Tour de l'Aude 2010: Termineutenberg, Ina d'acciaio - Fuga vincente della tedesca
È proprio vero che quando Madre Natura decide nessuno può contrastare il suo volere. Altrettanto succede quando Ina Teutenberg si mette in testa perché ha deciso che è giunto il suo momento, il suo giorno, il suo chilometro, il suo scatto. Nessuna avversaria né avversità sono in grado di fermarla. Sul traguardo di Lézignan-Corbières, 3a tappa del Tour de l'Aude, la 35enne di Düsseldorf ha imposto la sua legge dopo una fuga di 80 km, ancora una volta in questo 2010, ancora una volta nella sua mirabolante carriera. La povera Andrea Bosman dovrebbe considerare il suo secondo posto come una vittoria.
Dopo un monologo Cervélo durato tre giorni, la palla è oggi passata in mano alle atlete dell'HTC-Columbia, che possono esultare per la vittoria di tappa ma perdono, almeno per il momento, granitiche certezze per la classifica generale, con Linda Villumsen e soprattutto Evelyn Stevens che pagano rispettivamente 3' e 2'25". Ma andiamo con ordine.
Si lascia la graziosa cittadina di Lézignan-Corbières, nei pressi di Narbonne, a giudicare l'altimetria siamo di fronte a una tappa semplice. Di diverso avviso chi la corsa la vuol rendere dura. Accade così che dopo appena venti chilometri di gara parte una fuga, che si rivelerà poi quella giusta. A promuoverla è Brooke Miller, che detiene il primato per i tragurdi volanti ed ha intenzione di rafforzarlo, come infatti avverrà. A seguire l'atleta della TIBCO vi è un'altra statunitense, Carmen Small (che nel 2009 ha militato per 4 mesi nella Michela Fanini Record), l'olandese Andrea Bosman e l'immancabile Ina Yoko Teutenberg.
Arrivano le prime asperità del Tour de l'Aude, la côte de Fontjoncouse e la Côte des Corbières. Sono lontane dal traguardo e non troppo impegnative. Il vantaggio delle fuggitive intanto s'impenna subito, attestandosi attorno ai 6 minuti. Dietro lasciano fare, mentre la Miller, conquistati i punticini dei traguardi volanti, si lascia sfilare. Hanno intanto abbandonato la corsa Svetlana Bubnenkova, che non si è ripresa pienamente dopo la caduta di ieri, ed Eneritz Iturriagaechevarria (per lei frattura alla clavicola). È allora che Madre Natura decide di movimentare un po' la corsa e porta un bel vento trasversale sul percorso. Non è proprio un'inedito ma le Cervélo gradiscono così tanto che si mettono a tirare il collo al gruppo. Mancano 84 chilometri all'arrivo ed inizia il valzer - ma sarebbe meglio dire flamenco - dei ventagli.
Il gruppo principale perde via via atlete per strada, chi riesce a non staccarsi (tra i grandi nomi troviamo la Vos, la Johansson, la Worrack) lo fa grondando sangue, chi non ne ha più perde secondi, minuti. Tra queste molte italiane, poco abituate a correre in condizioni come quelle di oggi, tant'è che Grifi, Mensa e Biagi arriveranno al traguardo fuori tempo massimo. Perfino Tatiana Guderzo terminerà la prova con 10' di ritardo. Ora le Cervélo, spietate come queste raffiche di vento, pedalano come delle furie. Fanno le spese di questo ritmo indiavolato la Stevens, che al traguardo perde 2'25" mentre peggio va ad Abbott e Corset, giunte sulla linea d'arrivo a 3'00" da Ina Teutenberg. Già perché mentre dietro fischia il vento, davanti urla la bufera. Teutenberg, Bosman e Small sono rimaste al comando e la volata finale è quasi scontata. Sul traguardo di Lézignan-Corbières Andrea Bosman nulla può contro contro la volata di una titanica, teutonica Teutenberg.
Il gruppo, o quel che ne resta, giunge all'arrivo con un ritardo di 25" ed è regolato allo sprint da Marianne Vos, come accaduto sabato in quel di Rieux Minervois, quando dalla fuga uscì vincitrice la Armitstead. A proposito di Cervélo, non si può non notare la compattezza di questa squadra anche in una tappa movimentata come quella odierna. Tra le diciassette atlete giunte nella prima parte del gruppo principale vi sono tutte e sei le Cervélo. Da notare anche l'abilità di Martine Bras - per inciso l'unica tra le atlete di squadre italiane - a correre in condizioni atmosferiche critiche, prova ne è il fatto che sia la sola della prima parte del gruppo a non avere accanto una compagna di squadra. Si mette male invece per Evelyn Stevens, che con il ritardo accumulato oggi scivola a 3'35" dalla Visser, ancora leader. Il distacco della giovane statunitense da una delle atlete faro della corsa, Claudia Häusler, è invece di 2'26". Ancor più indietro in classifica Ruth Corset (4'41" il suo ritardo) e Mara Abbott (paga già 4'45"). Ecco, per queste tre atlete la vittoria è più che compromessa, le speranze di andare a podio ridotte al lumicino, anche se già domani per molte sarà tempo di riscatto.
La tappa di Osseja, 97 km con Col du Calvaire, Col de Creu e Col de la Llose, potrà dare un bello scossone alla classifica generale e mostrare le vere pretendenti alla vittoria finale. Sino ad ora ci siamo accontentati delle scosse di assestamento provocate dal vento, dai ventagli e dall'operato della Cervélo. Abbiamo assaggiato questa corsa come fosse un Pinot Noir prodotto su queste dolci colline. Da domani, sui Pirenei, si farà sul serio - come se finora avessero scherzato! - e potremo vedere chi avrà mantenuto abbastanza lucidità per il brindisi, previsto domenica in quel di Carcassonne.
Il commento di Edita Pucinskaite