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Bennati-Petacchi, ricominciamo - Ennesimo scontro, stavolta vince Daniele | Cicloweb

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Bennati-Petacchi, ricominciamo - Ennesimo scontro, stavolta vince Daniele

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Ci avrà riflettuto bene nella serata di ieri Daniele Bennati. Al dover restituire qualcosa ai propri compagni di squadra sul traguardo di Monsummano Terme, senza commettere nuovamente l'errore di innestare un rapporto troppo duro che ti inchioda le gambe all'istante. Ci avrà riflettuto pensando anche che quel San Baronto piazzato a -15 dall'arrivo sarebbe potuto rimanere nelle gambe di qualche velocista meno avvezzo alla salita e avrebbe potuto consentirgli di lasciare il segno nell'ultima possibilità nella propria terra.
Prima di dedicarci all'epilogo però ritorniamo un momento sulla chiosa finale di ieri: ci interrogavamo su cosa sarebbe potuto succedere su quella salita breve ma ormai famosissima anche fuori Toscana (presso la quale, tra l'altro, la ISD ha il suo quartier generale) tra sacro e profano. E quando abbiamo visto la Liquigas tirare in testa al gruppo con Pellizotti e Nibali in bella evidenza e Garzelli e Ginanni pronti alle loro spalle cominciavamo a pregustare uno scatto, che magari avrebbe mandato il gruppo in frantumi. In realtà la salita non si è rivelata tale da poterci inventare qualcosa (il versante più duro, quello di Lamporecchio veniva difatti affrontato in discesa) e così l'unico a far notizia tra i corridori staccati era un Andy Schleck arrancante come non mai, ancora lontano dalla condizione migliore e quindi nuovamente costretto a far gruppetto dopo gli 8'37" persi ieri.
Ci si avviava ad un finale senza troppi sussulti, con la corsa fin lì animata dalla fuga a tre di Caccia (nuovo leader dei GPM), Lang e Wurf, scattati al km 35 con una punta massima di vantaggio di 6'45". Proprio l'australiano dal passato da canottiere ha pensato di avere ancora le gambe in grado di vogare a mo' di pagaia ed ha deciso di tentare l'avventura solitaria sulla salita de I Papi, prima asperità di giornata, a poco meno di 30 chilometri dall'arrivo, resistendo fin sul San Baronto ad un gruppo in cui fin lì erano state Acqua&Sapone e Liquigas a dividersi l'onere dell'inseguimento e in cui, una volta ripresi gli altri due fuggitivi, aveva brevemente messo il naso fuori il basco Txurruka.
Ma chi l'ha detto che per far casino debba per forza servire la salita? Evidentemente Francesco Ginanni, motivato anche dalla tappa sulle strade di casa, doveva saperlo bene e sfruttando la meticolosa conoscenza dell'ultima decina di chilometri ha deciso di buttarsi giù a tutta proprio dal San Baronto, sperando di trovare la compagnia di qualche corridore di buon nome. Sono bastati un paio di chilometri per rendersi conto che il piano diabolico avrebbe potuto materializzarsi: a ruota di Ginanni si fiondano infatti il vincitore uscente della Tirreno nonché compagno di team Scarponi e poi un paio di duetti di quelli giusti come quello Liquigas (Pellizotti e Nibali) e quello Acqua&Sapone (Garzelli e Failli). Ovviamente impossibile pensare all'assenza di Giovanni Visconti in un simile contesto ed oltre al siciliano si sono aggiunti anche il fresco vincitore della Strade Bianche Iglinskiy, il marchigiano Canuti e, in ultima battuta, l'altro corridore di casa Manuele Mori.
La situazione diventa estremamente interessante con un simile drappello di dieci battistrada ed i 16" di margine sul gruppo al cartello dei -8 all'arrivo fanno capire quanto sia necessario spingere a fondo per rimescolare il tutto, a maggior ragione quando due chilometri più in là il vantaggio della testa raggiunge i 20". Davanti pare esserci un buon accordo che però vacilla nel momento in cui Scarponi allunga costringendo alla risposta Nibali e, poco più indietro, anche Visconti. Dal gruppo, dove si era notato in testa un uomo Rabobank, finalmente ci si riorganizza e sono principalmente Milram (per difendere la leadership di Gerdemann) e Quick Step (per tentare il bis con Boonen) a tirare e a ridurre il gap a 18" prima e a 14" a 4 chilometri dal traguardo.
Proprio questi 4mila metri entrano nella cronaca di giornata con una caduta verificatasi col plotone in pieno inseguimento ed in cui restano coinvolti O'Grady (poteva mancare, come ogni anno, il degno momento di sfiga per l'australiano?), Wegmann (poi ritirato con una clavicola fratturata), Pietropolli e soprattutto Vinokourov, costretto quindi a tentare una disperata rimonta non potendo beneficiare della neutralizzazione del tempo (tentativo frustrato: 3'28" il ritardo per il kazako).
La sorte dell'attacco a dieci, comunque apprezzabile in un finale non facile, viene definitivamente segnata ai 2,2 chilometri dal traguardo, momento in cui la Liquigas non ci pensa un attimo a passare dal rammarico per l'azione sfumata alla determinazione nel prendere la testa del gruppo per pilotare al meglio Bennati. Il lavoro è nuovamente egregio: spostatosi Quinziato è Oss a compiere una trenata notevolissima fino ai 350 metri, lasciando quindi il posto a Sabatini. Negli ultimi 150 metri si consuma l'attimo decisivo in quanto il lavoro del pistoiese viene anticipato sulla sinistra da Petacchi, che costringe così lo stesso Bennati a partire. L'aretino però quest'oggi non sbaglia nulla, prende la testa e completa una splendida rivincita giungendo a braccia alzate.
Per Petacchi una sconfitta da vedere comunque come bicchiere mezzo pieno, visto il deciso rallentamento della condizione subìto dopo l'ultimo incidente in allenamento, in quanto la presenza di Ale-Jet, che non ha avuto particolari problemi in salita e che ha potuto contare anche sull'appoggio di Hondo per lo sprint, è da interpretare comunque positivamente.
Terzo posto di giornata per Bernhard Eisel, velocista delegato in casa HTC dopo che Cavendish anche quest'oggi è stato costretto ad alzare bandiera bianca in salita. Buon quarto posto di Farrar mentre ancora una volta non troppo perfetti i meccanismi in casa Sky, con Flecha gettatosi nella mischia dello sprint al quinto posto ed il ben più atteso Boasson Hagen ottavo. Ancora piazzato Modolo (sesto) davanti al kazako Bazayev mentre a Boonen e Ginanni, entrambi un po' indietro negli ultimi metri, non è rimasto che giungere in posizioni di rincalzo.
La maglia di leader, in virtù di una classifica cortissima e degli abbuoni, passa così sulle spalle di Bennati, in attesa dei probabili fuochi d'artificio di domani quando sugli insidiosi strappi posti nel finale di Chieti, in una tappa già lunga oltre 240 chilometri, si assisterà al primo vero colpo di questa Tirreno-Adriatico. Da non trascurare anche le condizioni climatiche, fortunatamente in miglioramento ma che hanno già costretto l'organizzazione a modificare la quinta frazione (via causa neve Forca di Presta e Frontignano, dentro nuovamente il Sassotetto, già decisivo nella scorsa annata).

Vivian Ghianni

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