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Tony Martin l'anticipatore - Cunego 2°. Pinotti tricolore crono

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Se al mattino le principali agenzie di scommesse avessero quotato ad uno il nuovo successo di un corridore Columbia in quella che si presentava come l'ultima tappa apparentemente in grado di smuovere le acque in questo Giro di Svizzera, probabilmente nessuno si sarebbe sorpreso, chiedendosi dove fosse la notizia. Al termine della tappa di Crans Montana però il quadro che ne esce appare quantomai impietoso per qualunque squadra presente in gara che non si chiami Team Columbia-High Road o Team Saxo Bank. Se non altro per i primi: posto che se le sei vittorie in otto giorni non sono un record poco ci manca, hanno mostrato la buona volontà di cambiare di giorno in giorno gli attori protagonisti e quest'oggi a piombare sulla scena è stato Tony Martin, già praticamente vincitore della classifica dei GPM, capace con uno scatto deciso a mezzo chilometro dal traguardo di regalarsi il terzo successo stagionale.
Per i secondi invece l'ultimo dilemma era rappresentato dalla tenuta di Fabian Cancellara nell'ultimo arrivo in cui sarebbe potuto essere prevedibilmente oggetto di attacco da parte degli avversari diretti, in disperato bisogno di tanti secondi da mettere in cascina in vista dell'epilogo di domani. Ebbene, non solo Cancellara si è difeso alla grande ma è riuscito a correre da padrone, con una squadra in grado di supportarlo alla perfezione con i vari Breschel, Chris Sorensen, Andy Schleck e, udite udite, quel Frank Schleck su cui, dopo i cinque minuti e più accusati ieri a Juraparc, si sono rincorse per quasi tutto il giorno voci di problemi ad un ginocchio che ne metterebbero in dubbio addirittura la partecipazione alla Grande Boucle.
A questo punto verrebbe da dire "quale sarebbe il ginocchio malandato?" dopo aver ammirato le gran trenate del campione nazionale lussemburghese che negli ultimi chilometri di gara si è dimostrato l'uomo in più di cui Cancellara necessitava per controllare al meglio la situazione.
Un Cancellara convincente, che tra sprint con abbuono e terzo posto al traguardo recupera altro terreno e riduce a soli 4 miseri secondi il divario da quel Tadej Valjavec di cui si parla forse sempre troppo poco ma che con il percorso di questo Tour de Suisse 2009 evidentemente più di così non poteva fare, visto che questa si appresta ad andare in archivio come l'edizione meno impegnativa degli ultimi anni, in cui è mancata la tappa e l'arrivo in salita su cui fare realmente la differenza.
Sembrerebbe mancare ancora qualcosa in questo racconto odierno e difatti come non spendere due parole per un Damiano Cunego che è riuscito a tenere botta per tutta la salita ma a cui ancora una volta è stato fatale l'attimo di esitazione negli ultimi 500 metri, quando - dopo lo scatto di Martin - Cancellara non era riuscito questa volta a chiudere in prima persona sul tedesco (se vogliamo è questa forse l'unica pecca odierna del bernese, che altrimenti avrebbe potuto aspirare anche al successo di tappa)? Per il veronese, che si è dovuto accontentare di un comunque buono (ma amaro) secondo posto, ritrovare quel successo che manca da fine marzo (due tappe e classifica finale della Settimana Coppi e Bartali) sarebbe stato ancor più utile per il morale rispetto alla risalita nella generale che ora lo vede alla vigilia della crono conclusiva al sesto posto con un distacco di 54" dal suo ex gregario Valjavec.
Visto però che siamo anche ad otto giorni dalla gara in linea del campionato italiano in quel di Imola con l'impegnativo circuito dei Tre Monti, fare un pensierino a quella maglia tricolore da sfoggiare poi per un anno intero appare sicuramente un dovere per Damiano.
In tutto questo la tappa odierna era stata monopolizzata dal tentativo di fuga di Brutt, Wyss, Duclos-Lassalle e da Boom (finalmente in mostra anche l'ex iridato del ciclocross 2008), in grado di raggiungere un vantaggio massimo prossimo ai cinque minuti e mezzo. Non appena superata Sion, verso il GPM di terza categoria di Botyre erano proprio Boom e Duclos-Lassalle i primi a perdere contatto mentre l'avventura di Brutt e Wyss terminava all'incirca ai meno 22 dall'arrivo. Con il gruppo tirato da Liquigas prima e da un'attenta Saxo poi è iniziata quindi una fase interlocutoria, in cui sono state soprattutto le seconde linee a cercare la sortita: prima era Veikkanen (partito ai -23) a guadagnare una decina di secondi, poi era la volta di Morabito (scattato a 20 km dal traguardo) che raggiungeva il finlandese e procedeva con lui di comune accordo (18" di vantaggio per loro ai -15).
Nel gruppo intanto iniziava il forcing deciso di Brian Vandborg della Liquigas, con i Saxo appena alle spalle e mentre Veikkanen non riusciva a più a tenere il ritmo di Morabito era il lunatico Gómez Marchante ad uscire dal gruppo e riportarsi sullo svizzero. Nulla da fare però contro le trenate di Vandborg e dei Saxo ed il lavoro del danese in testa al plotone era il preludio della prima fiammata di giornata, operata da Kreuziger, che ai meno 12 dal traguardo, in prossimità dello sprint intermedio di Lens partiva deciso, con il vano tentativo operato da Gadret di tenere la sua ruota.
Toccava quindi alla Saxo incaricarsi di ricucire sul ceco e grazie al lavoro encomiabile di Sorensen e Andy Schleck ai dieci dall'arrivo era di nuovo tutto da rifare. A quel punto la Liquigas ha deciso di giocare la carta Zaugg, che assieme al portoghese Rui Costa e al croato Kiserlovski riusciva a rimanere in avanscoperta per circa tre chilometri (fino ai -7), prima di comprendere ben presto quanto la sua azione si rivelasse controproducente, visto che al successivo allungo di Klöden lo svizzero non era più in grado di restare nel gruppo dei migliori (accuserà circa un minuto sul traguardo, uscendo dalla top-ten).
A ruota di Klöden era lestissimo a portarsi Cancellara, seguito da Valjavec, Kreuziger, Monfort, Cunego ed anche dal redivivo Frank Schleck che, dopo un attimo di appannamento, risaliva posizioni verso la testa del gruppo. Dopo un allungo a dir poco telefonato di Karpets ed una nuova forzatura di Klöden era proprio Frank Schleck a mettersi in testa al gruppo a fare l'andatura, imprimendo un passo notevole volto a stroncare qualsiasi tentativo di attacco (Andy si era intanto defilato ai meno 6).
Restavano in tredici al comando con ben quattro Columbia (Monfort, Albasini, Martin e Kirchen) e la situazione restava praticamente immutata fino a circa millecinquecento metri dall'arrivo, quando ancora Monfort (come nella tappa di ieri) piazzava l'allungo su cui Klöden è stato molto lesto a chiudere. Sull'onda dell'azione il capitano dell'Astana proseguiva ma si trascinava dietro Cancellara, Kreuziger ed un Cunego posizionato ottimamente, prima che il gruppetto si ricompattasse poco dopo il triangolo rosso.
Proprio ai cinquecento metri la stoccata di Martin non trovava inizialmente nessuno pronto alla chiusura ed il solo Cunego un istante dopo si è gettato all'inseguimento del tedesco per tentare di bruciarlo nei pressi del traguardo. Tentativo vano come si è visto in precedenza. Cancellara (a 2") precedeva Valjavec per il podio di giornata mentre Kirchen, Taaramae, Kloeden, Kreuziger, Karpets e Frank Schleck completavano la top-ten. Domani conclusione a Berna con Valjavec chiamato ad una missione impossibile per difendere la maglia da un Cancellara che parte come grande favorito e con il sostegno del pubblico di casa. Grosse chance di podio anche per Kreuziger (3° a 28") e Martin (4° a 39") con un Klöden che dal suo quinto posto a 45" pure non appare tagliato fuori.

Siccome negli ultimi giorni abbiamo affermato che per il Team Columbia sta diventando abituale raccogliere un paio di successi al giorno, prima del quarantaquattresimo acuto firmato da Martin la giornata si era aperta con la riconferma di Marco Pinotti nella prova a cronometro Open che assieme a tutte le altre categorie (fatta eccezione per gli Under 23, in gara martedì) dava inizio alla Settimana Tricolore 2009. Per il bergamasco l'ennesima conferma di essere ormai un habituè di queste prove, con il terzo successo consecutivo nella rassegna, quarto in assoluto comprendendo anche quello ottenuto nel 2005.
Pinotti si è imposto in 39'22" ad oltre 49 orari di media precedendo di 19" un Bosisio sempre più convincente in questo tipo di prove, come già dimostrato nell'ultimo Giro del Centenario, e di 1'09" Maurizio Biondo, già terzo lo scorso anno. Giornata da dimenticare per Marzio Bruseghin, l'altro grande favorito per il titolo, caduto dopo circa 12 chilometri dal via e giunto 6° a 1'41", così come ad assaggiare l'asfalto è stato Manuel Quinziato, 10° a 2'29".
Tra le donne Elite convincente successo di Noemi Cantele, che ha preceduto di 1'10" la vincitrice uscente Tatiana Guderzo e di 1'38" Silvia Valsecchi.
A vestire i nuovi tricolori della cronometro sono stati poi Antonj Orsani (Juniores) e Nicola Rossi (Allievi) tra gli uomini e Giulia Donato (Juniores) e Rossella Ratto (Allieve) tra le donne.

Vivian Ghianni

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