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Giro d'Italia 2010: Non poteva che vincere lui - Tripudio Belletti a Cesenatico. Karpets ok

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Aspettavamo più lotta tra gli uomini di classifica, ma a parte uno stoico Karpets nessuno si muove; in cambio troviamo una bella storia da raccontare, col giovane Manuel Belletti che, tra tante possibilità, sceglie proprio la tappa che arriva a casa sua per regalare alla sua squadra il primo successo in questo Giro, e a se stesso un'emozione indimenticabile.
Il percorso invita alla fuga, e infatti ci provano in tanti sin dai primi chilometri, ma bisogna aspettare il km 62 perché prenda il via l'azione della giornata: ne fanno parte 17 corridori: D. Wyss (BMC), Bertogliati (Androni), Grivko (Astana), Claude (Bbox), Kriit (Cofidis), Belletti (Colnago), Mayoz (Footon), Meyer (Garmin), Marzano (Lampre), Lang (Omega Pharma), Facci (Quick Step), Stamsnijder (Rabobank), Henderson (Sky), Lewis (HTC), Horrach e Klimov (Katusha), e Voss (Milram).
I 17 guadagnano rapidamente: hanno 4'35" al km 85, e il margine sale fino a 9'38" (vantaggio massimo) al km 136 (a 87 dal traguardo), mentre il gruppo è guidato sulle prime dalla Cervélo di Tondo e Sastre, poi supportata dalla Caisse d'Epargne di Arroyo: il ritmo non è però trascendentale.
Al rifornimento un ritiro eccellente: si ferma Millar (Garmin), mentre il suo compagno Bobridge (ultimo in classifica) non aveva preso nemmeno il via; nei primi chilometri della tappa si erano fermati invece Pozzovivo (Colnago) e Possoni (Sky): le condizioni atmosferiche, che continuano ad essere inclementi, non aiutano il recupero della miglior condizione da parte di molti acciaccati di questo Giro.
Il lavoro di Cervélo e Caisse (aiutate a un certo punto anche dalla Saxo Bank della maglia rosa Richie Porte) lima qualcosa all'approssimarsi della prima salita di giornata, la Perticara, che viene presa con 7'30" di vantaggio dai fuggitivi. A 65 km dalla fine, dal gruppo emerge Vladimir Karpets (Katusha), a cui risponde poco dopo uno scatto di Gerdemann (Milram). È la Liquigas a questo punto a prendere in mano la situazione, scandendo un'andatura decisa da metà salita in poi. Al Gpm di Perticara (a 61 km dalla fine) Lang precede Bertogliati e Voss, e il vantaggio dei fuggitivi ammonta a 6'02" su Karpets, 6'20" su Gerdemann e 6'37" sul gruppo dei più forti.
Nella successiva discesa, il suddetto gruppo si fraziona, e la maglia rosa Porte resta invischiata nel secondo blocco, mentre peggio va a Charlie Wegelius, che sbaglia un tornante e ruzzola per terra. Al traguardo volante di Mercato Saraceno (-47) Stamsnijder anticipa di qualche metro i suoi compagni di fuga, e il distacco di Karpets scende a 4'38", mentre il gruppo (che nel frattempo si è ricompattato e ha reinglobato Gerdemann) transita a 1'19" dal russo (5'57" dai fuggitivi).
Si approccia il Barbotto e subito Marzano prova l'attacco, subito seguito da Bertogliati. I due non trovano comunque spazio, tenuti a bada da Horrach. Marzano però insiste, e seleziona coi suoi scatti il gruppetto, che perde per strada Wyss, Grivko, Claude, Henderson e Stamsnijder. Al Gpm transita per primo Bertogliati, autore di un discreto scatto, davanti a Mayoz e, più indietro, Marzano. Karpets intanto continua la sua via via più faticosa azione personale, e scollina a 5'07" da Bertogliati, col gruppo che passa in vetta a 6'15" dallo svizzero, e senza che tra le sue fila si sia mosso alcunché sul Barbotto.
I due Katusha presenti nel drappello di testa non si fermano ad aspettare Karpets, che tutto solo recupera una trentina di secondi e passa a 4'37" sotto lo striscione dei 35 km al traguardo, conservando sempre 1'10" sul gruppo della maglia rosa. Ai 30 km i 17 in fuga dal mattino si ricompattano, ma l'accordo finisce: iniziano una serie di scatti (Lang ai 27 km, Belletti ai 25, Horrach con Mayoz ai 23, Stamsnijder con Klimov e Claude ai 21, Klimov con Mayoz e Kriit ai 17), mentre Karpets continua indefesso a mulinare, riducendo il suo distacco fino a 4'08" a 25 km dalla fine (con 2'04" sul gruppo).
L'incomprensibile tattica della Katusha (che non ferma i due uomini davanti per far sì che aiutino Karpets) va incontro al disastro quando, a 12 km dalla fine, in quattro si avvantaggiano sorprendendo Klimov e Horrach. I quattro sono Facci, Kriit, Mayoz e Stamsnijder. A quel punto dall'ammiraglia del team di Pozzato finalmente arriva l'ordine di fermarsi a Horrach. Fosse giunto prima, Karpets avrebbe potuto guadagnare molto di più sul gruppo (e spendendo meno).
In ogni caso il finale favorisce chi insegue: sui quattro battistrada rientra per primo Meyer, dopodiché si ricongiungono anche Lewis, Lang, Belletti, Voss, Klimov e Henderson. I tentativi di anticipare lo sprint si sprecano, anche Belletti si ritrova in avanscoperta con Facci, Claude e Lewis, ed è proprio quest'ultimo a piazzare un allungo quasi letale all'ultimo chilometro: il corridore dell'HTC prova a tenere duro fino alla fine, ma proprio ai 200 metri viene ripreso dagli altri compagni di fuga impegnati nello sprint. Il più convinto di tutti è proprio quel Manuel Belletti che abita a 5 km da Cesenatico e che aveva puntato tutto sulla tappa di casa: l'uomo Colnago anticipa Henderson e va a prendersi la sua prima vittoria al Giro nel tripudio generale.
La rincorsa di Karpets si chiude con 5'02" di ritardo da Belletti, ma con 2'24" sul gruppo regolato da Pozzato. Considerando che il margine del russo ha anche sfiorato i 3', lungo la cavalcata, emerge ulteriormente il poco senso generale dell'azione del Team Katusha. Richie Porte, malgrado qualche difficoltà sulla Perticara, resta in maglia rosa. Ogni discorso di classifica è rinviato a domani, al Monte Grappa.

Marco Grassi

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