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Il cavallino rampante - Pozzato parte lungo, vince Ferrari

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Se cercavamo un esempio evidente di quella che siamo soliti considerare come "legge della compensazione" (termine iperabusato in ambito calcistico) possiamo ben dire che il Giro del Friuli 2010 ce l'ha dato eccome. Perché sabato scorso eravamo inevitabilmente troppo preoccupati di capire ciò che realmente era accaduto nella baraonda di Lugano, tra ciò che poteva accadere e per fortuna non è accaduto (Spilak e altri investiti da un'auto entrata sul percorso di gara e per giunta in senso contrario) e la conseguente protesta, con corridori irrimediabilmente avviati verso le docce e altri che invece avevano deciso di portare a termine l'impegno. Tra questi figurava anche Roberto Ferrari, che quindi ha quasi avuto la colpa di vincere una corsa di cui ai posteri nessuno si sarebbe ricordato se non per i misfatti.
Per non far sì che nell'immediato restasse l'impronta di una sorta di vittoria mutilata il bresciano ha deciso di mettere tutti d'accordo e di dimostrare ulteriormente di non esserci finito per caso nel professionismo, viste le belle risultanze tra i dilettanti (San Geo, Città di Brescia e Popolarissima tra le sue conquiste più importanti), lasciandosi tutti alle spalle nello sprint finale di Sacile da cui emerge anche un doppio numero quattro. Per lo stesso Ferrari, giunto al quarto acuto tra i professionisti dopo il sopracitato Gp di Lugano, il Memorial Pantani dello scorso anno e contando anche il criterium inaugurale del Tour Ivorien due stagioni fa; per una De Rosa-Stac Plastic giunta anch'essa a quota quattro grazie anche alla doppia affermazione (tappa e classifica finale) di Montaguti in Calabria e che si è già guadagnata il ruolo di piacevole rivelazione di quest'avvio di stagione, dato che anche in Sardegna il team di Fidanza non era passato in osservato con le fughe di Ermeti e le belle prestazioni di Damiano Caruso.
Una corsa che dopo le prime schermaglie iniziali è entrata nel vivo attorno al settantesimo chilometro, quando si sono ritrovati davanti in ventiquattro e con varie squadre plurirappresentate: tre Katusha (Klimov, Galimzyanov e Ignatiev) e tre Caisse d'Epargne (Jeannesson, Losada e Madrazo), due Lampre (Balloni e Bono), due De Rosa (Cucinotta e Berdos), due Ceramica Flaminia (Lucciola e Rossi), due Footon (Capelli e Pedersen) ed un rappresentante ciascuno per Miche (Baliani), Zheroquadro (Rezman), Liquigas (Koren), Colnago (Pavarin), Nippo (Garofalo), Acqua&Sapone (Ciavatta), ISD (Krivtsov), Androni (Bertogliati), Adria Mobil (Zagar) e Carmiooro (Ratti). Con una simile situazione inevitabile che il margine si mantenesse contenuto e così il gruppo, controllato principalmente da Liquigas e Saxo Bank, non ha lasciato che il vantaggio superasse il minuto e mezzo. Al resto ci ha pensato il circuito di cinque giri che prevedeva l'ascesa al Castello di Caneva e che a poco meno di 30 chilometri dalla conclusione ha lasciato che fossero ancora in otto (Koren, Balloni, Capelli, Klimov, Jeannesson, Rossi, Berdos e l'abruzzese Taborre, uscito nel frattempo dal gruppo) a coltivare ancora ambizioni di vittoria. Proprio Taborre, già in evidenza nel finale a Laigueglia, ha tentato l'attacco sull'ultima ascesa al Castello ma il suo vantaggio risicato non lasciava spazio a dubbi su un ricongiungimento che da lì a poco sarebbe avvenuto da parte di un gruppo in cui faceva capolino anche il campione italiano Filippo Pozzato, all'esordio sulle strade italiane (esordio stagionale invece per Franco Pellizotti nelle file della Liquigas).
Negli ultimi 7 chilometri sono state proprio la Katusha e la Liquigas le più attive nel preparare il terreno ideale verso lo sprint ma superato il triangolo rosso la situazione si è fatta più ostica del previsto per molti: una caduta ai 400 metri ostacolava le operazioni di Mirco Lorenzetto, costretto così a dire addio alla possibilità di bissare il successo del 2009 (il migliore in casa Lampre sarà quindi Gavazzi, ottavo) mentre il fastidioso vento contrario presente sul rettilineo appesantiva oltremodo sia lo sprint del neoprofessionista Modolo (ancora un'ottima prova per lui comunque) e dello stesso Pozzato, ancora alla ricerca della condizione migliore, tagliandoli fuori dalla lotta per il podio (saranno 4° e 5° rispettivamente). Lungo le transenne invece il testa a testa ha invece premiato Ferrari, che è andato a precedere Jacopo Guarnieri (rammarico per la Liquigas che piazza nei quindici anche Dall'Antonia, Oss e Koren) ed Enrico Rossi, protagonista dell'ennesima prova generosa che però neppure in questa occasione gli è bastata per giungere sul gradino più alto del podio. Ormai si entra nel vivo e le Strade Bianche in programma sabato prossimo ci proietteranno ancora di più verso la primavera italiana, con la Milano-Sanremo che pian piano comincerà a monopolizzare le discussioni. (Vivian Ghianni)

In Spagna intanto ha preso il via quest'oggi una Vuelta Ciclista a la Region de Murcia preceduta da stilettate polemiche d'ogni sorta, con la piccata replica dell'UCI nella persona di Pat McQuaid alla decisione dell'organizzazione di non far prendere il via ad alcuna squadra italiana. Una ritorsione inaccettabile figlia del caso Valverde secondo le voci di Aigle, una semplice decisione delle squadre che hanno deciso di concentrarsi su altri obiettivi secondo l'organizzazione. Aggiungiamoci anche l'assenza dei principali team spagnoli a causa di un'ulteriore polemica tra gruppi sportivi e l'associazione spagnola degli organizzatori e capiremo come questa edizione 2010 non sia per nulla nata sotto i migliori auspici e che speriamo quindi possa quantomeno offrirci qualche degno spunto di cronaca.
La prima giornata ci ha regalato il tentativo di fuga di Westra, Blain e Reig (annullato ai -20 circa dall'arrivo), il frazionamento finale del gruppo che ha tolto di mezzo dallo sprint il vincitore di Almeria Theo Bos ed infine la volata finale che ha premiato Robert Hunter davanti a Brown e Reynes e nella quale segnaliamo con piacere il quinto posto di Daryl Impey , segno di una ritrovata buona condizione dopo il terribile incidente in Turchia dello scorso anno. Coi buoni uffici di Lance Armstrong, atteso sabato dai primi riscontri stagionali contro il tempo. (V.G.)

Oggi si è disputata anche una classica molto interessante in Belgio, il Le Samyn: una corsa di un giorno con diverse côte nel percorso ed un albo d'oro impreziosito negli ultimi anni anche da McEwen e Gilbert. Quest'anno una condotta di gara molto garibaldina e piena di attacchi lungo i 191 km del tracciato non ha impedito un arrivo a ranghi compatti: il primo a tagliare il traguardo sul rettilineo finale Dour è stato il giovane neoprofessionista belga della Cofidis Jens Keukeleire davanti a Grégory Joseph, entrambi classe '88, mentre il grande favorito Hutarovich ha concluso la prova solamente al quarto posto, dietro anche al francese Cédric Pineau. Sesto posto per Marco Marcato, il migliore degli italiani.
Questa vittoria di Keukeleire arriva forse un po' a sorpresa ma il ragazzo nel 2010 aveva già ottenuto diversi piazzamenti nei primi 10 in volata, sia alla Challenge Mallorca che alla Volta ao Algarve: oggi, però, Jens s'è veramente superato compiendo una volata lunghissima e degna di campione affermato. Dopo numerosi scatti il gruppo s'è presentato compatto, anche se visibilmente ridotto, all'ultimo km ma nessuna squadra ha preso il controllo della testa del gruppo e la velocità non era quindi elevatissima: a circa 400 metri dall'arrivo il plotone s'è spostato da sinistra a destra della carreggiata e proprio in questo momento Keukeleire s'è ritrovato al vento; a questo punto il belga della Cofidis ha optato per tirare dritto senza che nessuno gli prendesse la scia ed è giunto all'arrivo con quasi due biciclette di vantaggio su tutti coloro che avevano fatto una volata più "regolare".
Di ragazzi che riescono ad ambientarsi così bene subito al primo anno non ce ne sono molti e sia Keukeleire che Joseph (già piazzato a Bessèges e sul podio alla Beverbeek Classic sabato scorso), aiutati dal militare in squadre che lavorano molto bene sui giovani, sembrano avere davanti a loro un futuro davvero roseo se riusciranno e proseguire sulla strada intrapresa in questi mesi.

Vivian Ghianni
Sebastiano Cipriani

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