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Tom digiuna a Digione - Volata a Furlan, Boonen solo 3° | Cicloweb

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Tom digiuna a Digione - Volata a Furlan, Boonen solo 3°

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Non ce ne sono molte, di ruote veloci al via del Criterium del Delfinato, perché quella odierna di Dijon potrebbe essere stata la prima ed ultima loro occasione per giocarsi il successo di tappa. E questa convinzione ha anche vacillato fino a pochi metri dalla linea del traguardo, visto che un fantastico David Millar - partito in sordina ai meno 4,5 km - ci ha creduto fino in fondo, costringendo le squadre dei velocisti a raffazzonare dei meccanismi di solito ben più oliati.
E potremmo partire proprio dall'allungo dell'uomo Garmin per raccontare la tappa di oggi, nata e vissuta sul tentativo di Isasi, Auge, Pichot, Hector González e Voss al km 1, con la Silence del leader Evans e la Quick Step di Boonen e la Lampre di Furlan e Lorenzetto a controllare il distacco, nonostante un paio di passaggi a livello chiusi (per il gruppo) sembrava potessero remare a favore dei cinque coraggiosi.
A Quick Step e Lampre si aggiungevano poi Française des Jeux (per Sébastian Chavanel) e AG2R (per Roche), e ai meno 17 i battistrada restavano in tre, con le defezioni di Voss prima ed Hector González poi. Isasi forava ai meno 8, ai meno 7 era Hansen a provare un contropiede dal gruppo, rendendo attivi anche Kroon, Rolland e Posthuma, tra gli altri.
Le fasi concitate del finale ed il percorso reso viscido dalla pioggia hanno scombinato i piani Quick Step, che ha dovuto faticare più del dovuto per tenere a bada i tanti contrattaccanti, resisi evidentemente conto delle difficoltà logistiche che stava affrontando la compagina di Lefévère.
A 4500 metri da Dijon la sparata di Millar ha colto di sorpresa tutti, tant'è che nessuno ha avuto tempismo e gambe per seguire il britannico in un'azione tanto bella (per la qualità estetica dello sforzo di David) quanto redditizia (a parte il risultato finale).
Lampre e Quick Step ci hanno messo un po' per organizzarsi, anche perché l'abitato di Dijon permetteva a Millar di rilanciare la sua azione molto più di quanto potesse fare il gruppo, costretto a correre tenendo un occhio alla strada ed un occhio ai capitani.
Sul rettilineo finale, con Millar che trovava la forza per alzarsi sui pedali, la Quick Step è arrivata parecchio sfilacciata, con Boonen già in terza ruota (ai 500 metri) ed il primo vagone perso già dopo un paio di pedalate; a quel punto è toccato a Velo partire, ma il bresciano ha avuto un piccolo tentennamento (per la paura di partire troppo lungo, evidentemente) che Boonen ha letto come una mancanza di variazione di velocità che poteva nuocergli nella ricerca del successo di tappa.
Effettivamente c'era ancora Millar davanti, ed era un Millar che non accennava a rialzarsi, e quindi è più che comprensibile la smania di Boonen - anche alla luce di ciò che, a livello personale, avrebbe significato la vittoria quest'oggi - che però ha iniziato a prendere vento ai 300 metri, mentre gli altri che rivenivano da dietro hanno potuto contare sulle varie scie rubate qua e là dalle altre sagome del gruppetto di testa (ma non ci sono stati distacchi perché il frazionamento è stato causato da una caduta di Bonnet e Cozza all'interno degli ultimi 3 km).
Fatto sta che una decina di metri dopo la partenza di Boonen, su una corsia più interna partiva anche la volata di Angelo Furlan: il veneto, ben più lanciato del belga, passava contemporaneamente Boonen e Millar a circa 50 metri dal traguardo, col belga che ha smesso di pedalare quando si è visto battuto, venendo scalzato anche dal campione elvetico Markus Zberg, mentre l'altro italiano Bandiera si è negato la possibilità del podio di giornata per esultare della bella vittoria del compagno di squadra.
Il primo successo in maglia Lampre di Furlan, velocista che ogni anno ci regala due-tre perle (anche se gli manca da troppo tempo l'acuto in un grande giro), conferisce anche un po' più di tranquillità ad una squadra messa costantemente sotto pressione da un patron, il signor Galbusera, che ultimamente pare spesso dimenticarsi che la popolarità della sua azienda di lamiere prerivestite è interamente - o quasi - dovuta al suo impegno nel ciclismo, e quindi alle gesta dei suoi "stipendiati", e che anche solo per questo potrebbe anche tenere un atteggiamento più rispettoso verso la loro condizione di lavoratori (particolari, certo, ma pur sempre tali).
Domani l'arrivo di Saint-Étienne pare possa risultare indigesto alle ruote veloci, anche se la voglia di rivalsa di Boonen sarà sicuramente alta: nel caso in cui le voci della vigilia venissero attese, potrebbe esserci una volata ristretta con Zberg e Roche (6° oggi) favoriti, senza dimenticarci di Flecha, Pineau e tutti gli altri corridori da "classiche".

Mario Casaldi    

 

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