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Mauro, volata da Campione - Fuga di 12, esulta Santambrogio | Cicloweb

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Mauro, volata da Campione - Fuga di 12, esulta Santambrogio

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Il bello è che se l'era proprio segnata, Mauro Santambrogio, questa data del 18 agosto, cerchiando di rosso quel nome, "Tre Valli Varesine", che fa tanto ciclismo, alla stregua di filastrocche come "Liegi-Bastogne-Liegi": praticamente una formula, ormai, più che il nome di una corsa ciclistica. Santambrogio se l'era segnata, questa data, perché si sentiva bene, in crescita, in una condizione che gli permetteva di flirtare coi sogni più arditi.
Una condizione che si era parzialmente palesata una decina di giorni fa, quando in avvio di Giro del Portogallo il nostro si era più volte fatto vedere nelle prime posizioni. Poi, capito che più che una remota affermazione in terra lusitana, c'era materiale per cercarne una ben più rilevante, il corridore della Lampre se n'è tornato a casa per affinare la gamba in vista di questa Tre Valli Varesine, che da quando arriva su a Campione d'Italia garantisce la vittoria di corridori di spessore, perché su quello strappetto non si emerge per caso.
E proprio per non lasciare nulla al caso, Santambrogio si è messo in marcia ben presto, a oltre 150 km dal traguardo, in compagnia di altri 11 uomini che passavano per essere quelli che si sarebbero dannati l'anima sotto al solleone per essere poi presi e messi da parte al momento buono; e che invece, spingi tu che tiro anch'io, si son fatti beffe del gruppo e hanno portato a casa la fuga, tutti e 12 arrivati in anticipo rispetto a un plotone che, ben rappresentato davanti per quel che riguarda le squadre faro, ha traccheggiato un po' troppo prima di prendere atto che, con 5'30" da recuperare negli ultimi 40 km, l'unica cosa da fare era tirare i remi in barca, e che quelli in fuga se la vedessero tra di loro.
Santambrogio, quindi, con un Marzano strepitoso a dargli man forte per costruire un successo di peso in questo moscissimo 2009 Lampre; Stangelj in rappresentanza dell'altra ammiraglia del ciclismo italiano, la Liquigas; Francesco Masciarelli a rappresentare l'Acqua&Sapone (con Paolini, anch'egli della compagnia) e il miglior rampantismo nazionale; Alessandro Bertolini incaricato di restituire il sorriso a Savio e Diquigiovanni; Salerno a tenere il punto per la LPR; il russo da fuga Botcharov (Katusha); Cheula (Barloworld) che le classiche italiane le ama particolarmente; Proni alla ricerca di un risultato per sé e per la ISD; Savini a provare a riportare in auge la CSF; e Biondo, tra i più affidabili uomini Flaminia.
È stato proprio quest'ultimo a far saltare il tappo dalla bottiglia (che già fermentava abbastanza), a circa 30 km dalla fine: il milanese si è sganciato tutto solo, ma la sua azione personale è stata presto stoppata da Marzano con Salerno, e non è passato molto tempo prima del rientro di Bertolini e tutti gli altri. Ben più ficcante è stata la proposta di Proni, che a una decina di km dal traguardo ha fatto la sua sparata, supportato da Paolini e poi Salerno.
Ma quando, nel più che fluido andamento della gara, l'uomo ISD si è visto riprendere da troppa gente, è partito in contropiede ed è arrivato ad avere anche 15" sui più immediati inseguitori. Troppo poco per sperare di agganciare lo strappo finale in solitaria, e infatti a 5 dalla fine riecco Paolini, tra i più attivi di quel frangente, visto che subito dopo Luca è ripartito in contropiede. Su di lui, dapprima Bertolini e Santambrogio (eccolo in prima persona, dopo aver lasciato agire in precedenza Marzano), poi Stangelj e Botcharov.
La salita finale ha fatto illudere Salerno di poter imporre il suo ritmo, ma l'uomo LPR è andato a gambe all'aria ai 1500 metri, esattamente come Bertolini, Stangelj e Cheula. Gli altri erano già più indietro, e in testa non restava che un terzetto: Masciarelli a tutta forza, Botcharov e Santambrogio a tamponare il tamponabile.
Visto che l'abruzzese non ha saputo fare il vuoto, gli è toccata la volata ristretta. E in volata ristretta, posto che Botcharov non è un fulmine, l'uomo da temere era proprio Santambrogio, veloce e resistente, ma soprattutto - come menzionato sopra - più che mai mentalizzato a centrare il bersaglio grosso nella Tre Valli.
E infatti il comasco non ha sbagliato niente, è partito dalla giusta posizione ai 300 metri, e si è giovato dell'errore che semmai ha fatto Masciarelli, impegnato sul più bello a spingere un rapporto troppo morbido: sbagli di gioventù, che però è bene che non si ripetano, se Francesco non vuol diventare uno splendido perdente: se non sei velocissimo, fai almeno in modo di fare tutto il possibile, magari mettendo il 53 in volata.
Probabilmente, però, Santambrogio avrebbe vinto in ogni caso, visto che quando è partito mancavano solo le scintille, ma insomma, il senso di potenza ispirato dal suo gesto è stato lapalissiano. Uno scatto che gli ha permesso di mettere fra sé e gli altri 20, poi 30 metri, e di tenerli fino al traguardo di quella che finora è la corsa della sua vita. Se continua così, ne verranno diverse altre, e glielo auguriamo di cuore. Se poi, insieme a queste altre vittorie, verrà anche una chiamata da parte di Ballerini (presente a Campione e pronto a prendere nota), tanto meglio. Il percorso iridato di Mendrisio sembra in realtà un po' troppo duro per Mauro. Ma ieri quanti avrebbero scommesso sulla sua vittoria nella Tre Valli Varesine?

La sonnolenta prima metà agostana del ciclismo, orfana di una corsa su cui l'UCI aveva puntato fortissimo, e che aveva tutti i numeri per crescere molto (parliamo del Giro di Germania, affossato malinconicamente dalla scemenza imperante in questo sport), lascia spazio a una leggera ripresa dell'attività: mentre si correva nel varesotto, in Olanda (e precisamente a Rotterdam) prendeva il via l'Eneco Tour, aperto da un cronoprologo di 4,4 km completamente piatti.
A imporsi, non senza una certa sorpresa, è stato Sylvain Chavanel, alfiere di una Quick Step che dopo un Tour de France da dimenticare ritrova il francese e anche un Tom Boonen in grado di piazzarsi al terzo posto, ad appena 1" dal compagno di squadra, e a 14 centesimi e spiccioli da un Farrar che di questi tempi fa la voce grossa: l'americano, già vincitore della Vattenfall Cyclassics domenica, rischia di caratterizzare fortemente anche questo Giro del Benelux, a partire da domani (prevista volata, la maglia di leader è a un passo).
Wiggins e Nibali, usciti alla grande dalla Boucle, continuano a stazionare nelle posizioni di prestigio (quarto Brad, sesto Vincenzo), mentre qualche secondo inatteso lo lascia per strada Boasson Hagen, che era forse il primo favorito di questo prologo e chiude invece ottavo, a 5" da Chavanel. Peggio va ad altri specialisti delle lancette (Klöden 14esimo, Martin 16esimo) attesi a battagliare per il successo finale dell'Eneco Tour. Per loro l'appuntamento è comunque solo rinviato alla crono che tra una settimana chiuderà la corsa ad Amersfoort.

Marco Grassi

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