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Scalatori sì, ma non solo - Ecco il futuro del Sud America

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Nei Paesi sudamericani, dove la tradizione professionistica non è la stessa rispetto a quella a cui siamo abituati a pensare in Europa, la nascita di progetti orientati principalmente ai giovani trova il suo sviluppo soprattutto grazie al supporto delle Gobernación e di altri Enti di promozione del territorio.
La squadra che più di ogni altra ha impostato il proprio lavoro sui giovani è la Colombia es Pasión, formazione con ambizioni eccellenti (tornare a correre in Europa con una squadra interamente colombiana), ma dalla quale ci si aspetta un deciso salto di qualità: in passato si erano diffuse voci di appoggio importante della mitica Café de Colombia per creare una squadra Professional e disputare nel giro di poche stagioni almeno una delle grandi corse a tappe; l'adesione al Passaporto Biologico dell'UCI sembrava il primo passo verso la realizzazione del progetto, ma qualche incertezza di troppo ha fatto slittare il tutto. Tuttavia, nelle apparizioni europee avvenute quest'anno, i gioiellini del team non hanno assolutamente sfigurato, anzi. Accanto alla Colombia es Pasión, però, ci sono anche molte altre realtà che strizzano l'occhio ai giovani e che ogni anno lanciano nuove promesse: stiamo parlando di squadre élite come la Orgullo Paisa, squadra del dipartimento di Antioquia che con la collaborazione di uno dei maggiori talent scout del Sud America, Gabriel Jaime Vélez, ha scoperto corridori come Ardila, Laverde, Uran e molti altri che fanno parte della generazione di piccoli fenomeni colombiani; o come la Boyacá es para Vivirla (nel 2010 Boyacá Orgullo de América) che, pur reclutando corridori in una zona piuttosto povera, ma ricca di tradizione (il boyacense Leonardo Páez è un biker di livello mondiale), riesce a temprare ciclisti di spessore e prospetti da seguire con grandissima attenzione come Javier Gómez (classe 1991); per finire con la GW Shimano, che rappresenta una sorta di atipicità tecnica di molti corridori: nella rosa diretta da Luis Alfonso Cely troviamo passisti, passisti veloci, cronoman, in definitiva quanto di più lontano possa esserci dal "mito" dello scalatore puro all'attacco su ogni salita.
La nuova filosofia che si sta impadronento del ciclismo colombiano, però, ha varcato anche i confini nazionali. Il ciclismo giovanile in Venezuela, infatti, non si può non identificare primariamente con la Lotería del Táchira, Ente il cui appoggio allo sport delle due ruote prosegue ininterrottamente dalla bellezza di 41 anni (giugno 1968), rendendola di fatto la più antica squadra del mondo. La società è profondamente radicata nel territorio, logisticamente valida e copre la maggior parte delle categorie: agli ordini dell'espertissimo ed apprezzato tecnico colombiano Roberto "El Oso" Sánchez (in carica dal 2008, ma ricordiamo a cavallo tra gli anni '80 e '90 ci fu una parentesi del ravennate Leandro Cocco) i gruppi Under 23 hanno compiti più d'apprendistato che di mero ottenimento del risultato. Seppur talvolta i dirigenti non riescano a trattenere tutti i talenti della regione e taluni intraprendano strade differenti (vedi Carlos Gálviz), almeno un paio di nuovi volti giovani più o meno promettenti riescono ad emergere e mettersi in mostra nel corso dell'annata. Nel 2009 è successo coi classe '90 Jonathan Salinas (scalatore velocino) e Jorge Abreu (scattista); per il 2010, invece, s'intravede già il cucuteño Anaya ('91), colombiano della frontiera, 2° alla Vuelta de la Juventud venezuelana in giugno.
Un capitolo a parte lo merita senz'altro il Brasile, che dal 2010 avrà per la prima volta una squadra iscritta alla categoria Professional, la Scott-Marcondes César de São José dos Campos di José Carlos "Carlinhos" Monteiro. L'assegnazione dei Giochi della 31esima Olimpiade a Rio de Janeiro ha portato sul Brasile molte attenzioni e, senza dubbio, tutte le varie Federazioni vorranno fare bella figura in un contesto così importante: il movimento ciclistico del Paese, per quanto abbastanza sviluppato (tante corse durante l'anno ed un discreto numero di squadre élite), è rimasto negli anni sempre piuttosto chiuso in se stesso, ed i risultati colti in Europa da Pagliarini e Fischer non hanno cambiato più di tanto la filosofia. Tuttavia, l'opportunità creata dal passaggio di categoria della Scott-Marconder César è decisamente ghiotta e, se sfruttata bene, potrebbe essere il punto di partenza di un progetto pluriennale volto a valorizzare un gruppo di giovani ciclisti proprio in vista delle Olimpiadi. Nelle ultime stagioni sono passati dalla Scott molti giovani brasiliani promettenti come Prado Nazaret, Manarelli e Sidoti: per il 2010, al momento non si conosce ancora l'organico, ma il calendario di gara ha un ottimo mix tra corse nazionali ed esperienze prestigiose come Tour of Georgia, Tour of California e Tour of Missouri, tutte corse a tappe di categoria HC che avranno buona partecipazione anche di team Pro Tour ed europei. Se arriveranno risultati e, soprattutto, investimenti importanti, il passo successivo sarà lo sbarco in Europa.

Under 23 e professionisti in team "minori"

Fabio Duarte (Colombia es Pasión-Coldeportes – 11/6/1986)
I più attenti avranno potuto notare il talento cristallino di questo ragazzo già nel 2006 quando, a soli 19 anni, rimase in lotta per la vittoria finale della Vuelta a Colombia fino al terz'ultimo giorno. Dopo un anno decisamente poco fortunato alla corte di Gianni Savio, il giovanissimo Duarte è tornato in patria ed a fine 2008 è arrivato il colpo che in pochi si aspettavano: con un'azione quasi da finisseur vince il Mondiale Under 23 a Varese e si candida a simbolo della nuova generazione colombiana. Nel 2009 una serie sfortunata di problemi fisici non gli ha impedito comunque di regalare alcuni lampi di classe come sull'Alto de la Linea alla Vuelta a Colombia (vittoria e distacchi paurosi inflitti agli avversari) o al Tour des Pyrénées in Francia. La caratteristiche di Duarte sono quelle di un corridore completo indirizzato soprattutto verso le corse a tappe: ottimo scalatore, ha comunque un'ottima predisposizione anche per le corse contro il tempo, nelle quali riesce ad ottenere risultati molto positivi grazie all'agilità ed al suo grande motore. Un'altra caratteristica che fa di lui un grande corridore è la strepitosa capacità di recupero che possiede.

Sergio Luís Henao (Colombia es Pasión-Coldeportes – 10/12/1987)
Probabilmente il più talentuoso tra gli ultimi niños maravilla prodotti dalla Colombia, ma del resto spesso e volentieri la trafila giovanile nell'Orgullo Paisa costituisce ben più di una garanzia. Scalatore puro in grado di dare spettacolo se in giornata di grazia, fece capire subito di che pasta era fatto vincendo una corsa molto sentita in Sudamerica come il Clasico Banfoandes ad appena 19 anni nel 2007, vale a dire alla prima stagione nelle file della Colombia es Pasión. Nelle giornate migliori riesce a difendersi discretamente anche a cronometro, anche se le prove contro il tempo inevitabilmente non costituiscono il suo terreno preferito. Nel 2008 ha fatto sua la Vuelta a Colombia Under 23, mentre nell'ultima stagione si è fatto apprezzare in più di un'occasione dal pubblico europeo, vincendo il GP du Portugal (in cui era presente una variegata schiera di corridori talentuosi), il Cinturón a Mallorca e fornendo buone prestazioni anche in Francia (al Tour de l'Avenir invece una caduta l'ha presto estromesso dai giochi di classifica). Da lui è lecito attendersi ancora tanto, ma per il momento ha deciso di non rinunciare alle principali corse in patria per poter gareggiare anche in Europa ed è per questo che nel 2010 tornerà alle origini, nelle file dell'Orgullo Paisa. C'è da giurare che le sue prestazioni non passeranno in ogni caso inosservate.

John Darwin Atapuma (Colombia es Pasión-Coldeportes – 15/1/1988)
Altri due corridori che stanno venendo fuori molto bene sono Darwin Atapuma e Jarlinson Pantano, entrambi classe '88 e della Colombia es Pasión. Tra i due si fa preferire sicuramente Atapuma, che nel 2008 è stato campione nazionale tra gli élite e che sa esaltarsi sui percorsi più impegnativi. Attacchi in salita, lunghe fughe e una grande combattività lo rendono abbastanza competitivo nelle corse a tappe: nel novembre 2007 sono state proprio la Vuelta Higuito (secondo della generale) in Costa Rica e la Vuelta Ecuador (2 tappe e sesto nella generale) a lanciarlo, mentre nello scorso ottobre si è comportato in maniera egregia (leader per un giorno) in una corsa prestigiosa come il Clasico RCN.

Nairo Quintana (Boyacá es para Vivirla – 4/2/1990)
Dalla Boyacá arriva un altro prospetto interessantissimo, forse addirittura il più interessante se andiamo a rapportare i risultati già ottenuti con l'età. Il giovanissimo Quintana infatti ha trovato subito una grande costanza di rendimento ad alto livello vincendo il campionato nazionale a crono Under 23 e riuscendo a mettersi in bella mostra anche tra i professionisti europei, risultando il miglior giovane alla Vuelta a Madrid e terminando addirittura in settima posizione la classica basca Subida a Urkiola, lasciandosi alle spalle, tra gli altri, De La Fuente, Mosquera, Sicard e lo stesso Duarte. Il processo di maturazione è ancora tutto da seguire, ma questo scalatore (abbastanza versatile a dire la verità) ha tutti i numeri per fare bene. Un altro boyancese molto interessante è anche Jeffrey Romero, classe '89, e a suo agio in molte corse del calendario colombiano.

Cayetano Sarmiento (28/3/1987)
Il suo storico successo al Giro "baby" conseguito in stagione (primo sudamericano a riuscire nell'impresa) è stata l'ulteriore testimonianza del nuovo che avanza nel movimento colombiano. Il 22enne boyacense è uno scalatore capace anche di giungere alla vittoria nelle giornate di maggior verve (5 i successi ottenuti nel 2008, tra cui spicca una tappa nel Giro di Colombia Under 23, concluso sul podio alle spalle di altri due talenti del calibro di Henao e Duarte), ma che ha probabilmente nella regolarità la sua dote migliore, tanto che il suo successo italiano è scaturito grazie ad una condotta di gara attenta e decisamente soddisfacente anche su percorsi che sulla carta non si addicono notoriamente ad atleti sudamericani, fattore che si è rivelato decisivo per la sua vittoria. Le sue doti di scalatore sono state evidenti anche al Giro della Valle d'Aosta, chiuso in quarta posizione, ma anche nelle gare di un giorno ha saputo fare un'ottima figura: terzo classificato ai Giochi Panamericani, ha dimostrato di essere anche un corridore pronto a sacrificarsi per la squadra, ma al contempo di restare nel vivo della corsa, come testimonia il suo generoso Mondiale, concluso all'ottavo posto dopo esser partito in fuga già nelle prime battute di gara. Se manterrà queste prerogative potrebbe essere un corridore di buon affidamento ma intanto l'Acqua&Sapone non se l'è lasciato scappare e l'ha messo sotto contratto per il 2010.

Jaime Castañeda (29/10/1986)
La giovane carriera di Castañeda è stata sicuramente influenzata dal passaggio come professionista in Europa con la maglia della Lampre quando non aveva ancora 20 anni. Ancora acerbo e con nessuna esperienza ad alto livello, Jaime ha fatto fatica fin da subito ad adattarsi ai ritmi di una squadra Pro Tour e ben presto (a metà 2007) è tornato in patria. Nelle ultime due stagioni, però, il ragazzo è maturato molto sotto ogni punto di vista: è un corridore completo e dotato anche di uno spunto veloce sicuramente migliore di molti altri connazionali; l'essere tornato in Colombia prima di bruciarsi definitivamente è stata quasi una salvezza per lui, ed adesso a soli 23 anni è nuovamente un corridore da seguire con attenzione.

Carlos Alberto Betancur (13/10/1989)
Dopo la vittoria di Duarte a Varese, la Colombia è rimasta sul podio iridato grazie all'antioqueño Betancur, protagonista di una prova spavalda e generosa. Quest'anno ha vinto la classifica finale della Vuelta Colombia Under, 23 ma si è messo in evidenza anche in Italia, vincendo la maglia di miglior scalatore al Giro della Valle d'Aosta (secondo nell'ultima tappa) ed arrivando secondo al GP Industria del Cuoio e delle Pelli. La formazione in cui milita, la Orgullo Paisa, è una sorta di garanzia per i giovani di belle speranze, che dal 2010 avranno ancora più spazio. Betancur dovrà cercare di non farsi schiacciare troppo dalle aspettative che automaticamente vengono riposte in chi sale sul podio di un Mondiale: in fondo ha appena 20 anni ed i margini di miglioramento sono davvero grandi.

José Alarcón (12/6/1988)
Merita anche lui una citazione tra i giovani interessanti che il movimento venezuelano sta producendo. Il suo terreno ideale è la salita, dove è riuscito anche a non sfigurare affatto nel confronto con un corridore del calibro di José Rujano. Di conseguenza, nonostante la giovane età, si è già messo in bella mostra in tutte le principali gare a tappe disputate in patria, come testimonia il 4° posto finale nelle ultime due edizioni della Vuelta a Venezuela e l’ 8° alla Vuelta al Táchira 2009, gara dove è stato grande protagonista con un successo di tappa e la leadership mantenuta fino ad una tappa dalla conclusione. Discreto, ma non eccelso, il suo rendimento a cronometro, mentre non è affatto disprezzabile il suo spunto veloce. Finora non si è fatto notare molto al di fuori dei confini nazionali ed in Europa si trovano tracce di lui solo per il dignitoso Mondiale Under 23 disputato a Mendrisio. Occorrerà valutarlo ancora, ma intanto anche lui va tenuto in considerazione.

Yonathan Monsalve (28/6/1989)
Nell'ultima edizione della Vuelta al Táchira questo corridore atipico, già capace di ben figurare al Clasico Banfoandes e alla Vuelta Venezuela, calamitò le attenzioni di molti addetti ai lavori grazie a prestazioni che lo resero protagonista praticamente ogni giorno. Corridore atipico, dicevamo, dal momento che ad un'ottima tenuta in salita abbina un notevolissimo spunto veloce, che gli permette di poter dire la sua anche negli sprint di gruppo, caratteristiche che per certi versi somigliano a quelle del connazionale Jackson Rodríguez, professionista nelle file della Diquigiovanni-Androni. Le sue prestazioni al Táchira 2009 (due successi di tappa ed il terzo posto finale) non sono sfuggite alla Mastromarco, presente in gara per l'occasione, che ha deciso così di portarlo in Italia per il resto della stagione. Catapultato in una realtà di gara differente, anche sotto il profilo dell'elevata competitività, non è riuscito ad ottenere successi, ma qualche buona prestazione l'ha comunque offerta (2° alla Coppa Colli Briantei e alla Parma-La Spezia, 3° in una tappa del Giro baby e 9° a Col San Martino). Il campione nazionale venezuelano Under 23 resta comunque un corridore da seguire ancora con interesse, proprio in virtù di caratteristiche che è molto difficile riscontrare in un corridore sudamericano e che lo renderebbero un potenziale atleta da gare di un giorno.

Carlos Gálviz (27/10/1989)
Come in Colombia, anche in Venezuela stanno nascendo corridori completi e molto adatti alle corse a tappe. Un prospetto sicuramente valido è il 20enne Carlos Gálviz, scoperto dalle giovanili della Lotería del Táchira, ma passato subito alla Gobernación del Zulia. Nel 2008 questo giovane talento si è piazzato con costanza nelle prime posizioni di molte corse a tappe come Vuelta al Táchira, Vuelta Venezuela e Doble Sucre Potosi, guadagnandosi anche l'opportunità di partecipare al Campionato del Mondo a Varese. Nel 2009 l'essere in squadra con José Rujano gli ha tolto forse un po' di spazi, ma la maglia verde del Giro d'Italia 2005, per via della forza e della maggiore esperienza, è stato un punto di riferimento importante per la crescita del ragazzo: tuttavia Gálviz è riuscito a vincere ugualmente il campionato nazionale Under 23 a cronometro e la classifica finale della Vuelta al Estado Zulia (con un successo di tappa nella lunga cronometro), quest'ultima davanti al ben più solido ed esperto Manuel "El Gato" Medina.

Magno Prado Nazaret (17/1/1986)
Anche in Brasile qualcosa sembra smuoversi in ambito ciclistico ed attualmente questo atleta completo appare come uno dei giovani in grado di suscitare maggiore interesse. Non difetta troppo nello spunto veloce ed è in possesso di una buona tenuta in salita, trova il suo terreno ideale nelle prove a cronometro, specialità in cui ha conseguito varie vittorie ed un ottimo secondo posto assoluto ai Giochi Panamericani del 2006 (oltre a fargli guadagnare la convocazione per il Mondiale di Mendrisio in stagione). Di conseguenza, ha ben figurato anche quando ha preso parte a delle gare a tappe, anche se la maggior parte di queste le ha disputate in patria (buone comunque le sue ultime due partecipazioni al Tour de San Luís in Argentina, con un quinto posto finale ed un successo di tappa sfiorato). Occhio anche a due passisti veloci che da un paio di stagioni gareggiano in Italia: Rafael Andriato (classe 1987), atleta della Trevigiani, vincitore di 3 gare ed autore di numerosi piazzamenti finora e Carlos Alexandre Manarelli (classe 1989), da due anni alla Marchiol e vincitore in questa stagione del prestigioso GP Industrie del Marmo.

Professionisti di prima fascia

Rigoberto Uran Uran (Caisse d'Epargne – 26/1/1987)
Quando nel 2006 si presentò al professionismo in maglia Tenax con una lunga fuga alla Tre Valli Varesine si capì che in quel ragazzo, neppure ventenne, c'erano dei numeri da ottimo corridore. Non fu un vano presagio, visto che le successive annate ci hanno mostrato un atleta assolutamente interessante, capace di riprendersi anche dopo una bruttissima caduta al Giro di Germania (che poteva avere conseguenze ben più gravi). Definire Uran un semplice scalatore è riduttivo, vista l'esplosività di cui è dotato, derivata anche dall'aver praticato attività su pista a livello giovanile (con vari titoli nazionali), che lo rende atleta in grado di ben comportarsi anche nelle corse di un giorno più impegnative, come dimostra l'ottimo terzo posto conquistato al Giro di Lombardia. Anche a cronometro si difende egregiamente e questa caratteristica lo avvantaggia sicuramente rispetto agli scalatori puri nel momento in cui si trova a lottare per un buon piazzamento in una gara a tappe (nel suo palmarès un 9° posto con un bel successo di tappa al Giro di Svizzera 2007 e il 2° posto alla Vuelta Catalunya 2008). Il suo 2009, a parte un buon Romandia, non è stato brillantissimo, ma l'età è dalla sua ed avrà ancora modo, con un rendimento costante, di dimostrare il proprio valore.

(a cura di Nicolò Fassan, Sebastiano Cipriani         e Vivian Ghianni)

14 - Continua

Puntate già pubblicate
1 - Sicard e forse una rinascita - Panoramica sui giovani di Francia
2 - Ci si muove oltre Manica - Gran Bretagna e Irlanda nel mirino
3 - Belgioiellini del domani - Panoramica tra Fiandre e Vallonia
4 - Un oceano di attese - Focus su Australia/Nuova Zelanda
5 - La fioritura dei tulipani - Il nostro sguardo cade sull'Olanda
6 - Scandinavia scandagliata - Focus: Nord Europa e paesi baltici
7 - Operación Triunfo - L'analisi su Spagna e Portogallo
8 - Teutonici e ruspanti - Non brilla solo Ciolek in Germania
9 - Giro di valzer e di promesse - Tutti i nomi dell'Europa centrale
10 - Un balcone sui Balcani - Il nostro sguardo sugli Stati slavi
11 - Tu vuo' fa' l'americano - Il focus su Nord e Centro America
12 - L'incredibile (ex) URSS - Sempre tanti nomi dall'Est Europa
13 - Africa, tu sei tanto giovane - Ma anche l'Asia non è poi vecchia
14 - Scalatori sì, ma non solo - Ecco il futuro del Sud America
(1a parte:
Da Mendrisio il segnale... - 2a parte: Sud America, Colombia faro)

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