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Delfinato 2010: Vogondy, ritorno da marpione - Vento e noia, il francese stacca tutti

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Le tappe con un arrivo in salita sono sempre quelle più attese dagli appassionati ma non sempre questo si traduce in una frazione spettacolare e divertente: anzi, oggi esattamente come sul Terminillo al Giro d'Italia, è stata la noia a farla da padrona e se consideriamo che su una salita di 12 km al 7% di pendenza media troviamo ben 62 corridori nel giro di tre minuti abbiamo un dato molto significativo di quanto poco battagliero sia stato il gruppo. Sicuramente nella salita finale ha avuto un grosso peso il vento che soffiava in senso contrario rispetto al senso di marcia dei corridori ma nessuno ha tentativo un'offensiva seria e convinta e tutti si sono limitati a stare a ruota scoprendosi solo negli ultimissimi chilometri.

Chi ha provato qualcosa da lontanissimo sono stati Denifl e Pate ma, per loro sfortuna, i 200 chilometri di pianura prima dell'unica asperità non ostacolavano il plotone nella sua rimonta: partiti intorno al km 30, i due hanno toccato un vantaggio massimo di poco superiore ai nove minuti ma ai piedi della salita di Risoul il gap era scesa già a 2'53". Pate s'è staccato quasi subito lasciando via libera a Denifl mentre nel gruppo del leader era Horner a scandire un ritmo regolare ma non elevato: a tenere tutti unici ci pensava infatti il vento e chi provava a scattare veniva quasi automaticamente ripreso dopo poche centinaia di metri. Proprio quando sembrava prospettarsi un esito stile Terminillo è arrivato, a circa quattro chilometri dall'arrivo, un allungo abbastanza deciso di Denis Menchov seguito da Pujol che ha segnato le sorti di Denifl: in questa fase si sono portati in testa al gruppo tre uomini dell'Astana e a 2.4 km dalla conclusione è terminata la fuga del corridore austriaco della Cervélo.

La presenza degli uomini Astana nelle prime posizioni lasciava presagire un tentativo da parte di Contador e l'allungo è prontamente arrivato a meno 2.2: con una facilità impressionante Alberto s'è riportato sulla testa della corsa ben tallonato da Brajkovic e solo in vento contrario lo ha fatto desistere dal prolungare l'azione. Questa mossa, se da un lato ha scremato notevolmente il gruppo, dall'altro ha isolato praticamente tutti i leader e nessuno s'è preso la briga di tirare con il vento in faccia per favorire gli altri. Sfruttando questo attimo in cui tutti si erano praticamente fermanti è arrivato lo scatto di Nicolas Vogondy che ha guadagnato in brevissimo tempo un margine di una ventina di secondi sui favoriti mentre a poche decine di metri c'era Sicard che ha perso l'attimo buono per accordarsi.

La situazione non cambierà più fino al traguardo e Vogondy è arrivato a braccia alzate con 12" su Sicard e 15" sulla coppia Brajkovic-Contador che con uno sprint di forza è riuscita a far sfilacciare ciò che rimaneva del gruppo ed a guadagnare una piccola manciata secondi su tutti i rivali più pericolosi per la classifica. Per Vogondy, già due volte campione di Francia, è arrivato quindi un successo importantissimo dopo che alcuni problemi cardiaci nelle visite pre-stagione avevano messi in dubbio addirittura il proseguo della carriera: ormai è tutto alle spalle e la Francia si gode anche il secondo posto del gioiellino Sicard che, dopo aver vinto nel 2009 Avvenire e Mondiale Under 23, è atteso ad una difficile conferma tra i grandi. Per quanto riguarda i colori italiani dobbiamo segnalare l'ottima prestazione di Eros Capecchi (8° a 18" dal vincitore) che dimostra ancora una volta di avere buoni numeri nelle gambe: nonostante questa sia la sua quinta stagione da professionista la carta d'indentità ci dice che tra tre giorni compirà 24 anni e che quindi il margine per migliorare e trovare finalmente quella continuità che manca esiste e bisogna lavorarci sodo.

In classifica generale cambia poco o nulla alle spalle di Brajkovic: lo sloveno della RadioShack oggi ha controllato con grande autorevolezza tutte le sparate di Contador e si ritrova ora con 1'15" sull'americano Van Garderen (15° a 40" oggi), 1'41" su Alberto Contador e 1'56" su Millar, una delle delusioni oggi essendo giunto a 1'35" da Vogondy. Peggio del britannico della Garmin, però, ha fatto Samuel Sanchez, giunto al traguardo attardato di 4'22": per il campione olimpico un campanello d'allarme in vista del Tour (su cui ha puntato tutta la stagione) o semplicemente la voglia di nascondersi e affinare la condizione con tranquillità?

Sebastiano Cipriani

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