Festa basca per Samuel - SSG vince, Valverde torna leader

Un grande gesto d'esultanza e un grido prolungato: Samuel Sánchez ha sfogato così tutta la sua rabbia dopo aver vinto la quarta tappa della Vuelta al País Vasco, quella più impegnativa di tutta la corsa. La rabbia che aveva dentro era quella accumulata nella prima tappa quando aveva inspiegabilmente perso contatto dal gruppo dei migliori in salita ed era giunto al traguardo con 1'39" di ritardo, abbastanza da metterlo fuori dai giochi: una giornata no si dirà, ma per l'Euskaltel e i tanti appassionati baschi il campione olimpico era l'unica speranza per tornare al successo nella corsa di casa. La gioia di Sánchez sul traguardo di Arrate è servita per ripagare il numeroso e festante pubblico che si era riversato sulle strade ed è stata anche una conferma per il corridore stesso che il lavoro effettuato negli ultimi mesi è stato molto buono e che quella della prima tappa si può archiviare nella sezione delle piccole defaillance.
Nella Vuelta al País Vasco l'ultimo successo targato Euskaltel era del 2007 (cronometro finale vinta da proprio da Samuel Sánchez) ma probabilmente noi non riusciamo a cogliere appieno quanto sia importante questa corsa per una squadra che basa tutte le sue fondamenta proprio in questa regione: non è un caso che ogni giorno sulle strade ci siano centinaia di scritte per gli idoli di casa e che puntualmente c'è sempre almeno una maglia arancione in fuga fin dal mattino e pronta a vendere carissima la pelle. Oggi, per esempio, è toccato al piccolo scalatore Amets Txurruka, partito dopo poco più di 40 km assieme a Pérez Arrieta (Footon), Santaromita (Liquigas), Fröhlinger (Milram), Fuglsang (Saxo Bank): il corridore dell'Euskaltel è passato in testa su tutti i primi sei gran premi della montagna del giorno e si è arreso per ultimo a soli 6 km dalla meta sulle arcigne pendenze (5,8 km all'8,44%) dell'Alto de Uzartza, la salita che porta ad Arrate.
Il gruppo dei migliori, dopo qualche piccola scaramuccia avviata da Gesink sul durissimo Alto de Itxua (5 km con pendenza media superiore all'8% e vetta a 35 km dall'arrivo), ha aspettato proprio la salita finale per fare sul serio. Dopo un gran lavoro della Caisse d'Epargne con López García e Uran tutti si sarebbero aspettati un allungo di Valverde ed invece è un redivivo Andy Schleck a muoversi: il campione lussemburghese parte forte e alle sue spalle il gruppo esplode letteralmente e resistono in testa solamente Gesink, Valverde, Horner e Peraud; dopo essere rimasto per qualche centinaio di metri al fianco di Intxausti (leader della generale per l'Euskaltel) anche Samuel Sánchez è riuscito a riportarsi sulla testa mentre Joaquím Rodríguez, dopo aver dominato Catalogna e GP Indurain, non è stato in grado di tenere le ruote di Cunego e del giovanotto basco.
A circa 2 km (a 4 da Arrate) dallo scollinamento è stato Horner ad attaccare forte ed a guadagnare subito un margine considerevole: le pendenze costantemente superiori al 10%, però, favorivano una gestione più oculata delle energie ed a 3 km dall'arrivo è stato Sánchez a lanciarsi all'inseguimento dell'americano della RadioShack ed a riprenderlo proprio in corrispondenza del gpm. Alle spalle della coppia di testa ce n'era un'altra staccata di pochi secondi e formata da uno scatenato Valverde e da Gesink mentre Peraud e Schleck erano ormai irrimediabilmente attardati. Dietro è proprio Valverde a farsi carico dell'inseguimento e con una delle sue sparate incredibili è riuscito a recuperare circa 5" in pochissimi metri esattamente nel momento in cui i corridori stavano transitando sotto all'arco dell'ultimo chilometro. A questo punto Alejandro, strafavorito per la tappa e nuovamente leader virtuale, fa un piccolo buco a Samuel Sánchez (non sappiamo se per un accordo volante tappa-maglia o nella speranza che gli altri due per chiudere gli tirassero la volata) che non ci ha pensato due volte ed ha tirato dritto mantenendo un piccolo margine di 2" fino alla fine su Valverde, Gesink e Horner, giunti in quest'ordine.
Quinto posto a 33" per Intxausti che si è gestito molto bene in salita ed è arrivo assieme a Peraud (occhio a lui per la crono) mentre Cunego e Andy Schleck sono arrivati a 40", due condotte di gara differenti ma risultato identico: in vista delle classiche questa prova si può definire sufficiente visto che nei prossimi 10 giorni ci sarà tempo e modo per mettere a punto gli ultimi dettagli. Piuttosto deludente invece Joaquím Rodríguez che ha perso 49": domani vedremo se è entrato in una calante di forma oppure se questa è stata solamente una giornata no.