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Hai voluto la bicicletta? - Scopriamo il mondo di Fabrice Piemontesi

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Quando lo raggiungiamo sono le otto e trenta del mattino e Fabrice Piemontesi sta per uscire con la sua bici per fare un po' di distanza. Le ultime corse, quelle di ottobre, Fabrice vuole farle tutte e bene. Già perché la stagione agonistica del corridore piemontese è iniziata abbastanza tardi e fino alla fine si deve recuperare il tempo perduto. Solo a maggio Fabrice ha potuto correre con la sua attuale squadra, la Fuji-Servetto, perché prima suo malgrado si era ritrovato in una squadra fantasma, il Team Piemonte.
Fabrice, per te l'inizio del 2009 è stato un po' traumatico con la vicenda del Team Piemonte. Raccontaci bene questa triste vicenda.
«È stata una colossale presa in giro orchestrata da un personaggio che sin dall'inizio sapeva di non avere a disposizione i fondi per allestire la squadra: parlo di Andrea Blardone che aveva tirato su il progetto sulla scia di una richiesta da parte della federazione lituana che cercava uno sbocco professionistico per i propri atleti. Purtroppo si è trattato di una colossale bufala perché nonostante tutte le sue rassicurazioni si capiva che non si andava lontano, prova ne sono le dimissioni degli Algeri e anche il fatto che la stessa Regione Piemonte sapeva e non sapeva di questo Team. Per fortuna che mi sono mosso in prima persona scrivendo una lettera all'UCI denunciando lo stato delle cose e il fatto che non eravamo stati sino ad allora mai pagati. La lettera ha mosso le acque e infatti dall'UCI mi hanno subito detto che la squadra sarebbe stata sospesa».
Alla Fuji-Servetto ti sei trovato subito bene?
«Sì. Sono passato in poco tempo da zero a cento. Da una squadra fasulla a un Team ProTour che mi ha mandato subito in ritiro per 9 giorni a Santander insieme a tutti i corridori che non facevano il Giro. Mi sono sentito un vero corridore seguito a dovere da gente seria come Matxin e Gianetti e da uno staff altamente professionale. Da lì ho iniziato subito a correre: prima il Catalogna dove non ho avuto particolari problemi grazie al ritiro, poi il Delfinato e le corse in Italia tra cui Appennino e i Campionati Italiani in linea e a cronometro».
Dove ti sei messo maggiormente in evidenza?
«Ad agosto alla Vuelta a Burgos. Nella prima tappa avevo ottenuto un buon 12esimo posto, poi nella terza tappa l'episodio che quando ancora ci ripenso mi mangio le mani. Parto a 8 km dall'arrivo e mi riprendono a 50 metri dalla linea, che beffa! Comunque non mi demoralizzo, anzi, prendo convinzione; infatti anche in seguito all'Eneco Tour mi son fatto vedere in un paio di tappe e al Giro di Romagna ho ottenuto un buon piazzamento».
E per questo finale di stagione che propositi hai?
«Punto a fare un buon Beghelli cercando di entrare nei 10. Poi al Lombardia sarebbe perfetto riuscire ad entrare nella fuga del mattino, quella che caratterizza la corsa. Questi sono i miei ultimi obiettivi per il 2009. Poi per concludere farò anche una crono a coppie non competitiva, una specie di kermesse che si fa a fine ottobre ogni anno sulle strade di casa: la Stresa-Arona-Stresa».
Per il prossimo anno puoi stare tranquillo o le voci che danno la Fuji-Servetto in bilico ti fanno temere un nuovo cambio di maglia?
«Le ultime voci, tra l'altro recentissime, mi fanno stare tranquillo perché la squadra dovrebbe continuare l'attività anche se non si sa se col primo o col secondo sponsor. Purtroppo non saremo più una squadra Pro Tour ma questo è un aspetto secondario perché l'importante è poter correre seriamente sin dall'inizio con una squadra stabile ed è quello che mi ci vuole dopo l'esperienza dello scorso anno».
Riepilogaci brevemente tutta la tua carriera.
«Inizio a correre all'età di 9 anni grazie a mio padre, ex professionista alla Bianchi. Sempre molto regolare nei piazzamenti e riesco anche a vincere diverse volte tra gli Under 23, dove mi viene concesso anche il piacere di vestire l'azzurro al terzo anno per il Trittico delle Ardenne in Belgio. Tra i Professionisti passo nel 2007 con la Tenax. All'inizio faccio un po' di fatica, giusto il tempo di prendere le misure con i ritmi e le velocità. Poi superato questo primo approccio riesco a trovarmi sempre meglio e già al secondo anno da Pro' con la NGC Medical-OTC Industria Porte riesco a ottenere piazzamenti al GP Industria e Artigianato di Larciano e al Giro del Veneto».
Quali percorsi ti esaltano di più?
«Sono un passista scalatore. Più passista che scalatore, ma quando sto bene cerco di fare cose buone in salita. Per esempio al Delfinato ho cercato di attaccare sull'Izoard. Ovviamente gli scalatori sono tutta un'altra cosa, però io almeno provo a cercare di soffrire sempre di meno nelle salite».
Per l'allenamento di oggi sei solo o in compagnia?
«Mi farà compagnia Paolo Bailetti, mio compagno di squadra, di allenamenti e di camera. Il fatto che non abiti molto lontano da casa mia ci agevola perché possiamo allenarci insieme e poi si è creato un bel rapporto di amicizia. Ma anche con gli altri compagni di squadra e con tutto lo staff c'è un buon feeling, poi grazie alla mia passione per la pasticceria riesco a prendere tutti per la gola».
Spiegaci meglio.
«Io ho fatto l'alberghiero e sono molto bravo in cucina, specialmente nel preparare i dolci. È una mia grande passione. In inverno mi ci dedico molto, ma non solo in inverno. Per esempio adesso nei prossimi giorni i miei compagni di squadra aspettano me per preparare le crostate e i plum-cake».
Cosa riesci a fare meglio?
«Senza dubbio i baci di dama. Ma per adesso che ancora si corre meglio preparare le crostate».
Allora aspettiamo l’inverno per gustare qualche specialità più calorica?
«Certo in inverno per un paio di mesi le mie libertà me le prendo. È un periodo diverso, e diciamo che comincio a vivere anche di notte. Se nel periodo delle gare e degli allenamenti la notte è fatta solo per dormire e per riposare, in inverno ci si può abbandonare a qualche divertimento in più in discoteca. È anche la stagione in cui mi posso dedicare di più a Internet, dove ho un sito che aggiorno e curo io personalmente»
Sì, abbiamo già visto il sito e scoperto che hai un soprannome.
«Tiburón, me lo diede un massaggiatore in Argentina quando circa 5 anni fa andai a fare qualche corsa là con la Parolin».
E per l’inverno non hai programmato nessuna vacanza?
«No. Ho deciso di rimanere a casa. Quest'anno ho girato molto l'Europa ed è stata la prima volta nella mia carriera da corridore. Per cui ho deciso di non fare nessun viaggio».
Preferisci rimanere tranquillo a casa e rilassarti tra la i tuoi dolci e le serate mondane.
«Sì, anche perché poi diciamoci la verità, non è che ci sia tutto questo tempo per staccare completamente dalla bici. Dopo un paio di settimane di distacco totale devo ricominciare partendo dalla corsa a piedi. Mica posso fermarmi completamente e fare troppe feste e vacanze. La stagione 2010 la sento già alle porte!».


Marco Fiorilla

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