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La pazza Route di Kimberly Anderson - Corsa decisa da una fuga bidone, Baccaille quarta

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Lo si era detto precedentemente: l'aver decurtato una corsa come la Route de France (vuoi perché, considerando anche come se la passa la Grande Boucle Féminine, i fasti di ciò che era il vero e proprio Tour de France al femminile sembrano lungi dal voler tornare; vuoi perché economicamente magari la situazione è quella che è) di alcune frazioni numericamente parlando e, soprattutto, la rinuncia ad un vero arrivo in salita capace non solo di creare spettacolo ma anche di chiamare alla battaglia le grandi protagoniste in gara, potevano avere la loro decisiva incidenza sulla gara, che poteva divenire quindi terreno ideale per passiste ed anche velociste capace di difendersi bene contro il tempo. Effettivamente il canovaccio della Route de France 2009 è stato questo, prima che una fuga di circa una decina di atlete nella frazione numericamente più lunga risultasse irreversibilmente decisiva per le sorti finali della gara, prendendo un vantaggio incolmabile per chiunque. E' successo anche questo alla fine e se ciò può aver costituito una riscrittura di copione inaspettata rispetto a ciò che ci si attendeva, rendendo forse ancor più discutibile la scelta del percorso, dall'altro lato chi sorride di gusto è sicuramente Kimberly Anderson che, a quarantuno anni (e ripetiamo: quarantuno!) suonati, ha centrato quella che per lei è senza dubbio la vittoria più prestigiosa di una carriera, fatta di successi in gare minori negli Stati Uniti e di tanto lavoro speso per le proprie compagne di squadra. Una vittoria di peso giunta dopo essere stata solo sfiorata in precedenza, come dimostrò il secondo posto all'Open de Suède dello scorso anno in Coppa del Mondo e che dimostra anche come già dodici mesi orsono l'ormai esperta atleta statunitense sembrasse gradire le strade francesi (nel 2008 un secondo posto di tappa ed il settimo finale alla Route de France). Naturalmente chi torna a casa decisamente soddisfatto è anche il Team Columbia, protagonista logicamente negli arrivi a ranghi compatti e che grazie a questa coraggiosa mossa ha fatto suo l'intero bottino.
La corsa ha preso il via domenica 9 agosto con un cronoprologo di 4,4 km da Fontaines a Chaix che ha nuovamente esaltato le doti di Diana Ziliute, al secondo successo stagionale dopo il titolo nazionale a cronometro. La lituana, già vincitrice di una Grande Boucle nel 1999, ha preceduto di appena 1" Svetlana Bubnenkova e di 5" Ina Teutenberg, con quest'ultima attesa l'indomani nel primo arrivo adatto alle ruote veloci. La risposta della Teutenberg non si è fatta attendere ed anzi, al termine dei 108,2 km culminati a Cholet con una volata di grande potenza è riuscita addirittura ad imporsi con un paio di secondi sul resto del gruppo, precedendo Rochelle Gilmore (l'australiana si è mostrata in buona forma nelle ultime settimane, come dimostra anche il successo nello Sparkassen Giro a Bochum) e la stessa Ziliute, che ha così mantenuto la leadership e si è giovata anche dell'aiuto di Giorgia Bronzini.
Martedì 11 nuova prova contro il tempo con i 15 km con partenza ed arrivo a Cholet che hanno premiato l'australiana Tiffany Cromwell, giovane interessante e protagonista di un buon prologo (concluso in quarta posizione), che ha così conquistato il secondo successo stagionale (precedentemente aveva conquistato una tappa al Tour en Limousin) precedendo per una questione di centesimi proprio Ina Teutenberg. La possente tedesca si è comunque consolata con la conquista della leadership al termine di una prova dove comunque i distacchi sono stati abbastanza contenuti (l'americana McGrath e la russa Martissova, rispettivamente terza e quarta, staccate di appena 2 secondi), dal momento che la stessa Ziliute ha accusato un ritardo di 13 secondi ed anche atlete del calibro di Edita Pucinskaite e Tatiana Guderzo sono riuscire a restare sotto i trenta secondi di margine, anche se qualche secondo di troppo l'hanno lasciato ugualmente. Con la Teutenberg leader si è giunti mercoledì 12 alla terza frazione da Saran a Vierzon in cui il copione è stato identico a quello della prima tappa: vittoria senza patemi per Ina con Gilmore e Ziliute a completare il podio, con la campionessa italiana Baccaille in quarta posizione e la russa Kozonchuk (settima al traguardo) della Selle Italia in quinta posizione parziale nella generale, prima di essere messa ko da una brutta caduta. Distacco determinante invece per la Bubnenkova che, giunta attardata di un minuto circa, ha così abbandonato le prime posizioni della classifica.
A questo punto ci si attendeva l'inizio della battaglia vera, ma nella quarta frazione di quasi 154 km da Vierzon a Saint Pourcain sur Sioule, con una prima parte di tracciato facile ed un finale decisamente mosso, è andato in scena ciò che nessuno si sarebbe aspettato: una fuga di dodici atlete che ha visto il proprio vantaggio crescere a dismisura fino a superare i venti minuti e con gli strappi nel finale a selezionare le battistrada, finchè è stato un tandem tutto a stelle e strisce ad avere buon gioco e disputarsi così la tappa, che ha avuto il suo epilogo con la più classica delle spartizioni: vittoria alla ventiseienne carneade Evelyn Stevens, vice-campionessa nazionale a cronometro, e maglia alla ben più attempata Kimberly Anderson. Ottima protagonista di giornata è stata però anche Monia Baccaille, terza a 2'12" davanti alla spagnola Iturriagaechevarria, così come lo sono state anche Sigrid Corneo ed Emanuela Azzini, entrate anch'esse nell'azione decisiva e terminate al quinto e sesto posto di giornata con un distacco di 3'14". Giochi definitivamente chiusi per il gruppo, che ha tagliato il traguardo con un ritardo di ben 28'29", restringendo così la lotta per il successo a poche atlete.
Per la Anderson c'era dunque solo da fare buona guardia nell'ultima ed insidiosa frazione di 132 km con arrivo a Chatelguyon, che sulla carta doveva essere la più impegnativa dell'intera gara ma la classifica così delineata non poteva che favorire tentativi di fuga da lontano, cosicchè a spuntarla è stata un'altra atleta australiana, vale a dire Ruth Corset. Per la trentaduenne vicecampionessa nazionale un bel successo in solitaria con 2'21" su un'ancora bravissima Monia Baccaille. All'atleta della Michela Fanini - così come alla squadra tutta - è mancato solo il successo ma in questa Route ha dato continuità ad una condizione che le aveva permesso di essere grande protagonista anche ai Campionati Italiani su pista del mese scorso. Piazza d'onore di giornata per la Baccaille quindi, davanti a Martissova a Bubnenkova mentre per Kimberly Anderson la vittoria finale è divenuta realtà, con 1'23" sulla Stevens e 3'19" sulla Iturriagaechevarria. Al quarto posto proprio la Baccaille, staccata di 3'37" mentre buone notizie sia per la Selle-Italia, prima nella classifica a squadre in virtù dei piazzamenti di Boyd e Corneo (quinta e sesta in classifica finale) sia per la Gauss, che ha visto in settima posizione finale Emanuela Azzini. Da segnalare anche la prestazione della giovane francese Melodie Lesueur, classe 1990, che si è piazzata in ottava posizione, strappando proprio nella frazione conclusiva la maglia di miglior giovane alla lituana Zablockyte della Chirio Forno d'Asolo.
Ora altro appuntamento di spicco del calendario nuovamente in Francia, con la disputa nel prossimo week end del Gp di Plouay, penultima prova di Coppa del Mondo.


Vivian Ghianni

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