Il Portale del Ciclismo professionistico

.

Malhao meraviglião - È già Contador! Oman: Cancellara

Versione stampabile

Ormai una vittoria di Contador non fa quasi più notizia e quindi non ci stupiamo a vederlo subito davanti a tutti già alla prima corsa della stagione: l'Alto de Malhao, asperità regina della Volta ao Algarve, è lungo appena 3 km ma presenta pendenze da doppia cifra e così come l'anno scorso è stato il teatro del primo show stagionale di Alberto. È vero, nel 2009 la tappa se l'aggiudicò Colom ma chi quel giorno fece più impressione fu proprio il madrileno dell'Astana; stavolta invece è arrivato un successo netto con distacchi davvero ampi in relazione alla limitata lunghezza dell'ascesa finale. Se poi annotiamo anche lo scatto effettuato su un breve strappo nel finale della prima tappa, verrebbe quasi da pensare di avere davanti un Contador ancora più forte e maturo rispetto all'anno scorso: non sappiamo se questo possa essere un bene o un male e per rispondere a questo quesito dovremo attendere uno scontro testa e testa con gli altri protagonisti annunciati del Tour de France, Andy Schleck su tutti.
Ma in questa terza tappa non è stato il solo Contador a dare l'ennesima dimostrazione di forza ma tutta l'Astana: la squadra ha, infatti, controllato la corsa fin dai primi chilometri per portare il proprio leader nella posizione migliore nel momento decisivo grazie anche ad un ottimo lavoro di De La Fuente che ha spaccato il gruppo sulle prime rampe del Malhao lasciando quindi ad Alberto il compito di mettere la ciliegina sulla torta. Ovviamente non si può giudicare una squadra da poche corse ma nelle apparizioni i "kazaki" guidati da Martinelli si sono comportati bene, forse anche più di quanto ci si potesse aspettare.
La salita finale odierna ci ha lasciato, però, anche tante buone notizie da quei corridori che per motivi vari magari non ci aspetta di vedere tra i migliori su arrivo simile. Il primo di questi è Tiago Machado, portoghese 24enne della RadioShack che è stato l'unico a provare ad avvicinare Contador arrivando sul traguardo staccato di soli 11": Machado è un corridore con tutte le caratteristiche ideali nelle corse a tappe visto che si difende molto bene anche sul passo e siamo sicuro che con la maglia della RadioShack farà un grande salto di qualità. In quinta posizione troviamo invece l'americano Tejay Van Garderen (classe '88) che dopo due stagioni nella Rabobank Continental ha fatto il salto al Pro Tour con la maglia della HTC-Columbia confermando subito le sue grandi doti in salita. Una menzione anche per l'ex biker Peraud (sesto), per il portoghese Rui Costa (ottavo) ed il belga Armee (dodicesimo).
Voti bassi invece per i "big". Leipheimer si difende bene ma arriva comunque con un distacco di 22" difficilmente colmabile nella cronometro di dopodomani che metterà la parola fine alla corsa mentre i due Sánchez, Samuel e Luis León, hanno pagato più di 30" assieme a Klöden e Purito Rodríguez; molto più deludente invece l'americano Vande Velde che ha perso addirittura 1'21" ma lui punta a doppiare Giro e Tour. (Sebastiano Cipriani)

Presa ormai una certa confidenza con le squadre del Qatar, questo ciclismo sempre più mondializzato si è concesso un'ulteriore settimana nella penisola araba per andare alla scoperta dell'Oman, teatro per la prima volta nella sua storia di una breve corsa a tappe. Anche qui inutile aspettarsi salite ma tanta pianura condita anche in questo caso da un vento insidioso ed una cronometro individuale finale (a differenza del Qatar, che proponeva una cronometro a squadre nella prima frazione) a creare un po' di suspense. Come può accadere per una corsa che si affaccia per la prima volta in ambito internazionale poi alcune cose andranno migliorate in ottica futura, sia dal punto di vista della messa in sicurezza dei finali di gara, sia per ciò che riguarda i trasferimenti e gli orari di partenza ed arrivo delle tappe, visto che alcuni eccessivi ritardi hanno rischiato di far concludere più di una tappa con la luce del giorno già sparita.
Tanta pianura dicevamo prima, per cui quasi scontate le conclusioni allo sprint che però in assenza dei Cavendish, Greipel o Petacchi di turno, non hanno avuto un vero e proprio padrone. E allora torniamo nuovamente a parlare di una Liquigas che avevamo lasciato con le stupende affermazioni di Francesco Chicchi e che ora ha finalmente celebrato il ritorno al successo di Daniele Bennati, che le braccia al cielo non le alzava dal Giro di Sardegna del febbraio 2009, quando conquistò due tappe e la classifica finale. Il Benna ha fatto sua con autorevolezza la seconda tappa, ottenuto un secondo posto nella quarta e chiuso la corsa con un quinto posto finale e pazienza se la difesa della leadership è sfumata proprio nell'ultima giornata. Ciò che conta non è solo la ritrovata convinzione per riproporsi come protagonista negli sprint dei grandi giri e nel cercare di ridare un assalto a quelle classiche del Nord che per un motivo o per l'altro proprio non hanno voluto vedere in auge l'aretino (salvo un ottimo Fiandre corso in appoggio a Ballan ai tempi della Lampre), ma anche l'ideale clima presente attualmente nel team, dove lo stesso Chicchi, in barba a qualunque discorso che poteva vedere nei ripetuti successi la nascita di una nuova rivalità interna con Bennati, si è messo ottimamente a disposizione dell'aretino e dove un giovane come Oss prosegue a passi da gigante nel suo percorso che potrebbe portarlo in breve tempo al ruolo di pedina insostituibile per i finali di gara.
È stata una corsa di sorrisi e rimpianti per Edvald Boasson Hagen, il cui nome farebbe bene ad essere evidenziato fin da ora da tutti in chiave Milano-Sanremo, che porta via dall'Oman due successi di tappa ottenuti nella terza frazione in linea ed in quella conclusiva a cronometro (le prove contro il tempo di breve lunghezza sono pane per il talentuoso norvegese) ma anche il rammarico di un successo finale sfumato tra le polemiche dovute a situazioni viste e riviste nel mondo del ciclismo. Poco più di un minuto di ritardo lasciato sul campo nella quarta frazione in cui le schermaglie tra la Sky e la Cervélo hanno finito per oscurare tutto il resto, con la contesa esplosa dapprima nel momento in cui il team elvetico riteneva che spettasse ai britannici l'onere principale di chiudere sulla fuga di giornata e poi quando la stessa Cervélo ha frantumato il gruppo coi ventagli proprio quando Boasson Hagen era alle prese con bisogni fisiologici. Scaramucce sì, ma tutto conclusosi con buon senso e siamo sicuri che se le cose in riviera ligure dovessero prendere una certa piega, per Edvald e l'innovativo clan britannico ci sarà quasi modo di riderci su.
Per il resto la gara ha messo in vetrina un Jimmy Casper che, come nel caso del celebre fantasmino, riappare quando meno te l'aspetti e che vincendo la breve frazione inaugurale ha portato a due i successi stagionali della Saur-Sojasun (l'altro porta la firma di Hivert nel GP d'Ouverture); un'altra bella ventata di gioventù personificata da Leigh Howard, primo proprio al termine della convulsa quarta frazione ma che ha ribadito di essere uno dei migliori prospetti del ciclismo australiano, da Michael Van Stayen (terzo nella quinta tappa), da Cameron Meyer ed il giovane neopro russo Ovechkin (rispettivamente terzo e quinto nella cronometro conclusiva) e da Gathis Smukulis, corridore più combattivo della kermesse. E poi ancora un Boonen che quel tabù Sanremo sogna sempre di spezzarlo in attesa della Settimana Santa del Nord e che ha trovato modo di lasciare il segno nell'ultima tappa; un Ballan attivo con un tentativo di fuga; un Farrar sempre lì ma ancora incapace di trovare la zampata vincente, per concludere con un Fabian Cancellara che dodici mesi fa si eclissava vittima di problemi fisici dopo il prologo (vinto) al Giro della California, dicendo addio a qualunque sogno di gloria per la prima parte di stagione e che ora invece ritroviamo vincitore assoluto in Oman, senza neppure bisogno di affannarsi tanto, dal momento che il ritardo nella generale accusato da Boasson Hagen gli ha permesso di accontentarsi della piazza d'onore nella cronometro per poter prendere tutto. Qualcuno inizia a scoprire le carte e grazie alle miti temperature della penisola araba l'aria di primavera forse comincia a sentirsi davvero.

Sebastiano Cipriani
Vivian Ghianni

RSS Facebook Twitter Youtube

30/Jul/2017 - 20:30
ESCLUSIVO: le immagini del folle che ha tagliato la strada al gruppo facendo cadere decine di corridori al Giro d'Italia

24/May/2016 - 21:06
All'An Post Rás giornata di gloria per James Gullen nella tappa "di montagna": Fankhauser diventa leader

24/May/2016 - 17:07
Giro, nel giorno della nuova delusione di Vincenzo Nibali vince Alejandro Valverde davanti a Kruijswijk e Zakarin

23/May/2016 - 22:12
An Post Rás, nella seconda tappa vince il padrone di casa Eoin Morton

23/May/2016 - 16:00
Giornata di rinnovi: André Greipel e Marcel Sieberg alla Lotto Soudal fino al 2018, Geraint Thomas prolunga con la Sky

23/May/2016 - 13:11
Benjamin Prades vince l'ultima tappa del Tour de Flores ma non basta, la generale va a Daniel Whitehouse

23/May/2016 - 12:39
Brutte notizie per il ciclismo elvetico: l'IAM Cycling comunica che cesserà l'attività a fine stagione

23/May/2016 - 11:22
Conclusi i Campionati Panamericani: l'ultimo oro è dell'ecuadoriano Jonathan Caicedo

22/May/2016 - 23:59
Il Tour of California si conclude con una imperiosa volata di Mark Cavendish. Classifica finale a Julian Alaphilippe

22/May/2016 - 23:39
Il Tour of Bihor si chiude nel segno dell'Androni Giocattoli-Sidermec: tappa a Marco Benfatto, generale a Egan Bernal

22/May/2016 - 23:20
Women's Tour of California: gioie finali per Kirsten Wild e Megan Guarnier. Le altre corse: ok Bertizzolo e Lepistö

22/May/2016 - 22:44
Velothon Wales, Thomas Stewart supera Rasmus Guldhammer e Ian Bibby

22/May/2016 - 22:24
Dilettanti, ulteriori vittorie per Nicola Bagioli e Riccardo Minali alla Due Giorni Marchigiana

22/May/2016 - 22:22
Scatta l'An Post Ras: la prima tappa va all'olandese Taco Van der Hoorn grazie ad un colpo di mano