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Cantele infiamma Santa Luce - A Riparbella la vittoria della Armstrong

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Che la Cantele vinca a Santa Luce sembra quasi un simpatico scherzo del destino. Sicuramente non è stato uno scherzo per Noemi sbarazzarsi della compagnia di atlete come la Luperini, la Arndt, la Armstrong e la Worrack ed andare a vincere la seconda prova del Trofeo Costa Etrusca, la Castellina Marittima-Santa Luce di 108 km, davanti alla soprendente olandese Regina Bruins. Ma andiamo con ordine.
L'andatura del mattino non è così elevata, e prima di assistere allo scatto buono si arriva quasi a metà percorso: è Sarah Düster, portacolori della Cervélo Lifeforce, compagna di squadra di quella Kristin Armstrong vincitrice ieri della prima prova, a scattare sulla salita che porta a Santa Luce per il primo passaggio sotto (o meglio, accanto) lo striscione d'arrivo. Al suo inseguimento un gruppetto di atlete come l'estone Treier, la giapponese Oki, brillantissima in questo inizio di stagione, e l'olandese Chantal Beltman. Con loro, anche due atlete della Nazionale olandese, evidentemente desiderosa di ben figurare.



La fuga però ha vita breve, perché dietro c'è volontà di fare la corsa, e soprattutto c'è la voglia di non fare il gioco tattico della Armstrong. Tattica che ventiquattro ore prima aveva sfiancato le avversarie in pianura per poi tramortirle in salita. Tornando alla Düster, il suo compito è esaurito quando il Bigla Cycling Team e la Menikini-Selle Italia hanno deciso di fare la gara, praticamente dopo pochissimi chilometri dalla nascita del suo tentativo.
Sulla salita di Castellina Marittima, più che uno scatto in testa al gruppo c'è stato uno scarto in coda al gruppo. Le più forti hanno imposto la loro andatura, con la Armstrong e la Brändli, su tutte, a menare le danze. Dietro non hanno potuto fare altro che staccarsi. Seppur lentamente. Ma insesorabilmente. Con le due atlete già citate, anche la Cantele, la Bruins e la Arndt, mentre Luperini, Worrack e Martissova, attardate da un "buco" creatosi a metà gruppo, hanno dovuto aspettare lo scollinamento per riportarsi sul quintetto di testa.



Prima dell'ultima ascesa le più forti si controllano. Le altre sono lontane, e non c'è pericolo di venire beffate. In vista del cartello dei meno 2 km all'arrivo, Fabiana Luperini piazza lo scatto importante. In gruppo si sta un po' a guardare. Tutte sanno che Fabiana non è facile da andare a prendere, ma nessuna vuole sfinirsi per lasciare strada alle altre, una volta riacciuffata la pisana. Bisogna rischiare. Noemi Cantele nota che la Armstrong è un po' al gancio e non riesce a ricucire sulla capitana di Walter Zini; allora accelera lei in prima persona. Ripresa Fabiana, è proprio la varesina, già 3a a Brissago quest'anno e 3a anche ieri a Riparbella, ad allungare. Il passo della Cantele è buono, e nel gruppetto c'è una certa Nicole Brändli che le conferisce tranquillità.
Nessuna ha la forza di correre dietro alla due volte vincitrice del GP Plouay, che riesce ad arrivare tutta sola al traguardo, contenendo il ritorno dell'olandese Bruins, vera sopresa di questa due-giorni toscana. Il terzo posto se lo giocano Arndt, Luperini, Brändli ed Armstrong, con la tedesca a spuntarla. Noemi è contentissima, e dispensa sorrisi a tutti: «Stavo bene e non volevo perdere senza averci provato. Quando ho visto che Fabiana è partita mi sono adoperata per riprenderla e poi piazzare l'allungo a circa 1,5 km dalla conclusione. Ci ho provato, è andata bene, e sono contentissima».



Sabato era invece toccato a Kristin Armstrong recitare la parte della leonessa, con un allungo in salita pianificato già dalla pianura: «Il gruppo era in fila indiana già ad inizio percorso - ci spiega Edita Pucinskaite, ancora in rodaggio in vista del Giro d'Italia - e tante atlete sono state messe in difficoltà dal forte ritmo imposto dalla Cervélo Lifeforce. Arrivate all'imbocco della salita, metà gruppo era già al gancio e non ha potuto far altro che staccarsi e salire del proprio passo. Diciamo che Kristin Armstrong ha vinto alla... Armstrong».
La statunitense ha dovuto piegare la strenua resistenza della pisana Fabiana Luperini, l'unica in grado di rimanere con l'indiavolata campionessa del mondo a cronometro del 2006, mentre la Cantele, 3a, è arrivata con un distacco di 10". Ancora più lontane le altre, con le coppie Brändli-Arndt a 14" e Worrack-Kirch a 21" e via via tutte le altre.



Alla vigilia del Trofeo Costa Etrusca, piccolo "giallo" tutto al femminile: la Safi-Pasta Zara Manhattan e la Titanedi-Frezza-AccadueO, compagini che fanno capo a Fabretto ed alla Pregnolato da una parte e a De Longhi e Grespan dall'altra, non hanno preso il via in nessuna delle due prove, e sembra che la motivazione sia ascrivibile ad uno stop imposto ai team veneti direttamente dall'Uci. Pare infatti che l'Unione Ciclistica Internazionale abbia "colto in fallo" la Pregnolato nella gara di Brissago: la ds della Safi, infatti, si sarebbe fermata ad assistere un'atleta della Titanedi che aveva forato, cambiandole la ruota. Il fatto non è sfuggito all'Uci, che ha deciso di vederci chiaro, in modo tale da garantire un'equa attività a tutte le squadre in corsa. A breve Maurizio Fabretto dovrebbe comunicare i perché di questi stop e le eventuali decisioni da prendere. Ciò che è certo è che a rimetterci, come sempre, sono le cicliste, costrette a non correre per questioni di contorno, dirigenziali, che poco hanno a che vedere con l'andare in bici. E il fatto che nel mezzo ci sia la campionessa del mondo in carica, l'italiana Marta Bastianelli (reclamata a gran voce dal folto pubblico presente a Santa Luce), non fa che aggravare la situazione della Safi. Stiamo a vedere. 


P.S.: La Safi-Pasta Zara Manhattan, nella persona dell'addetto stampa Daniela Fassini, ci fa sapere che il fatto di Brissago pare non sia mai accaduto. La Pregnolato avrebbe semplicemente assistito Diana Ziliute, entrambe della Safi. Il team riconosce comunque la gravità del momento, soprattutto per via della presenza della campionessa del mondo nel proprio roster, e si impegna a chiarire il prima possibile la situazione tramite un comunicato stampa. Ci fa piacere l'attivismo Safi, e restiamo a guardare l'evolversi della vicenda.

Mario Casaldi

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