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L'AristoGatto irride l'iride - Successo chic di Oscar su Ballan

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Non abbiamo neanche fatto in tempo a restare un po' delusi dalla salita di Santu Lussurgiu, che i 173,2 km della frazione che ha portato il Giro di Sardegna da Oristano a Tortolì ci hanno riempito di spunti interessanti.
A partire dal nome del vincitore, Oscar Gatto, ragazzo con un passato da super vincente tra gli Under 23 e diventato pro' coi gradi di "fenomeno" nella Gerolsteiner di Davide Rebellin, esperienza che tutti ricordano per la conquista della maglia nera al Giro d'Italia del 2007 e per poco, pochissimo altro. Insomma, non fu una scelta felicissima quella del trevigiano; andare in una squadra Pro Tour che poteva vantare capitani del calibro dello stesso Rebellin, Wegmann, Schumacher o, per limitarci agli sprint, Förster, Wrolich ed anche Markus Zberg, ha previsto sacrifici, tanti chilometri da gregario e, di conseguenza, minore brillantezza negli sprint. E allora il nostro eroe, preso atto della chiusura del team tedesco, si è armato di pazienza e si è messo alla ricerca di un team, magari minore, che gli desse fiducia: ciò che cercava l'ha trovato in Luca Scinto, ds con cui battagliava nel dilettantismo (Gatto difendeva i colori della Zalf, il toscano guidava la Finauto), e soprattutto in Mario Cipollini, consulente d'immagine e tecnico del team italo-ucraino messo in piedi quest'anno da Citracca e dallo stesso Scinto.
Fino ad oggi, un inizio di 2009 discreto per Gatto: qualche piazzamento, una migliore tenuta sugli strappi, e poi questa bella, bellissima vittoria al Giro di Sardegna, farcita con la maglia di leader e - giocoforza - con la maglia di miglior giovane. Una vittoria bellissima, dicevamo, perché ottenuta su un grande contendente, anzi due, ma facciamo tre: Gatto ha preceduto sulla linea d'arrivo il campione del mondo Alessandro Ballan, l'ex campione italiano Giovanni Visconti (suo compagno di squadra e suo pesce pilota a 400 metri dall'arrivo) e il toscano Daniele Bennati, vero favorito - per come si era messa la corsa - della tappa di oggi.
Già, come si era messa la tappa di oggi? Al km 21 è partita la fuga di giornata, con Giordani (attuale leader dello Europe Tour) e lo svizzero Ackermann in avanscoperta. Il gruppo ha lasciato fare fino al km 62 (vantaggio massimo 5'50"), poi la ISD ha iniziato a menare le danze con Scarselli e Proni prima e Grabovskyy e Grivko poi. I due Gpm di giornata sono serviti solo al polacco Niemiec per assicurarsi la maglia verde di miglior scalatore ed al km 130 il gruppo è tornato compatto. Dal km 134 al km 153 c'è stato un gran bel parapiglia: prima ci hanno provato Pietropolli, Biondo e Gatto, poi è toccato a Bole, seguito da un primo gruppo composto da Agnoli, Pietropolli e Visconti, con Tiralongo, Scarponi, Finetto e lo stesso Niemiec subito dietro.
A quel punto Lorenzetto è andato in difficoltà e la Lampre ha deciso di tenere un profilo più basso. Della difficoltà del capoclassifica se ne era accorto anche Visconti, che sull'ultimo strappo di giornata è partito secco, spezzando il gruppo dei migliori in più troconi. Davanti sono rimasti in ventidue: tre Liquigas (Bennati, Agnoli, Kreuziger), due LPR (Bernucci, Pietropolli), due Amica Chips (Bole, Golas), tre ISD (Visconti, Gatto, Cioni) ed addirittura cinque Miche (Giunti, Moletta, Muto, Niemiec, García Rena), il tutto farcito dalla presenza di Del Nero, Francesco Masciarelli, Scarponi, Finetto, Biondo, Camussa ed il campione del mondo Ballan. Le caratteristiche di Cioni e Kreuziger, gli uomini designati a far lievitare la fuga, non hanno lasciato scampo a Tiralongo, Gasparotto, Zen e Frapporti, impegnati per Lampre e CSF a chiudere il gap (prima di 10", poi 21", poi 32" a 10 km dall'arrivo; finiranno la tappa a 2'01" dai primi) per favorire Lorenzetto e Dall'Antonia, che hanno partecipato anche in prima persona al lavoro - infruttuoso - di rattoppo.
La presenza di Bennati (e di un Ballan assolutamente e comprensibilmente passivo) nel gruppo di testa era campanello d'allarme per molti, tant'è che è stata proprio la Liquigas a tenere l'andatura altissima con Kreuziger e col sontuoso Agnoli, già in grande spolvero ieri in salita. Ciononostante, la Miche ha provato ad inventarsi qualcosa, anche perché essere in cinque e non tentare un po' d'azzardo sarebbe stato un rimorso troppo grande da accettare. Muto veniva ripreso da Cioni, García Rena da Kreuziger, ed anche a Moletta è toccata la stessa sorte qualche km dopo, prima del triangolo rosso che sancisce i 1000 metri alla conclusione.
Golas ha preso la testa per lanciare Bole, Bennati si è perso perché i suoi compagni erano troppo stanchi per dargli una mano anche in quel frangente, mentre la ISD ha trovato un Giovanni Visconti in versione "ultimo vagone del treno"; il palermitano è partito a 400 metri dall'arrivo e ha lanciato Gatto all'interno dei 200 metri finali. In rimonta è spuntata la figura maestosa dell'iride di Ballan, che ha provato a spostare la sagoma sulla sinistra, si è pure affiancato, ma la linea d'arrivo era lì, a pochi centimetri, ed Oscar Gatto ha potuto finalmente esultare.
Dal nero di quella maglia al Giro al celeste di quest'altra maglia in Sardegna la strada sarà stata sicuramente impervia, ma non è scritto da nessuna parte che il buongiorno debba vedersi necessariamente dal mattino. Nelle ultime due tappe, che dovrebbero concludersi allo sprint, Gatto dovrà guardarsi da Bennati e Ballan, distanti solo 4" in classifica, e tenere d'occhio anche Del Nero a 6". E se invece, avendo anche Visconti in classifica (5° a 6"), la ISD avesse gambe e fantasia per inventarsi qualche altro fuoco d'artificio?

Mario Casaldi    

 

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