Tour de l'Aude 2010: Ancora lei, una e trIna! - Teutenberg chiude in bellezza
In una cittadina fortificata quale è Carcassonne, subire l'assedio e vedere il nemico prevalere sarebbe stato troppo anche per una tipa come Ina-Yoko Teutenberg. Aveva tremato vedendo in fuga solitaria Marianne Vos, rediviva dopo la vittoria di ieri, ottenuta proprio ai danni della Campionessa tedesca. Aveva avuto il timore che la fuga solitaria potesse andare in porto. Solo il tempo di un cenno alle compagne, giusto quell'attimo per capire che bisognava mettersi in testa a tirare, respingendo l'assedio, portando il gruppo in volata. E volata è stata, alla fine. Ieri Vos batteva Teutenberg, oggi i ruoli tra le due campionesse si invertono e le altre si spartiscono quelle briciole che paiono tanto oro colato.
Il gruppo è partito a razzo, come ogni giorno, come ogni tappa. La frazione atttorno a Carcassonne prevede due sole asperità, peraltro di seconda e terza categoria, ma il gruppo non ha intenzione di farsi una bella scampagnata sotto questo sole che fa da dolce preludio all'estate. Visser e Bosman cercano subito la fuga ma al km 5 se ne vanno in sei: Vos, Lindberg, Whitelaw, Visser, Brooke Miller e Small. Le sei vengono subito raggiunte e ripartono in contropiede la Bosman con la Visser e Lindberg. All'attacco della Côte de Cavanac le tre sono state già riassorbite dal plotone, tirato da Red Sun e Cervélo. La Bosman tenta di andar via in salita ma anche quest'attacco si rivela uno sforzo vano di energie preziose, così come il seguente, operato da Béatrice Thomas. Tocca allora alla Kapusta prendere l'iniziativa, seguita a ruota dalla Cilvinaite e ancora da una pimpantissima Andrea Bosman. Sono in testa quando inizia il Col du Poteau ma su queste rampe Claudia Häusler decide di provare a lasciare la sua zampata su quella che dodici mesi fa fu la sua corsa. Passa sola in testa, la tedeschina della Cervélo, ma l'attacco non dura molto. Nella discesa stretta e insidiosa si avvantaggiano la Vos insieme alla Teutenberg.
Dopo tanti scatti e controscatti a breve gittata, Marianne decide di far sul serio. Saluta la poco affidabile compagnia della Teutenberg e s'invola verso il traguardo di Carcassonne. Da sola. Mancano 45 km e l'olandesina pare determinata alla galoppata solitaria. È abituata a questo tipo di sforzi, la Vos, grazie alla pratica del ciclocross ed alla frequentazione dei velodromi che la aiutano non poco. Il talento, dote innata, fa tutto il resto. Mentre i tentativi delle altre ragazze erano stati sì determinati ma inconcludenti, questo della Vos ha tutta l'aria di voler essere un colpo da knock-out per le velociste. Sul traguardo di Carcassonne il pubblico applaude la numero uno al Mondo, che transita per prima all'ingresso del circuito. Le altre hanno ben 1'18" di ritardo.
Cervélo e HTC-Columbia, insieme a Bosman e Hennig, conducono l'inseguimento durante i 5 giri dell'anello di Carcassonne. La Vos, a cui piacciono le sfide impossibili, specialmente quando riesce a portarle a termine, si deve però arrendere, a 12 km dall'arrivo, dinanzi allo strapotere dell'artiglieria pesante schieratasi nella testa del gruppo. Worrack e Whitelaw sono protagoniste dell'ultimo tentativo di fuga di questa corsa, quindi lo sprint ristretto, che vede trionfare Ina-Yoko Teutenberg, ben condotta alla volata dal proprio team. La Vos termina seconda, in una piazza che oggi più che mai è d'onore. Angela Hennig va a completare il podio di giornata. Una corsa dominata dagli squadroni in lungo e in largo, in montagna ed in pianura, non poteva che terminare con il trionfo di un osso duro come la Teutenberg, che ha la meglio sullo spunto di classe e brillantezza di Marianne Vos.
In questo Tour de l'Aude che riponiamo nel cassetto c'è sicuramente il marchio della "é" di Cervélo, la squadra in assoluto dominatrice, con tre atlete nei primi sei posti. Trionfa in quattro tappe, nella generale a tempo individuale, nella graduatoria per team e nella classifica dei Gpm con Emma Pooley.
«Sono molto felice del risultato - afferma la britannica. Anche oggi la squadra ha lavorato molto bene per tenere in mano la corsa. Sono felice di aver vinto un'altra gara a tappe dopo la Grand Boucle 2009. Festeggerò con le compagne, ci concederemo un gelato». Nella spensieratezza della biondina c'è tutta l'immagine di un team vincente, che porta a casa la seconda corsa a tappe del 2010, dopo il Ladies Tour of Qatar conquistato grazie a Kirsten Wild. Cervélo che si ripete su queste strade dodici mesi dopo il trionfo di Claudia Häusler. Grande conferma per Mara Abbott, dominatrice quasi incontrastata sulle montagne. Soltanto la Pooley ha saputo tenerle testa e, nel caso, domarla. Il podio si completa con la sorpresa, Emma Johansson. Chi avrebbe scommesso sull'otttima tenuta sulle montagne della svedese? Non molti, crediamo. E invece la Johansson ha saputo difendere quando bisonava usare lo scudo, ma anche colpire di fioretto nel momento in cui s'è fatta promotrice di azioni importanti. Vos si conferma la solita, immensa campionessa, per la quale ogni parola d'elogio è stata già spesa. C'è la gioia per la vittoria di tappa di ieri ma resta il rimpianto per quel fuori programma occorso alle compagne Van Vleuten e De Vocht, nel corso della tappa poi vinta da Katheryn Mattis. Forse staremmo raccontando un'altra storia, senza quella deviazione inopportuna, forse non sarebbe cambiata una virgola in un Tour de l'Aude pieno di accenti e di vittorie della Teutenberg, due su tre in fuga, solo una in volata.
La migliore italiana è Tatiana Guderzo. La Campionessa del Mondo termina 24esima ma esce dalla Francia del Sud con una gamba migliore. Siamo certi che al Giro darà battaglia in ogni tappa. Cala il sipario sul Tour de l'Aude segnato dall'imprevedibilità, come al solito, dal vento e dall "é". L'appuntamento di prestigio è proprio per il Giro d'Italia. Sui titoli di coda si può ben dire che Emma Pooley sonne - Emma suona - la ballata del suo successo. E stasera si festeggia. Con un buon gelato, naturalmente.