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Un Cabreira di montagna - E a Burgos è Valverde a spuntarla | Cicloweb

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Un Cabreira di montagna - E a Burgos è Valverde a spuntarla

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L'arrivo di Mondim de Basto, all'Alto da Senhora da Graça, è per il ciclismo portoghese un luogo mitico, e la tappa di oggi - assai divertente e movimentata fra attacchi e controattacchi, rischi tattici e dimostrazioni di forza, fughe e momenti di crisi - resta fedele alla tradizione delle corse lusitane.
All'inizio della frazione (158 km con il via da Trancoso) vanno via in diciassette, per quella che promette di essere la solita fuga numerosa da tappa di montagna, con poche speranze di raggiungere il traguardo. Fra i fuggitivi si segnalano comunque buoni corridori come Chuzda e Oliveira (entrambi alla ricerca dei punti per la classifica dei GPM), e i nostri Marzano, Benenati e Laganà. Il plotone è tirato senza patemi dalla Palmeiras Resort, col distacco che oscilla stabilmente fra i cinque e i sei minuti.
Se dal gruppo in avanscoperta allunga il solito combattivo Pedro Lopes, sulla dura salita di Barragem do Alvão (la cui vetta è posta a 37 km dal traguardo) si avvantaggiano una dozzina di corridori. Fra questi Damiano Cunego, che si dimostra voglioso di rendersi protagonista nella corsa portoghese. Con lui alcune seconde linee molto interessanti: Ribeiro e Isidro Nozal della Liberty, Cabreira e Daniel Silva della Loulé, Pires e Bernabeu della Barbot, André Cardoso e Vitorino della Palmeiras Resort, e ancora Sabido, Pidgornyy, e il vincitore della tappa di ieri Sinkewitz.
Lungo la discesa del Barragem do Alvão il vantaggio dei contrattaccanti rispetto alla camisola amarela Barbosa e agli altri principali favoriti sale fino a sfiorare i due minuti, grazie soprattutto all'impulso degli uomini della Liberty e della Loulé, che evidentemente vogliono mettere in difficoltà i rivali della Palmeiras Resort.
In effetti gli uomini di Barbosa e Blanco lavorano ventre a terra già da alcuni giorni, appaiono chiaramente stanchi, e lascia così qualche dubbio la scelta di mandare due uomini solidi in avanscoperta, piuttosto che tenerli a fianco dei leader designati.
Ma quando iniziano i nove chilometri finali (pendenza media del 7,7% e tratti al 12-13%) verso l'Alto da Senhora da Graça i nodi vengono al pettine, e le domande sulle strategie di corsa delle varie squadre finiscono per trovare una risposta. Se il destino di Lopes appare segnato, dietro attaccano subito Cabreira e Ribeiro. Il loro vantaggio sul gruppo della camisola amarela è di oltre 2', e gli uomini della Madeinox (in favore del loro capitano Machado) cercando di aiutare gli sfiniti atleti della Palmeiras.
Fra gli attaccanti perde purtroppo contatto Cunego, mentre Sinkewitz e Pidgornyy fanno l'elastico, con Bernabeu e André Cardoso particolarmente attivi. Dietro è Machado a mettersi in testa e fare il forcing, mandando in crisi Barbosa. Staccatosi il compagno di squadra, Blanco attacca per cercare di limitare i danni rispetto ai fuggitivi. Nessuno degli altri big riesce a resistergli, e anzi Guerra (sorpresa negativa della giornata) va in crisi nera.
Sul traguardo i due portoghesi in fuga non fanno lo sprint: a Cabreira la tappa, a Ribeiro la camisola amarela. La coppia della Palmeiras, Cardoso e Vitorino, si dimostra pimpante e va a prendersi il terzo e il quarto posto, a una quarantina di secondi. Restano gli interrogativi sulla tattica della squadra, coi due che forse sarebbero stati più utili a Barbosa e Blanco per limitare un passivo che rischia di compromettere seriamente la loro corsa. Sinkewitz e Bernabeu si difendono bene e sono quinto e sesto, mentre Cunego taglia il traguardo nono, a 1'25".
La nuova classifica generale è rivoluzionata, con Nuno Ribeiro che precede di due secondi Cabreira, mentre più staccati troviamo Bernabeu a 46", Pidgornyy a 59" e l'ex Barloworld Sabido a 1'02". Anche qui Cunego è nono, a 1'48", precedendo di un secondo David Blanco, decimo.
Per Ribeiro (vincitore della Volta nel 2003, e quest'anno secondo nella Subida al Naranco e quarto nella Vuelta Asturias) e Cabreira (campione nazionale nel 2008) i quasi due minuti di vantaggio su David Blanco e gli altri favoriti della vigilia potrebbero rappresentare un bottino sufficiente per resistere fino alla fine della corsa.
Domani intanto la Volta osserva il suo giorno di riposo: si tornerà sulla strada martedì, con la frazione (non impegnativa ma mossa, e che si presta a colpi di mano) da Felgueiras a Fafe.

Nel frattempo nella vicina Spagna si conclude la Vuelta a Burgos, classica e prestigiosa prova di avvicinamento alla Vuelta, che prenderà il via a fine mese. Dopo i successi nelle prime due frazioni di Koldo Fernández e Joaquím Rodríguez, venerdì la tappa che partiva e arrivava proprio a Burgos è stata l'occasione per vedere la Caisse d'Epargne sfruttare il sempre insidioso vento spesso presente nel nord della penisola iberica, spaccando il gruppo in tre tronconi grazie a un poderoso forcing. Ma coi migliori tutti davanti l'azione è terminata dopo poco e, ricompattatosi il plotone, ci si è avviati verso una volata a ranghi compatti. Esito però non scontato, grazie al tentativo di Piemontesi, partito in contropiede negli ultimi chilometri e ripreso solo ai cento metri dalla linea d'arrivo. La volata, molto confusa, è stata vinta dal giovane belga Nikolas Maes, già terzo nella tappa di Briviesca e al primo successo da professionista. La grande giornata della Topsport Vlaanderen è stata completata dalla maglia di leader conquistata dall'altro 23enne Ben Hermans (secondo il giorno prima sullo strappo di Miranda de Ebro), grazie a un frazionamento del gruppo che ha fatto perdere 4" al "Purito" Rodríguez. Da segnalare la spettacolare caduta di Joaquín Sobrino subito dopo il traguardo, per fortuna senza gravi conseguenze per il corridore.
Sabato si è svolta invece la crono di Roa de Duero, 15 km per dare una fisionomia definita alla classifica. È una relativa sorpresa il successo di Tom Danielson (anche nuovo capoclassifica), che torna alla vittoria dopo tre anni di infiniti problemi fisici e prestazioni deludenti. Si piazza a 10" l'altro americano Danny Pate, sempre della Garmin, mentre a 16" troviamo, terzo, Alexei Markov: anche per il russo (pure secondo venerdì nello sprint di Burgos), corridore potente e di talento ma dalle prestazioni altalenanti, questa corsa rappresenta un ritorno a risultati di livello. Solo quarto, a 18", è invece Valverde, cui la lunghezza della crono pareva adattarsi a perfezione. Ancora più deludente è Samuel Sánchez, che però è solito non mettersi mai in mostra nelle gare di preparazione alla Vuelta.
Oggi ultima e decisiva tappa, con il classico arrivo in quota a Lagunas de Neila, dopo aver affrontato altre salite di prima e seconda categoria. La fuga della prima ora viene tenuta a debita distanza dalla Garmin, ma viene neutralizzata nel finale solo grazie al lavoro della Caisse d'Epargne, e gli ultimi a cedere (Deignan, Rovny e Serafin Martínez) lo fanno durante i sette duri chilometri di ascesa verso Lagunas de Neila. Qui, a sorpresa, il primo attacco nel gruppo dei migliori è proprio di Danielson, ma è Soler a fare il vuoto, insieme a Mosquera. Dietro è sempre l'americano con la maglia di leader a cadenzare il ritmo, con Tondo a ruota e Valverde che appare un po' in difficoltà.
Fra i migliori fa piacere trovare Francesco Masciarelli e un altro giovane di belle speranze come Beñat Intxausti. All'ultimo (durissimo) chilometro Mosquera riesce a staccare Soler (che cede completamente e termina sesto), mentre fra gli inseguitori Tondo e Masciarelli approfittano del marcamento fra Danielson e Valverde (separati da soli 5" nella generale) per allungare. Il portacolori della Xacobeo va a cogliere senza problemi il suo primo successo stagionale, Tondo è secondo, Masciarelli terzo, intanto Valverde stacca Danielson e termina quarto.
Il finale è concitato, la classifica corta, tocca al cronometro: la generale va a Valverde, poi Tondo (un regolarista da tenere d'occhio alla Vuelta) a 10", Danielson a 12", Mosquera a 30". Soler è quinto a 1'11" e il sempre più convincente Francesco Masciarelli ottimo sesto a 1'16".

Gianluca Colloca



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