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Un battito di Cittiglio per Marianne in Cdm - Trofeo Binda alla Vos. Ottima Zabelinskaya | Cicloweb

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Un battito di Cittiglio per Marianne in Cdm - Trofeo Binda alla Vos. Ottima Zabelinskaya

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Si riparte con la Coppa del Mondo, si riparte da Cittiglio, si riparte di nuovo da Marianne Vos e dal suo mortifero sprint. Un racconto che parte con un epilogo già visto ormai un'infinità di volte e che un'infinità di volte probabilmente vedremo ancora e che proprio per questo probabilmente ci impone di spendere alcune parole per due ragazze a loro modo grandi protagoniste nella gradevole giornata varesina di quest'oggi. La prima è Olga Zabelinskaya, talentuosa atleta russa di cui molti probabilmente avevano perso le tracce e che invece si è riproposta in grande stile ad alti livelli. Sì, perché la figlia del fenomenale Serguei Soukhoroutchenkov, costretta ad interrompere la propria parabola per via della maternità (l'ultima stagione agonistica disputata risaliva all'anno 2006), dopo essere giunta tra le Elite con credenziali importanti (titoli mondiale e ed europeo a cronometro conquistati rispettivamente da Juniores e Under 23), si è di gran lunga consacrata come atleta più combattiva del giorno, attaccando più di una volta in salita e poi, dopo aver piazzato la stoccata negli ultimi cinque chilometri, ha visto infrangersi i propri sogni di successo solo nei duecento metri finali, che le hanno consegnato un decimo posto che dice veramente poco dei reali meriti della russa.
La seconda è Andrea Bosman, portacolori della Leontien.nl in gara quest'oggi con la maglia della nazionale olandese, che ha ribadito una volta di più quanto sia importante per la Vos il poter contare sulla presenza di almeno una compagna di squadra nei finali di gara, che le possa consentire di controllare al meglio le proprie avversarie e risparmiare energie altrimenti perse in ricuciture sui vari tentativi d'allungo.
L'apporto della Bosman è stato fondamentale, non appena si è riportata sul gruppetto di testa dopo essere rimasta staccata sull'ultimo passaggio in salita ad Orino, per riportare (con la collaborazione delle atlete dell'HTC Columbia) il drappello delle battistrada sulle ruote della Zabelinskaya che stava per vedere davvero vicino il traguardo davanti a sé.
Corsa iniziata subito con il tentativo di Valsecchi e Iturriagaechevarria, brave a guadagnare circa un minuto sulle altre nei primi venti chilometri mentre l'ascesa verso il Brinzio ha subito fatto capire le intenzioni di giornata di Cervélo e HTC Columbia, che hanno piazzato rispettivamente la Bruins e la Villumsen a scandire il ritmo in salita per guidare un drappello di una decina di atlete che intanto si era venuto a formare (presenti anche D'Ettorre, la campionessa europea Blaak e Worrack tra le altre), prima che la Zabelinskaya si rendesse protagonista del primo allungo di giornata con Arndt e Pooley immediatamente alla sua ruota (questi i passaggi in vetta).
Ancora più interessante la situazione che si è creata attorno al cinquantesimo chilometro, quando in testa si sono ritrovate in sedici con tutte le migliori del lotto: oltre alle già citate Zabelinskaya, Arndt, Pooley, Bruins e Villumsen figurano anche Vos, Johansson, la campionessa del mondo Guderzo, Cantele, Cooke, Bras, Molicheva, le australiane Corset e Spratt e le giovani italiane Berlato e Patuzzo. Pochi chilometri e il ricongiungimento di Bosman, Verbeke, Henrion e Neylan ha portato a venti il numero delle battistrada che, con un vantaggio attorno al minuto e mezzo nei confronti del gruppo, hanno portato la corsa ad incanalarsi ormai verso la fase calda, attraverso i vari passaggi sul Gpm di Orino.
La Zabelinskaya si è mostrata ancora tra le più in palla in salita e, mentre il gruppo si è assottigliato e rinfoltito a più riprese (superato l'ottantesimo chilometro anche Gloria Presti era riuscita a riportarsi sulla testa, salvo poi perdere terreno e restare così a bagnomaria tra battistrada e inseguitrici), ha ulteriormente allungato nel corso dell'ultimo giro del circuito, mostrando ancora una buona pedalata e mantenendo costantemente una decina di secondi sulle dirette inseguitrici.
Giusto all'attacco dell'ultimo passaggio ad Orino la sua azione si è fatta un po' più appesantita, cosicchè a circa 10 chilometri dall'arrivo sotto l'impulso della Pooley che aveva tentato l'allungo ad inizio salita, erano poco più di una decina le atlete rimaste davanti. L'azione della britannica ha lasciato qualche segno in Bras, Bosman, Guderzo (ancora alla ricerca della forma migliore), Berlato e Arndt. Per fortuna di queste ultime il divario non eccessivo consente loro il ricongiungimento ai -5 dal traguardo, quando inizia a diventare interessante il discorso dei giochi di squadra, con alcune formazioni in superiorità numerica.
Ma è un ulteriore colpo di scena a rischiare di modificare le carte in tavola ai -4 dal traguardo: nell'affrontare un tornante verso sinistra la Pooley, che da sempre ha nella discesa il proprio punto debole, sbaglia la traiettoria e finisce a terra, trascinando con sé anche la Verbeke e la Molicheva mentre della situazione approfitta al meglio proprio la Zabelinskaya che, dopo aver guadagnato qualche metro, tira dritta ed allunga ulteriormente. Il passo della russa non è affatto quello di un'atleta affaticata dai precedenti tentativi e, alla reazione opposta da Bras e Corset (le prime a cercare di riportarsi sulla sua ruota), è seguita quella più convinta operata dalla Bosman, ormai votata al sacrificio per la Vos, e quella di un'ottima Arndt, che invece era impegnata a portare nella miglior posizione Noemi Cantele.
All'ingresso dell'ultimo chilometro la manciata di secondi della Zabelinskaya sembra ancora sufficiente perché speri nel colpaccio ma proprio il gran lavoro della Arndt riporta inesorabilmente sotto il gruppo quando ormai mancano appena 200 metri all'arrivo. Spostatasi la tedesca è però Marianne Vos a partire decisamente sulla destra, facendo un sol boccone della russa e andando ad imporsi a braccia alzate davanti a Bras e Johansson (si rinnova così la grande sfida con la svedese, già andata in scena nel 2009).
Quarto posto per Ruth Corset davanti alla Cantele e alla Cooke mentre per Elena Berlato è giunto un incoraggiante settimo posto. Arndt, Guderzo e Zabelinskaya completano la top-ten, la Pooley giunge 14esima a 1'06" mentre via via alla spicciolata si susseguono gli arrivi (tra i quali anche quelli delle varie Patuzzo, Carretta, Lechner, Presti) che precedono quello del gruppo principale, giunto al traguardo con un ritardo di 10'20" (nel quale hanno concluso anche le giovani Scandolara e Callovi, quest'ultima all'esordio in una prova di Coppa del Mondo).
Molta gioia naturalmente per Marianne Vos una volta conclusa la gara, con la maglia di leader di CdM in suo possesso ed un'apertura futura alla possibilità di essere decisamente competitiva anche nelle principali gare a tappe. «Confesso che mi piacerebbe far bene – rivela la fuoriclasse olandese – per puntare al successo in una grande corsa a tappe. Con una preparazione mirata potrei riuscirci e su tutte sono il Tour de l'Aude ed il Giro le gare in testa ai miei pensieri. Per quest'anno però non se parlerà ancora, tra una o due stagioni invece sarà un obiettivo concreto».
Intanto non ci sarà troppo tempo per rifiatare: domenica prossima in Belgio col Giro delle Fiandre sarà già il tempo di misurarsi con la seconda prova stagionale di Coppa del Mondo.

Vivian Ghianni

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