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Tour de l'Aude 2010: E mi chiamano velocista... - Teutenberg, ancora vittoria in fuga | Cicloweb

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Tour de l'Aude 2010: E mi chiamano velocista... - Teutenberg, ancora vittoria in fuga

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Ina-Yoko Teutenberg a braccia alzate a Castelnaudary - Foto CJ FarquharsonIl piatto più gustoso e rinomato a Castelnaudary è il Cassoulet. È soltanto uno stufato, verrebbe da pensare. Ebbene, non ditelo ad un abitante di questo bel borgo medievale, perché nel peggiore dei casi vi manderà a quel paese, mentre se sarete fortunati vi offrirà una porzione di questa pietanza, la cui origine è contesa tra le città di Carcassonne, Tolosa ed appunto Castelnaudary. La leggenda narra che durante la Guerra dei Cent'anni i cittadini di Castelnaudary, assediati dall'esercito inglese, misero a disposizione tutte le riserve di cibo rimaste tra le mura, mescolandole con carni d'ogni sorta e fagioli secchi. Il risultato fu portentoso. I soldati francesi, dopo il lauto pasto, furono talmente rinvigoriti che assalirono l'esercito nemico, mettendolo in fuga ed inseguendone i guerrieri finché trovarono terra sotto i loro piedi. Soltanto le rive della Manica fermarono questi valorosi.

Non sappiamo quale sia il piatto principe di Düsseldorf ma si direbbe che sia qualcosa di simile al Cassoulet e che Ina-Yoko Teutenberg se ne sia nutrita fin dalla nascita. Quadricipiti che paiono stantuffi ma che non sbuffano, la forza di volontà di chi sa di essere capace di uscire allo scoperto, attaccare, resistere ed infine prevalere, senza arrendersi finché sotto le ruote trova dell'asfalto. Anche oggi vince, trionfa, alza le braccia al cielo, ma non lo fa dopo una volata, sebbene sempre allo sprint regoli altre tre atlete. La sua seconda vittoria è frutto della seconda fuga a lunga gittata. Trionfo che arriva nello stesso modo o quasi di quello ottenuto a Lézignan Corbières, con sortita ed annientamento finale di Bosman e Small.
La Campionessa di Germania oggi se n'è stata per un po' al coperto, nella pancia del gruppo, a ragione, visto il vento che tirava. Ina ha assistito così, dopo 19 km, all'allungo, favorito dalle raffiche, di tre che anche se avessero scelto di gareggiare in barca a vela avrebbero ottenuto ottimi risultati, come stanno facendo con le due ruote. Si tratta di tre olandesi - e chi si avvantaggerebbe con il vento sennò? - ovvero Martine Bras, l'ex maglia gialla Adrie Visser e la maglia verde Marianne Vos. A loro si accoda presto Emma Johansson e Pooley capisce di non essere la sola Emma con serie ambizioni di classifica (la svedese è a 3'13", non poi così lontana). Cervélo in testa, avanti tutta per riprendere quelle quattro fuggitive troppo pericolose. In sei chilometri le compagne della maglia gialla le hanno già acciuffate.
Siamo al km 25, ne mancano ben 75 al traguardo ed unTeutenberg, Bruins, Van Vleuten e Martissova in fuga - Foto CJ Farquharson altro drappello esce allo scoperto. Stavolta al suo interno si trova anche la Teutenberg, seguita subito dalla Bruins, da una Van Vleuten in cerca di riscatto dopo la beffa di ieri e dalla russa della Gauss RDZ, Julia Martissova. Quest'ultima ragazza ama attaccare ma spesso non raccoglie quanto di buono ha seminato durante la fuga, pur avendo uno spunto veloce niente male. Le quattro raggiungono un vantaggio massimo di 2'30", ma in vetta alla prima salita di giornata, la Côte de Fanjeaux, il gruppo viene riportato sotto dalla Red Sun della Johansson ed il vantaggio cala a 1'23". Temendo l'inseguimento del gruppo come i soldati inglesi temevano gli attacchi dei francesi, Ina-Yoko Teutenberg decide che è il momento di avvantaggiarsi anche sulle compagne di fuga ed ai piedi della Côte Puy de Faucher ha alcuni secondi su Martissova, Bruins e Van Vleuten. Quest'ultima è molto interessata alla classifica generale, vuole andare all'arrivo con più margine possibile sul gruppo. Martissova e Teutenberg non se lo fanno dire due volte ed anche Bruins, buttando un occhio sulla sua classifica, decide che bisogna tirare. Al traguardo sarà quarta ma nella generale è a podio, con 2'43" dalla compagna Emma Pooley.
La Teutenberg viene raggiunta dal terzetto inseguitore sulle rampe della Côte Puy de Faucher e le quattro vanno di comune accordo sino al traguardo, mantenendo 1'28" sul gruppo maglia gialla, che verrà regolato anche oggi dalla Vos. Non perdono troppo tempo a studiarsi, là davanti, e lanciano subito la volata. Bruins si "accontenta" della terza piazza nella generale, Van Vleuten ottiene un parziale riscatto dopo ieri, issandosi al secondo posto, a 2'03" da Pooley, mentre Teutenberg può festeggiare il suo secondo successo al 26esimo Tour de l'Aude. Due vittorie su due ottenute andando in fuga, molto più che una velocista. Da segnalare il ritardo con cui è giunta al traguardo Ruth Corset, ben 12'20" dalla Teutenberg, ultima piazza e di sicuro qualche inconveniente per l'australiana del Team Tibco.

Emma Pooley mantiene ben salda la maglia gialla - Foto CJ FarquharsonDomani si va da Limoux a Roquefeuil, con il Col du Portel che verrà affrontato dopo una ventina di chilometri ed il ben più insidioso Col de Dent, 14 km di ascesa dura ed irregolare. Dalla cima di questo colle mancheranno 26 km al traguardo ed ai meno cinque sarà collocato il breve Col de Rives. A Roquefeuil si giungerà senza una discesa, motivo per cui la maglia gialla Emma Pooley ha più di un motivo per sperare nel successo di tappa, come se la condizione meravigliosa che l'assiste in questo 2010 non fosse già un ottimo indizio per scommettere su di lei. Attenzione anche alla Abbott, che nelle scorse due tappe ha palesato una grande gamba, ed a altre mine vaganti. Proverà la Stevens a dare fastidio alla Pooley con un ultimo assalto? Riuscirà questa brillantissima Emma Johansson a superare indenne le montagne, cercando magari di issarsi definitivamente sul podio? La Van Vleuten aiuterà la capitana Marianne Vos o penserà a curare la propria situazione? Tutte domande insolute, sino ad ora, ma che danno agli appassionati un motivo in più per riversarsi su queste stradine strette e sinuose del sud della Francia, che ad ogni curva nascondono un'insidia, ad ogni strappo regalano una sorpresa, ad ogni traguardo un'emozione.

 

Il commento di Edita Pucinskaite

Francesco Sulas

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