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Cancellara, e chi sennò? - In Veneto sfreccia Pippo Pozzato

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I pochi dubbi che potevano nascere sulla prima maglia amarillo erano dovuti solo alle poche corse effettuate dallo svizzero fino a questo 29 agosto dalla fine del Tour de France: in mezzo, difatti, il solo 53esimo posto alla Vattenfall Cyclassics non poteva certo dirci quale fosse la condizione di Fabian Cancellara al via della cronometro (un prologo a tutti gli effetti, nonostante sia catalogato come 1a tappa) di Assen: 4,8 km all'interno del circuito motociclistico della lontana (dall'Italia, figuriamoci dalla Spagna) Olanda, teatro dell'apertura 2009. La risposta l'abbiamo avuta alle 18:38: 5'20" il tempo, 54 km/h la media oraria, 1° il posto sul podio, scalzando da quel gradino Tom Boonen, che poi ha finito al 2° posto con 9" dal due volte iridato a cronometro a 52,4 km/h di media (per far capire la differenza tra il primo e il secondo, non tra il primo e l'ultimo).
Ma, come detto, non c'è sorpresa - se non contestualizzata al dubbio già esposto - per il vincitore di tappa e per il primo leader della classifica generale; leader che però non potrà star tranquillo già da domani, visto che oltre a Boonen, Cancellara dovrà guardarsi da Farrar (3° a 12") e Bennati (5° a 16"), ruote veloci che si sono comportate ottimamente ad Assen e che domani ad Emmen avranno a disposizione la prima volata di queste tre settimane e soprattutto gli abbuoni destinati ai primi tre classificati (20"-12"-8", lo ricordiamo), ed eventualmente anche gli abbuoni dei due sprint intermedi (6"-4"-2" ai primi tre di ogni traguardo volante).
La maglia di leader che più affascina, però, è sicuramente quella che sarà vestita a Madrid il 20 settembre, ed in questo prologo si è già intuito qualcosa di ciò che sarà la lotta per la classifica: Kreuziger, tra loro, il migliore (6° a 17"), ma 1" più dietro c'è un terzetto niente male composto da Alexander Vinokourov - al rientro oggi nel ciclismo "vero", dopo il ritorno con la Selezione kazaka avvenuto al Tour de l'Ain - Ivan Basso e Alejandro Valverde. Non male neanche Evans (12esimo a 19"), e in fondo neanche Samuel Sánchez (29esimo a 24", come Gesink e Tondo), che però di solito va un po' meglio in prologhi così brevi - anche se un circuito dedicato alle moto non è certo così tecnico, qualità che l'asturiano predilige.
Chi deve preoccuparsi è invece il duo lussemburghese composto dai fratelli Schleck, con Frank 103esimo a 35" ed Andy 123esimo a 38", e se i distacchi non sono certo incolmabili, è proprio la quantità di corridori a finire davanti ai due che preoccupa. Ma forse entrambi pensano già a Mendrisio (come Cunego, 162esimo a 44"), ed alla classifica ci penserà il giovanotto danese Fuglsang, al primo GT in carriera ed oggi 24esimo a 23".
A parte Bennati e Basso, l'Italia non sorride troppo: Quinziato è 20esimo, e va bene, ma poi da Gasparotto a Ballan, da Capecchi a Marcato, da Nocentini a Carrara, per finire col già citato Cunego e con Marzano, ultimo di giornata a 1'35" dalla locomotiva svizzera della Saxo Bank, ci sono già tanti motivi per cercare una netta sterzata sin da domani. (Mario Casaldi)

Se i continui guanti di sfida che Franco Ballerini non manca di lanciare a Filippo Pozzato, non perdendo mai di vista il reciproco rapporto di stima, fanno prima o poi quest'effetto allora ben vengano tutta la vita! Si voleva dal vicentino la giusta cattiveria agonistica? Si voleva un segnale di riscatto anche dopo un Tour de France di certo non soddisfacente? Si voleva la ripresa di un feeling con la vittoria, interrotto proprio nel giorno che lo ha incoronato tricolore ad Imola? Bene, le strade di casa erano l'occasione giusta e Pippo ha deciso di rispondere presente nella maniera più convincente possibile, ossia facendo prima il diavolo a quattro sull'ultima asperità di giornata (il valico di Turri, posto a circa 15 km dall'arrivo) e poi gestendo con sangue freddo un finale in cui la generosa e coraggiosa stoccata di Proni, sicuramente il meno veloce del quartetto giunto a giocarsi il successo nel Giro del Veneto edizione 2009, aveva senz'altro scombinato i piani di tutti e stava per regalare al corridore laziale, già buon protagonista di un buon Trittico Lombardo, la seconda vittoria da professionista.
Come spesso accade però in questi casi restano gli applausi per il gesto ma il magone per un successo sfumato a soli trenta metri dal traguardo (con conseguente quarta piazza finale) si fa sentire più che mai. Buon per il "Pozz" che, facendo leva sul disperato tentativo di Paolini, altro dei papabili a vestire un azzurro indossato per l'ultima volta lo scorso anno a Varese (e non a Salisburgo nel 2006, come erroneamente scritto in occasione del successo alla Bernocchi) per chiudere il buco creatosi, ha così preso tranquillamente la ruota del comasco per poi aprire decisamente il gas negli ultimi cento metri e mettere in cascina il quarto successo stagionale ma soprattutto un cospicuo rialzo delle quotazioni in vista di Mendrisio.
La prima parte di gara ha vissuto su alcuni tentativi sparsi (a provarci i vari Enrico Rossi, Hasanovic, Cucinotta, Ricci Bitti, Fournier Fayard prima, con gap massimo di 2'30" circa e Magazzini, Impey, Finetto e Solari poi) prima che sui vari passaggi tra Cingolina e Castelnuovo fosse Cristiano Salerno, uno dei giovani maggiormente in evidenza nelle ultime gare, a guadagnare un po' di gloria. Sull'ultimo passaggio sulla salita di Cingolina è stato ancora una volta Salerno a muoversi mentre alle sue spalle i più attivi in testa al gruppo sono apparsi gli azzurrabili Bertagnolli e Garzelli e Pozzovivo, con quest'ultimo forte della presenza nel gruppetto inseguitore anche di un pimpante Canuti ed il perché lo si è potuto comprendere sulla successiva ascesa al Castelnuovo. Il marchigiano della CSF ha impresso infatti un ritmo sostenuto quando al traguardo mancavano circa 30 chilometri all'arrivo, così sostenuto che anche Pozzovivo è sembrato accusare un po' lo sforzo mentre Garzelli si è mostrato sempre vigile in seconda ruota. Ma è verso l'ultima ascesa al valico di Turri che la situazione si è fatta ben più interessante con diverse squadre ben rappresentate, come l'Acqua e Sapone (oltre a Garzelli, Paolini e Failli), la CarmioOro (ancora buona prestazione di Sella, coadiuvato da Ventoso e Pardilla, la ISD con Visconti e Proni, la Katusha con Brutt e Pozzato, la Barloworld con Cummings e Scognamiglio e la già citata CSF.
Non appena le pendenze si sono fatte impegnative è stato però il colombiano Rubiano a rompere gli indugi e scattare, mostrando anch'egli una buona continuità di rendimento dopo le ultime convincenti prove. Sono bastati pochi metri però perché Pozzato, già nelle posizioni buone del drappello, imprimesse una decisa accelerata che ha finito col far male a molti e a cui inizialmente il solo Proni è stato in grado di rispondere. Poco prima dello scollinamento però la tenzone ha visto entrare in scena anche Paolini con un bell'allungo, controllato con facilità da Pozzato, con Proni e Scognamiglio pronti a prendere le loro ruote con più affanno. A quel punto si è così creato un quartetto che per una buona decina di chilometri ha veleggiato con non più di 15 secondi di vantaggio, ma alle loro spalle l'impegno dei Diquigiovanni (con ideale tirata d'orecchi sia per Scarponi che Bertagnolli, rimasti fuori dal tentativo di testa) è stato pressoché vanificato dall'assenza di una collaborazione concreta e dalla condotta di Brutt e Cummings, pronti a rompere i cambi in testa al gruppo. In testa intanto menate a rotazione senza risparmio da parte di tutti, che hanno fatto sì che il vantaggio si stabilizzasse e che, superato il cartello dei meno 5 all'arrivo, fosse praticamente certa la buona riuscita del tentativo, visto che dietro gli scatti di Canuti e Rubiano (ancora loro!) un paio di volte a testa ponessero definitivamente fine alla reale voglia di un inseguimento compatto e deciso.
Superati i 2 chilometri dal traguardo però anche Proni in testa ha ben pensato di non farsi scarrozzare passivamente verso una volata senza storia per le proprie ambizioni e così ha tentato a circa un chilometro e mezzo dal traguardo, subito seguito da Scognamiglio. Ben più efficace la stoccata piazzata a circa 500 metri dal traguardo, con Paolini a scattare con convinzione per chiudere ed il finale già raccontato con Pozzato che ha messo in fila Scognamiglio (ottima ed interessante la prova dell'atleta Barloworld), Paolini e Proni mentre a 18" Pavel Brutt è andato a riprendere proprio negli ultimi 100 metri Rubiano per accaparrarsi la quinta piazza. Abbastanza buone le prove anche di Agnoli (settimo) e Biondo (decimo ed in corsa per disputare la crono iridata), passo indietro invece come detto in precedenza per i Diquigiovanni a cui resta solo un piazzamento di rincalzo. Il sabato di Pozzato si conclude quindi in trionfo, con molte certezze in più e la consapevolezza di poter affrontare in maniera molto più tranquilla il Giro di Gran Bretagna, probabile ultimo test in vista dell'eventuale convocazione.

Vivian Ghianni

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