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San Luca? ...Di Luca! - Danilo stravince il Giro dell'Emilia

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Quando gli amici ci chiedono i perché e i percome del nostro amore per il ciclismo, quando si chiedono (e non si sanno rispondere) cosa ci leghi tanto a questo sport negletto, quando non trovano una sola ragione valida per cui dovremmo ancora, dopo anni e anni di uno scandalo via l'altro, star lì a patire, sperare, gioire con i nostri campioni del cuore (e lo sono tutti, dal primo all'ultimo), davanti alle corse più belle del calendario; e quando tutti questi dubbi e interrogativi siamo noi stessi a porceli, in qualche momento di umore down, di disillusione, di spossatezza morale; ecco, quando tutto ciò avviene, si dovrebbe replicare agli altri e a se stessi con un semplice pensiero: quanto ci fa ancora godere un'azione come quella inventata da Danilo Di Luca sul San Luca? Quanto, quest'azione che ha regalato all'abruzzese il primo Giro dell'Emilia della carriera, e l'ultimo successo del 2008?
Tanto. Quel tanto che ci tiene ancora e sempre saldi, incollati al ciclismo e al suo bello, e inevitabilmente al suo dark side of the moon.
E visto che di dark side parliamo, eccone un esempio fresco fresco: Di Luca, abbiamo detto, ha centrato a Bologna l'ultima vittoria del suo 2008. Ma come, e il Lombardia? Il Lombardia niente, verboten, vietato al biondo di Spoltore, perché la sua LPR non ha sottoscritto quest'anno il protocollo che prevede l'adozione del passaporto biologico. Ci si comprava una casa con la spesa prevista per quel passaporto, ma pazienza, non è questo che conta. Quel che conta è che il divieto dovrebbe essere limitato alle corse Pro Tour, ma il Lombardia è nel Pro Tour? Non pare. Idem la Parigi-Tours. Chi capisce il conquibus?
E così, un passaporto biologico che diventa passaporto bioillogico terrà a riposo sabato prossimo il più forte corridore del momento, come incontrovertibilmente confermato dal Giro dell'Emilia, appunto. Un Giro dell'Emilia che Di Luca sapeva sin dall'inizio di volere e poter vincere: altrimenti non avrebbe messo i suoi uomini (insieme all'Acqua&Sapone) a tirare ben lontano dal traguardo per ricucire sul terzetto in fuga (Canuti, Mollema e Didier, capaci di prendersi anche 12' di margine).
Poi, come natura e orografia vogliono, è stato il San Luca, il magnifico colle di Bologna, a separare il grano dal loglio e a lanciare i pretendenti al successo finale: non più di una ventina di uomini, presentatisi all'ultimo giro con intenti bellicosi. Nocentini aveva già tentato una sortita al giro precedente, ma un Di Luca incontenibile ha chiuso su di lui e su qualsiasi altro avversario che si azzardasse a provarci (il Zaugg della situazione, per dire).
E così l'ultima scalata, quegli ultimi 2 km inerpicantisi accanto allo splendido porticato che conduce fino alla chiesa in cima, traboccante di gente (meno di altre edizioni, così ad occhio), hanno visto dapprima Szmyd trenare per Cunego, e poi Failli farlo per Garzelli o addirittura Francesco Masciarelli, che portava in dote le fresche referenze conquistate sul campo al Giro del Lazio.
Il ritmo di Failli, dopo 5 scalate al San Luca, non poteva non far male a più d'uno, e infatti il gruppetto dei 20 s'è presto dimezzato, e dietro son rimasti anche nomi importanti, come lo stesso Garzelli (evidentemente in casa Acqua&Sapone era chiaro che si sarebbe fatta la corsa per il giovane Masciarelli).
In ogni caso, a Danilo oggi la gamba andava più forte del cervello (per citare al contrario una frase famosa di Cipollini), e il capitano della LPR non ha voluto aspettare neanche un secondo per dare la mazzata: ai 900 metri è partito con una secchezza che ha lasciato all'asciutto chiunque, sia Masciarelli che ha provato a tenere lo scatto del più celebre corregionale (per poi imbolsirsi per lo sforzo: ottavo all'arrivo), sia Rebellin, che dopo un attimo di esitazione si è messo in testa per cercare di riportarsi sotto alla lepre d'Abruzzo, mentre Cunego (poi tredicesimo) non ha resistito, confermando di essere - dopo il picco di Varese - in discesa come neanche il Dow Jones (ma occhio, che al Lombardia darà la codata).
Tutto vano per tutti, Di Luca ha forzato sul punto più duro e poi ha controllato agevolmente quando le pendenze si sono alleviate, e ha potuto esultare in tutta tranquillità (e gioia, naturalmente) in cima al San Luca. Rebellin, tanto per non perdere l'abitudine, è stato il migliore dei battuti, precedendo allo sprint Kolobnev, mentre da dietro risalivano Lloyd e Caruso (molto bravo il siciliano), e ancora più giù Evans precedeva Scarponi per il sesto posto.

Marco Grassi    

 

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