 49esimo a 3'19" e 3'20"), per non parlare di Cunego (174esimo a 23'11").
La maglia verde passa sulle spalle di Hushovd, con la maglia bianca di miglior giovane che prende la strada della Gran Bretagna per posarsi sulle spalle di Geraint Thomas.

Domani, da Cambrai a Reims, si torna interamente sulle strade di Francia a vedere i velocisti sprintare. Non ci sarà Fränk Schleck, il grande sconfitto di oggi, ritirato e portato in ospedale a Valenciennes per una sospetta frattura della clavicola. Sul pavé, si sa, succede anche questo. Soprattutto al Tour de France.

Mario Casaldi

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